È strano il rapporto che la città sviluppa con gli spazi abbandonati dai grandi progetti incompiuti. Le ragioni per le quali queste aree restano in attesa sono molteplici, a volte si tratta di cambi al vertice nella direzione politica di un territorio, fallimenti delle ditte costruttive, repentini cambi di idea del committente, ma anche ripensamenti da parte del progettista, che realizza di aver commesso degli errori strategici e vi scova delle imprecisioni tali da rendere necessario un ulteriore lavoro di riprogettazione. Nel frattempo, tuttavia, i siti di progetto continuano a restare sotto l’occhio attento dei cittadini che subiscono in maniera estremamente concreta lo stazionamento astratto e “purgatoriale” in cui versano questi lembi di territorio. La Napoli dei cantieri aperti e incompiuti fa spesso parlare di sé e in effetti il fenomeno dell’incompiuto è diventato ormai ingombrante, per troppo tempo stornato dallo sguardo della pubblica amministrazione ed è chiaro che il nostro territorio necessita di una nuova e più lungimirante progettualità programmatica, capace di trasformare in occasione i relitti delle disfatte pubbliche e degli inciuci speculativi.
La linea 6 di Napoli ha una storia lunga e accidentata ed è stata soggetta a diversi tentativi di riattivazione nel corso degli anni ma sempre evanescenti. Oggi sembra che il tempo dell’attesa sia terminato, la metropolitana della Linea 6 di Napoli aprirà a luglio. Ma non stiamo parlando di luglio 2025 o 2026. Nemmeno del 2027. Ma del prossimo luglio. Proprio così, ci siamo quasi. E lo sappiamo con certezza perché è quanto dichiarato dal primo cittadino, Gaetano Manfredi, dopo un sopralluogo effettuato insieme all’assessore Edoardo Cosenza il 28 marzo scorso nella stazione di nuova costruzione, Chiaia. In quell’occasione Manfredi ha assicurato che la Linea 6 è pronta per l’apertura, riaprirà i battenti esattamente il 1° luglio. La linea 6, che rappresenta un grande tassello per la mobilità della nostra città è chiusa da oltre 10 anni, dopo il crollo di palazzo Guevara di Bovino avvenuto la mattina del 4 marzo 2013 e ha vissuto un periodo di 40 anni dedicati a lavori, ipotesi, progetti e cantieri. La sua riapertura offrirà una soluzione di trasporto pubblico importante e strategica per l’area occidentale di Napoli, un motivo di crescita e sviluppo per la città, collegherà Piazza Municipio alla Mostra d’Oltremare e allo Stadio Maradona, passando per varie stazioni delle aree di Fuorigrotta e di Chiaia. Una linea metropolitana che di sicuro migliorerà la mobilità del nostro territorio, garantirà a Piazza Municipio l’interscambio con la linea 1 e, oltre a servire la zona di Chiaia e Fuorigrotta, con il suo tracciato arriverà anche a Bagnoli e Posillipo con una stazione in piazza San Luigi. L’amministrazione comunale ha lavorato alacremente su questo progetto, erano stati chiesti ed ottenuti già dal Governo Draghi i finanziamenti per la progettazione, concessi proprio per garantire una ripartenza rapida e la riqualificazione di Bagnoli. E si sa quanto possa essere importante la presenza di una metropolitana per una zona come Bagnoli, soprattutto se questa zona dovrà diventare luogo di aggregazione e di eventi; investire in un’area ben collegata dove è possibile mobilitare e spostare le persone sarà sicuramente più semplice per eventuali imprenditori.
Siamo al rush finale ma c’è qualcosa su cui bisognerebbe fare serie riflessioni e che comunque non convince quanti da anni sperano nell’apertura di questo asse così strategico per la mobilità cittadina: a seguito di un incontro in prefettura la Regione Campania ha riferito alle Organizzazioni Sindacali che le risorse che potrà mettere a disposizione per l’apertura della linea 6 ammontano al 50% della richiesta presentata dal Comune (pari a 10 milioni) per cui da luglio a dicembre la Regione potrà corrispondere 2,5 milioni di euro, il Comune da parte sua verserà l’altra quota del 50%, altri 2,5 milioni di euro. Dal prossimo anno invece la regione Campania potrebbe essere interessata da una riduzione dei corrispettivi ad oggi assegnati dal Fondo Nazionale dei Trasporti e questo significherebbe non avere garanzia di altri fondi per gli anni a venire. Nel mentre l’azienda ANM ha indetto una selezione esterna per l’assunzione di Capi Stazione, si prevedono ulteriori assunzioni di personale qualificato a tempo indeterminato e, morale della favola, da gennaio 2025 senza i fondi della regione si potrebbe rischiare di non poter continuare a garantire l’esercizio commerciale della linea 6 con il consequenziale pericolo di avere inoltre esubero di personale assunto proprio in occasione dell’apertura della linea 6. Che futuro avranno quindi questi neoassunti? ANM, da gennaio 2025, sarà in grado di sostenere il costo economico per l’esercizio commerciale della linea 6? Le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione e dal Comune che permetteranno l’apertura della Linea 6 ci sono oggi; del domani.. non c’è certezza, sia per la linea 6 ma anche per l’intera filiera del TPL, considerata l’eventuale riduzione dei corrispettivi del Fondo Nazionale dei Trasporti palesato dalla Regione.
Non vogliamo proprio immaginare che possa solo verificarsi l’ennesimo taglio del nastro con una successiva chiusura della linea 6, la storia a volte si ripete e auspichiamo che questa volta non sia così, perché la città di Napoli e i suoi cittadini meritano di riconquistare un pezzo di mobilità negato ormai da troppi anni.