Esiste un decreto legislativo, il 71 del 2015, che riguarda i requisiti minimi di formazione della gente del mare, un provvedimento che dovrà attuare la direttiva 2012/35/UE e adeguare la formazione del personale di bordo alle disposizioni internazionali in materia di sicurezza della navigazione. Questo decreto si applica ai lavoratori marittimi italiani, ai lavoratori di Stati membri dell’U.E. e quelli di paesi terzi titolari di un certificato rilasciato da uno stato membro dell’U.E., che prestano servizio a bordo di navi battenti bandiera italiana adibita alla navigazione marittima. Cosicché i marittimi potranno svolgere la propria attività lavorativa a bordo delle navi solo se in possesso di questo ambito certificato IMO STCW che indica le competenze cui sono abilitati. In Italia i certificati sono stati rilasciati e rinnovati dalle capitanerie di porto con la durata di cinque anni, tutto questo fino all’emanazione del decreto 71 del 2015 che ha fissato in modo perentorio la loro scadenza al 1 gennaio 2017. L’obiettivo, secondo il Ministero alle Infrastrutture e Trasporti, è quello di preservare l’occupazione dei lavoratori marittimi italiani mettendoli alla stregua di tutti gli altri lavoratori internazionali e consentendo loro di spendere le proprie certificazioni in tutti i Paesi che fanno parte della convenzione STCW. Ma questo decreto invece preoccupa non poco i lavoratori del settore perché i centri di formazione, a cui possono accedere per entrare in possesso della certificazione richiesta, sono davvero pochi e altro problema da non sottovalutare è inoltre la scarsità di tempo che questi lavoratori hanno a disposizione per poter frequentare i corsi. Ma ormai una cosa è certa: la certificazione dovrà essere conseguita entro gennaio 2017. Se questo decreto diventa un’eludibile necessità, la modifica del codice della navigazione e la miriade di norme che spaziano dalla sicurezza alla salute dei lavoratori rappresentano un rischio per il livello occupazionale dei marittimi italiani, perché se non saranno in possesso di questa adeguata certificazione potranno rischiare di non imbarcarsi più. La formazione che questi lavoratori dovranno ricevere sarà conforme ai requisiti della Convenzione internazionale sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi, nota anche come Convenzione STCW ’78, una convenzione internazionale adottata il 7 luglio 1978 dall’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale). Nulla di contestabile quando si parla di formazione ma pensare che potrebbero rischiare di non salire più a bordo delle navi, se non in possesso dell’ambito certificato, spaventa e atterrisce i lavoratori che vedono sempre più vicino il pericolo per il loro livello occupazionale. Preoccupazioni che sono state già fatte presenti al Ministero dei Trasporti ed è aperto un tavolo permanente di confronto e di dialogo settoriale sul lavoro marittimo, presso la Capitaneria di Porto di Torre del Greco, che sta rappresentando un’importante occasione per operare una disamina tecnico informativa sul quadro degli adempimenti legati al decreto 71 del 2015 per poi relazionare il tutto al Comando Generale delle Capitanerie. L’unica cosa che realmente si spera è che il Ministero dei Trasporti possa trovare soluzioni per evitare qualsiasi ricaduta occupazionale in un settore così complicato come quello marittimo. Ce lo auguriamo di cuore.

Ciro D’Alesio