A Napoli, quella svolta tanto attesa per il trasporto pubblico locale, purtroppo, non è ancora arrivata nella misura auspicata. I problemi di mobilità nella città si contano ancora e, nonostante ciò, l’amministrazione comunale, proprietaria dell’Azienda Napoletana Mobilità, continua a presentare cronoprogrammi che per ora restano solo annunci dati in pasto ai media. Capita dunque che non solo non vengono concretizzati gli impegni, quelli difficili e che necessitano di tanto tempo per essere portati a termine, ma anche la lista impalpabile di piccole cose, di passi minuti e impegni semplici non vengono realizzati in questa città dalla mille contraddizioni e conflitti, che ogni giorno cerca di reagire e risollevarsi invocando il suo riscatto. Siamo davvero stanchi di annotare impegni solo sulla carta, stanchi di sentire proclami e avere poche certezze. Come poche certezze si hanno sul destino della linea 6 della metropolitana di Napoli, inaugurata lo scorso luglio e che funziona a “mezzo servizio”, chissà per quanto tempo ancora; apre alle 7.00 e chiude alle 15.30, si accompagnano i viaggiatori la mattina e si lasciano a piedi il pomeriggio. Il numero massimo di viaggiatori consentito, a causa della capienza dei treni (i vagoni sono davvero piccoli), è di massimo 150 persone, superato il limite, i tornelli d’ingresso impediscono l’accesso ad altri viaggiatori. Il primo cittadino Manfredi e l’Assessore ai Trasporti Cosenza lo annunciarono in pompa magna, “a settembre 2024 la linea 6 avrà un orario di esercizio regolare”: siamo a gennaio 2025, ancora mancano i nuovi treni, ancora c’è carenza di personale, ancora la linea 6 funziona ad orario ridotto. Nonostante le Organizzazioni Sindacali abbiano ribadito più volte la necessità di programmare in tempo utile le azioni da intraprendere per questa linea metropolitana, nonostante per l’incremento dei servizi della Linea 6 sia indispensabile prevedere mobilità interna del personale, come da accordi sottoscritti, e scorrimento delle graduatorie dei concorsi esterni espletati, oltre alla necessità di avviare un piano assunzionale funzionale all’incremento dei servizi, c’è chi di tutte queste necessità fa orecchie da mercante.
Per non parlare dell’altro nodo ancora irrisolto di ANM. La funicolare di Chiaia, chiusa per revisione ventennale (la prossima sarà Montesanto) da oltre due anni, la cui apertura è stata rinviata di mesi in mesi. L’infrastruttura avrebbe dovuto aprire i battenti entro la fine del mese di dicembre 2024. Anche in questo caso, da palazzo San Giacomo, non sono mancati grandi annunci in pompa magna che stridono però con la realtà dei fatti: quanto tempo bisognerà attendere ancora? Di sicuro, come ha dichiarato l’ANM in un comunicato stampa ufficiale, “i lavori di revisione ventennale per un impianto a fune come quello di Chiaia sono complessi e articolati” ma il tempo per rinnovare e modernizzare la Funicolare è trascorso, tutti gli interventi di opere civili e elettromeccaniche sono terminati. Si attendeva solo la sottoscrizione e la consegna del nulla osta da parte dell’agenzia Ansfisa, l’Ente deputato dal Ministero delle Infrastrutture e del Trasporti. Ebbene, il nulla osta è arrivato, dovrebbe partire il periodo di pre-esercizio a pieno carico, ovvero il funzionamento dell’impianto con vetture piene in modo tale da simulare un servizio in condizioni di affollamento. Dovrebbe, perché il condizionale è d’obbligo visto che per ora nulla è ufficiale. Non c’è ancora una data certa sulla riapertura. Restano invece non pochi i dubbi dei viaggiatori napoletani che a dispetto di ripetuti annunci di aperture si definiscono rassegnati davanti a date non più preventivabili. Inutile sottolineare in quale stato versa la situazione traffico al Vomero che, nel tempo, doveva essere attenuata dall’azienda ANM con l’impiego di autobus sostitutivi a copertura della tratta servita dalla funicolare chiusa, misura comunque non pervenuta. Anche la navetta NC che collega via Cimarosa con il Parco Margherita è stata sospesa.
Non c’è che dire, solamente che Napoli e i napoletani continuano a sperare di riavere presto un trasporto con la T maiuscola..
C’è una grande partita che riguarda il futuro prossimo di Napoli e soprattutto lo sviluppo potenziale dei servizi che sono rimasti indietro. Parliamo del sistema trasporto. Di programmazione. Di scelte razionali. Di diritto alla mobilità. Di progettare servizi in modo da rispondere in maniera adeguata alle esigenze di mobilità espresse dal territorio, sia in termini di quantità che di qualità e affidabilità. Siamo felici di sapere che a Napoli ci sono le stazioni più belle del mondo, siamo orgogliosi di ricevere premi prestigiosi come il “Prix Versailles” per la stazione di Chiaia della linea 6. Ma vogliamo i treni, i bus e le funicolari. Il sacrosanto diritto alla mobilità. Vogliamo un patto di responsabilità per il futuro del trasporto: meno proclami, più fatti..