Continua il percorso di ascolto delle Lavoratrici e dei Lavoratori della Uiltrasporti Campania presso la sede sindacale del varco Pisacane, nell’ambito del progetto della UIL “Diamo voce al Paese Reale”; stavolta, a confrontarsi sui problemi che attanagliano il loro comparto, sono stati i Lavoratori portuali e marittimi accolti dal Segretario Generale aggiunto Pierino Ferraiuolo, il Segretario Organizzativo Annalisa Servo e il Segretario Regionale dei Porti e del Trasporto Marittimo Giuseppe Tamburro.

Si parte subito a discutere di temi importanti, sicurezza sul lavoro, fisco, previdenza, autonomia differenziata, politiche salariali, rinnovo dei contratti, riduzione del cuneo fiscale, detassazione degli aumenti contrattuali. E a questi temi non potevano non aggiungersi quelli relativi alle politiche di settore. Si inizia dalla sicurezza sul lavoro che è un elemento fondamentale, imprescindibile, quella che dovrebbe rappresentare la vera base del processo lavorativo. Si invoca ancora più sicurezza sul lavoro, più attenzione, perché osservando la sequenza drammatica di incidenti mortali che ancora si verificano (in Italia contiamo tre morti al giorno sul lavoro) viene da pensare che questo fondamentale indirizzo costituzionale appare purtroppo disatteso ed offuscato da una “retorica di giornata” oltre la quale, spesso, non si va. E il Sindacato non può proprio permettere questa deriva come non può permetterselo la coscienza civile del nostro Paese. La Uil lo ha compreso in anticipo con la sua campagna Zero Morti sul Lavoro, in un momento come quello pandemico nel quale forse sembrava porre un problema fuori tema ma che in realtà non lo era, come i fatti hanno poi dimostrato. Nel mentre gli incidenti sul lavoro in Italia, rispetto agli altri paesi europei, sono di gran lunga superiori, sebbene nel Bel Paese la normativa sulla sicurezza sul lavoro sia ben regolamentata. Bisogna fare di più. Ancora di più.

Non è più tollerabile indignarsi un giorno per una morte sul lavoro e quello successivo dimenticarsi di quanto accaduto e far finta di niente. Lo testimoniano anche le Lavoratrici e i Lavoratori presenti in sala; anche quella dei marittimi e dei portuali è un’attività, nei diversi cicli lavorativi, rischiosa, faticosa e insicura. I moli del Porto di Napoli, soprattutto quello di Vigliena, sono disastrati, i Lavoratori sostengono turni estenuanti in situazioni pericolose, a contatto con idrocarburi, sostanze tossiche che a lungo generano quelle malattie professionali causate da esposizioni prolungate a determinate condizioni climatiche, a rumori molesti di macchinari. Per non parlare poi di tutti quei rischi maggiori per la salute e sicurezza che possono verificarsi attraverso le operazioni di saldatura, pittura e coibentazione che portano il Lavoratore ad essere sempre a contatto con polveri, fumi, gas e vapori. Analoga situazione quella che si vive nel porto di Salerno dove la sicurezza è ai minimi storici, dove mancano addirittura impianti di illuminazione, dove necessitano interventi di riqualificazione soprattutto nelle aree delle banchine. Lavoratori che svolgono attività che hanno tutte le caratteristiche dei lavori usuranti o gravosi ma che non vengono riconosciute come tali, Lavoratori che ogni giorno incrociano direttamente la questione della sicurezza sul lavoro rasentando costantemente il pericolo. È indispensabile avviare percorsi di formazione, dare incentivi alle imprese che investono in sicurezza e applicare incentivi per il pensionamento di chi pratica lavori usuranti, come avviene per chi si muove tra le navi e le banchine. Tutte misure che la grave situazione di incidenti sul lavoro, soprattutto in ambito portuale richiede con urgenza, perché chi lavora nei porti, nonostante il progresso tecnologico, deve affrontare ogni giorno numerose criticità. Sono innumerevoli i rischi da interferenza che i lavoratori corrono, autotrasportatori, portuali, marittimi, personale degli enti portuali e degli enti di controllo. Per questo è indispensabile tenere alta l’attenzione e avviare misure che limitino i rischi e garantiscano la sicurezza. Bisogna rafforzare i controlli, intercettare chi non rispetta le norme sulla sicurezza, rafforzare la formazione, a partire dai Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza che hanno un ruolo importantissimo all’interno delle aziende.

Come è fondamentale che il Governo intervenga nell’immediato sulla pressione fiscale che oggi è pari al 46%, con una evasione fiscale che è giunta a 110 miliardi di euro: da anni sentiamo parlare di lotta all’evasione ma né il governo precedente nè quello attuale hanno attuato interventi decisivi in tal senso. È necessario sostenere i salari attraverso la riduzione del cuneo fiscale e la priorità dovrebbe essere quella di abbassare il costo del lavoro per aumentare l’occupazione e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, senza dimenticare che inflazione e congiuntura negativa non possono pesare sempre e solo sui Lavoratori. La Uil ha ottenuto, prima che il Governo varasse la finanziaria, un intervento sulla detassazione della tredicesima, sulla detassazione degli aumenti contrattuali, degli accordi di secondo livello, in modo che attraverso questi elementi, i Lavoratori potessero finalmente vedere aumentare il netto in busta paga. E il Governo cosa ha fatto? Ha ridotto il cuneo fiscale in una misura così marginale che nelle tasche dei Lavoratori sono andati a finire appena 20 euro lordi. Poi ci chiediamo perché i nostri giovani sono costretti ad emigrare, perché lasciano la nostra terra, ancora chi chiediamo perché il lavoro non c’è. Ci domandiamo perché il reddito di cittadinanza sia uno strumento costruito in maniera sbagliata, perché sia stato eliminato senza pensare ad una misura alternativa. Non garantire un reddito a quelle famiglie che realmente ne hanno bisogno significa inevitabilmente impoverire ulteriormente le persone. Ci chiediamo perché in Italia abbiamo il sistema degli ammortizzatori sociali più complesso di tutta l’Europa, tra fondi bilaterali, cassa integrazione guadagni, cassa integrazione straordinaria, una infinità di elementi su cui non c’è una linea univoca che dovrebbe essere poi l’elemento di distinzione per rappresentare l’unità di trattamento per il mondo del lavoro. E come se non bastasse dobbiamo fare i conti con un’autonomia differenziata che aumenterà soltanto le disuguaglianze nel nostro Paese, perché pone in essere una condizione per la quale soprattutto le regioni del Centro Sud, già in ritardo di sviluppo, rischiano di subire notevoli peggioramenti sui servizi essenziali, quali scuola, sanità, infrastrutture. Occorrono livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Se questo Governo continuerà a non offrire un reale confronto su questi temi fondamentali per il futuro delle Lavoratrici e dei Lavoratori e per il futuro dell’intero Paese, la Uiltrasporti Campania sarà pronta a rivendicare i propri diritti e a scendere in piazza perché è il momento per il mondo del lavoro di essere ascoltato, perché siamo stanchi di vedere calpestati i diritti di chi lavora in nome della produttività, perché bisogna ribadire alla politica e al Governo che è giunto il momento di dare ascolto alle nostre rivendicazioni.