Cupi sono i tempi che si prospettano nell’imminente futuro. Tra una legge di bilancio che contiene misure maldestre e inadeguate e scellerate politiche del lavoro che mirano esclusivamente ad elevare gli indici di produttività spesso a discapito dei livelli di salute fisica, psicologica e sociale dei lavoratori, diventa sempre più ampia quella parte di operatori del settore che rischiano il tracollo. Stiamo parlando delle Lavoratrici e Lavoratori degli Appalti Ferroviari impiegati nella pulizia di treni e stazioni, nella ristorazione a bordo treno, nell’accompagnamento sui treni notte e nelle attività di piccola manutenzione. Se pur spesso invisibili e sottoposti ad alta intensità di lavoro e con una bassa composizione tecnologica è proprio grazie a queste donne e questi uomini che nelle stazioni ferroviarie, a bordo dei treni e nei vari impianti correlati di tutta la rete ferroviaria nazionale si garantisce il giusto decoro, un’adeguata pulizia e l’igiene necessaria.

Circa 12.000 lavoratori, distribuiti a livello nazionale in 65 aziende private, legati da un codice degli appalti che nonostante gli adeguamenti fatti nel corso del tempo resta ancora un testo lacunoso e antitetico. Soprattutto in merito alla trasparenza e all’informazione relativa ai bandi e alle gare espletate sempre più al massimo ribasso, che consentono alle aziende di partecipare ai bandi pubblici con offerte inferiori anche del 50 per cento rispetto al valore delle gare che non prevedono alcuna certezza su quale possa essere il corretto contratto di applicazione.  Aspetti che non fanno altro che minare un equilibrio già precario e a farne le spese sono sempre loro, i lavoratori, donne e uomini che continuano a subire peggioramenti in termini di ore lavorate, di retribuzione e purtroppo c’è anche chi nei vari passaggi di cambio di appalto non ha la garanzia di essere reintegrato o assorbito dal nuovo gestore. E poi ci sono quegli accordi di secondo livello con i quali si potrebbero definire nel dettaglio il perimetro lavorativo, le competenze, i carichi e i tempi delle attività quotidiane, si potrebbe migliorare la conciliazione tra vita e lavoro, sancire e applicare un welfare che per tutta la popolazione del mondo degli appalti ferroviari sembra oggi essere solo un lontano miraggio. Insomma, tutti strumenti che di certo aiuterebbero e allenterebbero una tensione fin troppo palpabile.

Ed invece anche questa volta possiamo affermare che alla cattiva sorte non c’è mai limite: ai lavoratori che operano negli appalti ferroviari sono stati riconosciuti buoni pasto del valore di Euro 5,20, un importo con il quale non si riesce a pagare nemmeno un pasto completo. Era doveroso e necessario portare avanti una forte azione sindacale nei confronti di tutte quelle aziende che operano negli appalti ferroviari finalizzata all’adeguamento economico del buono pasto oggi ancora più necessario vista la grave crisi economica, dovuta alla crescita smisurata dell’inflazione, buoni pasto che andrebbero riconosciuti a tutti i lavoratori del settore con l’importo massimo defiscalizzato (non soggetto a tassazione Irpef), come previsto dalla legge 27/12/2019 n.160 (legge di bilancio 2020). Questa è una situazione davvero paradossale considerato il particolare momento storico che sta vivendo il nostro Paese, con un’inflazione in continua crescita e il potere di acquisto di migliaia di famiglie sempre più assottigliato. Tanto c’è ancora da fare e tanto faremo come Uiltrasporti Campania.. Perché è nostro dovere contribuire a ricostruire un tessuto sociale lacerato dagli eventi e da una classe politica decisamente discutibile, perché in noi è forte l’obbligo morale di ridare dignità a tutte le Lavoratrici e i Lavoratori che abbiamo l’onere e l’onore di rappresentare.
Rosario Musella