Nuovi assetti societari, rideterminazione dei servizi, organizzazioni aziendali stravolte, lavoratori che potrebbero saltare da una realtà ad un’altra con condizioni e tutela diverse: elementi, questi, certamente non esaustivi che potrebbero far parte dello scenario futuro del trasporto pubblico locale campano, all’esito delle procedure di gara. Dunque, la gara del tpl, che la Regione Campania, con Delibera di Giunta n.793 del 19/12/2017, avviò per il tramite di una procedura europea tesa ad affidare i servizi minimi di trasporto pubblico locale e regionale su gomma. Lo stato dell’arte, oggi, consegna un quadro di sistema complesso e incerto per il futuro del tpl; entro il prossimo 10 novembre, infatti, le entità precedentemente selezionate dovranno procedere alla presentazione delle offerte, relativamente ai servizi da affidare sui quattro lotti in questione, specificando anche il relativo piano economico finanziario in relazione all’esercizio decennale degli stessi servizi minimi di trasporto. Un termine, quello del 10 novembre, più volte prorogato, prima conseguentemente alle diverse misure straordinarie attivate dal governo centrale per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, poi per consentire una ripresa del settore che ha subito, come del resto quasi tutti gli ambiti produttivi del Paese, gli effetti negativi della crisi derivata dall’emergenza sanitaria e dal conflitto in Ucraina. Due fenomeni che hanno senz’altro inciso in termini negativi sull’interno comparto già in difficoltà, un settore, quello del tpl, che sconta il taglio alle risorse del Fondo Nazionale che non sono state più rimpinguate dai vari governi avvicendatisi. Risorse insufficienti che, a seguito dell’emanazione di una disposizione governativa, potrebbero essere ulteriormente ridotte alle regioni che non procedono all’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale con procedure di evidenza pubblica, o comunque secondo il regolamento europeo (CE) n. 1370/2007. La Regione Campania a dicembre del 2017 attivò le procedure indicate dalla norma determinando, tra l’altro, secondo le risorse assegnate, il valore dei corrispettivi chilometrici per i 4 lotti di gara. Valori economici cristallizzati e riportati ad oggi che, ovviamente, non tengono conto degli aumentati costi generali e della sostenibilità necessaria da garantire al sistema tpl. In termini generali va sottolineato il quadro economico del Tpl nazionale realizzato dalle associazioni datoriali e riferito alle annualità 2022-2024, che ha messo in evidenza alcune tematiche rilevanti per il settore, come le perdite di ricavi da traffico, le risorse inadeguate per l’equilibrio economico-finanziario delle aziende, l’incremento dei costi di gasolio e del metano in aggiunta, ovviamente, alle risorse del Fondo Nazionale assolutamente inadeguate per un trasporto efficace.

Proprio a partire da queste enormi criticità, la Uiltrasporti, unitamente agli altri sindacati di settore e firmatari del contratto nazionale, ha avviato interlocuzioni con la Regione Campania evidenziando ulteriori difficoltà riguardo la gara. Numerosi interrogativi sono stati posti al riguardo: come si può sostenere un sistema così complesso come il tpl campano, atteso il citato quadro generale con le esigue risorse assegnate ai diversi lotti di gara e con il relativo costo chilometrico fermo al 2017? Come si può garantire una continuità dei servizi di tpl, quantomeno nella stessa misura attuale (anche se andrebbero aumentati/migliorati), con un costo chilometrico che potrebbe subire anche ribassi nella fase di gara? Quali garanzie, dunque, per utenti e cittadini ai quali va assicurato un diritto costituzionale? Quali tutele durante e dopo la gara, in termini occupazionali e salariali, saranno assicurate ai lavoratori diretti, indiretti e dell’indotto? Insomma, uno scenario a dir poco preoccupante. Un processo di gara poi, che, oltretutto, mette in discussione il grandissimo lavoro svolto in questi anni dal Sindacato e dalla stessa regione nella costruzione dell’azienda unica regionale su gomma. Nel 2021, infatti, con l’approvazione della delibera regionale sulla riorganizzazione delle aziende di trasporto pubblico locale, è stato varato un nuovo modello di gestione dei trasporti avviando il progetto di azienda unica per la conduzione dei sevizi su gomma, un modello nuovo volto a una gestione esclusiva e funzionale al servizio di trasporto pubblico locale; conduzione affidata alla società Air di Avellino. Negli ultimi due anni, proprio nel solco del nuovo modello, si sono realizzati operazioni straordinarie intervenendo nelle diverse problematiche che hanno coinvolto società storiche del settore, come Ctp, Clp e Buonotourist. Grazie alle intese raggiunte dalle parti coinvolte (Uiltrasporti, le altre Organizzazioni Sindacali e la Regione Campania) è stata assicurata la continuità dei servizi affidati ad Air e in parte ad Eav e salvaguardata l’occupazione di tutti i dipendenti. La procedura di gara in questione, al netto di tutte le criticità rilevate, rappresenta, in relazione al processo di azienda unica regionale, una assoluta contraddizione. Disfare il lavoro svolto, con il quale si è messo in rete il comparto su più territori della regione, armonizzata la produzione ed eliminate le sovrapposizioni, sarebbe un epilogo distruttivo per l’intero sistema del tpl. È necessario, invece, soprassedere alla gara e proseguire e completare la realizzazione dell’azienda unica regionale, garantendo, attraverso la società Air, individuata per tale mission, un futuro decoroso al tpl ed ai Lavoratori ai quali, senza ombra di smentita, è indispensabile preservare i diritti sia occupazionali che salariali. Il trasporto pubblico, in quanto tale, va sostenuto e protetto da possibili speculazioni, così come il diritto alla mobilità, al lavoro ed al salario giusto vanno assolutamente garantiti.

È evidente, come si diceva, che resta il tema della riduzione delle risorse al settore, previsto dalle norme in caso di mancato affidamento dei servizi di tpl con procedure di evidenza pubblica o, specificatamente per la Campania, nell’eventualità di interruzione del processo di gara; un taglio del’10% al valore dei corrispettivi dei contratti e dunque una presumibile restrizione dei servizi. Questa possibilità, tuttavia, va posta in relazione ad un’altra condizione, infatti la regione Campania, all’esito dell’eventuale assegnazione dei servizi tramite la gara, sarà tenuta ad adeguare, all’indice Istat di quel momento, il valore dei corrispettivi chilometrici dei servizi, importi (facendo una previsione più meno verosimile) oltremodo superiori a quelli determinati dal taglio del 10% previsto con il blocco del processo di gara. Anche questa, di fatto, una contraddizione nel quadro di insieme rappresentato. Dunque, per la Campania, meglio interrompere la gara e avere un taglio del 10 % dei corrispettivi, oppure seguire il solco tracciato e rimetterci più risorse nel tpl di quanto ne impiega normalmente stravolgendo il contesto attuale e destabilizzando il settore? Argomenti sui quali la Uiltrasporti, assieme alle altre Organizzazioni Sindacali, hanno già effettuato le necessarie e urgenti analisi del caso per le quali, rivendicando il progetto iniziato e da completare dell’azienda unica regionale, che consolida nel suo complesso il sistema generale del tpl, si sono attivate le procedure di raffreddamento per una vertenza unica, profonda e degna di essere affrontata con tutto l’impulso necessario, anche attraverso la proclamazione dello sciopero generale di settore, avendo chiaro il risultato da raggiungere.