Lo Sferisterio di Fuorigrotta, un tempo imponente impianto sportivo e punto di riferimento per la città di Napoli, giace da decenni in uno stato di abbandono e degrado. La sua storia è un triste esempio di come l’incuria e le vicissitudini abbiano potuto trasformare un luogo di gioia e di sport in un monumento all’oblio.

Costruito nel 1950, lo Sferisterio ospitava principalmente partite di pelota basca, ping pong e tamburello, attirando un pubblico numeroso e appassionato. Per trent’anni fu un punto di riferimento per la città, non solo per lo sport ma anche per eventi e concerti.

Il declino iniziò con il terremoto del 1980, che danneggiò la struttura. Due anni dopo, un attentato dinamitardo causò ulteriori danni. Ma la devastazione totale arrivò la notte di Capodanno del 1986, quando un incendio doloso distrusse completamente l’edificio, ad eccezione delle mura perimetrali.

Da allora, lo Sferisterio è rimasto in piedi come un fantasma, una ferita aperta nel tessuto urbano di Fuorigrotta. Numerosi progetti di riqualificazione si sono succeduti nel corso degli anni, ma nessuno è mai stato realizzato. L’ultimo in ordine di tempo, prevedeva la trasformazione dell’edificio in uno studentato, ma è stato bloccato dalla Soprintendenza per motivi di vincolo urbanistico. Infatti la sua auspicabile riqualificazione si scontra con diversi limiti tra cui proprio il fatto che la struttura è vincolata dalla Soprintendenza, impedendone un cambio di destinazione d’uso; inoltre andrebbe realizzata una verifica sulla conformità urbanistica delle strade circostanti.

Nel 2005 la società proprietaria della struttura presentò un progetto al Comune per far rinascere lo Sferisterio: grandi spazi, un’immensa pista di pattinaggio sul ghiaccio al piano superiore, eleganti sale per ritrovi, concerti, esposizioni, cultura. Il Consiglio Comunale autorizzò nel 2007 il progetto, varando una convenzione per l’apertura di quegli spazi anche ad uso pubblico. I disegni e i rendering di quell’iniziativa occhieggiano ancora oggi, beffardi, dalle pagine web di palazzo San Giacomo. Dall’autorizzazione sono passati quindici anni, l’immensa pista di ghiaccio è rimasta incastrata nei disegni.

La situazione attuale è, pertanto, ancora di stallo e di abbandono totale. Lo Sferisterio è inaccessibile, circondato da recinzioni e transenne, e rappresenta un pericolo per la pubblica sicurezza. I cittadini di Fuorigrotta chiedono a gran voce un intervento risolutivo, che restituisca alla città questo spazio storico e lo faccia rivivere in maniera nuova e funzionale.

Oltre al degrado fisico, lo Sferisterio rappresenta anche un simbolo del fallimento della politica e delle istituzioni locali. La sua storia è una parabola amara di sprechi, inefficienza e mancata tutela del patrimonio pubblico.

È tempo, però, di cambiare rotta.

La speranza è che si avvii concretamente un progetto concreto di riqualificazione che finalmente ponga fine a questa lunga stagione di abbandono.

Occorre solo la volontà politica di fare sul serio e di restituire alla città un luogo che ha fatto parte della sua storia e della sua identità. Lo Sferisterio di Fuorigrotta rappresenta anche la memoria di un’epoca passata, di un tempo in cui Napoli era una città vibrante e ricca di eventi. Un’epoca che, purtroppo, sembra essere tramontata. Ma per “esorcizzare” il fantasma dello Sferisterio occorre essere fattivi, agire.

Occorre che le istituzioni ascoltino l’appello di tutti gli abitanti del quartiere per far rivivere questo luogo simbolo di Napoli, perché la riqualificazione dello Sferisterio non è solo un’opera di edilizia, ma un’occasione per rilanciare l’intera area di Fuorigrotta e per dare un segnale di speranza a una città che ha bisogno di riscatto.

Un riscatto che appare quanto mai urgente considerate le diverse sparatorie avvenute negli ultimi mesi nel quartiere rendendolo teatro di stese, come in un far west. Da ultimo non può non menzionarsi l’ennesimo episodio di violenza dove una sparatoria ha visto coinvolta una mamma, ferita alla gamba da un colpo di pistola, mentre si trovava alle giostrine con la figlia proprio nella zona limitrofa allo Sferisterio. Certo occorre maggiore vigilanza, ma un certo tipo di violenza non può essere contrastata solo con i mezzi di polizia, perché non basterebbe un agente per ogni cittadino. Bisogna insistere sulla formazione culturale delle giovani generazioni, sul rispetto delle regole e, perché no, sulla rigenerazione di un territorio abbandonato rendendolo protagonista di nuove attività sportive e di vivaci attrattive culturali.