Secondo incontro del progetto “Diamo voce al Paese Reale” organizzato dalla Uiltrasporti Campania presso la sede di piazzale Pisacane, alla presenza di Antonio Aiello, Segretario Generale Uiltrasporti Campania, Annalisa Servo, Segretario Organizzativo, e Fabio Gigli, Segretario Regionale Servizi Ambientali.

Tanti gli interventi delle Lavoratrici e dei Lavoratori del comparto, un settore complesso in cui garantire ed erogare servizi fondamentali per i cittadini e per la qualità della loro vita: dalla gestione del sistema dei rifiuti al ciclo integrato di raccolta, smaltimento e riuso. Un settore, anche questo, in cui si lotta ogni giorno per migliorare le condizioni di lavoro di tutti gli addetti, per difendere i contratti di settore, per tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, per garantire la tutela dell’occupazione e dei diritti nei cambi di appalto per la gestione del servizio, per salvaguardare l’ambiente e valorizzare il lavoro. Dalla voce dei Lavoratori che hanno preso parte alla discussione è emersa una profonda sfiducia nella politica che invece di innalzare il potere di acquisto degli stipendi è interessata a creare sempre maggior divario tra il Nord e il Sud del nostro paese.

Sono state evidenziate, altresì, le tante difficoltà dovute agli impianti fatiscenti, alla mancanza del ciclo integrato dei rifiuti che potrebbe produrre ricchezza e ai problemi legati all’assenza di sicurezza. Delicata la situazione di alcune aziende come Asia Benevento e Irpiniambiente, la cui privatizzazione messa in atto dal Comune di Avellino sta destando molta preoccupazione. Tutti i partecipanti al dibattito hanno chiesto con forza l’intervento del Sindacato che con pragmatismo deve far sentire la sua voce.

E la Uiltrasporti, Sindacato delle Persone, così come ricordato dai Segretari Aiello e Gigli, è attenta alle tematiche sociali e alle manovre economiche del Governo che stanno penalizzando i soggetti più deboli. La cancellazione del reddito di cittadinanza, in particolare, sta gettando migliaia di persone in povertà e aprendo scenari di disperazione sociale. La sua eliminazione creerà tensioni sociali alimentando le organizzazioni criminali e camorristiche e amplierà sempre di più il divario sociale emarginando i più deboli e poveri. Come ha ricordato lo stesso Gigli: “chi ha fame non ragiona, chi ha fame chiede con forza la risoluzione dei problemi”! E questi problemi diventeranno sempre più grandi con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del Ddl sull’autonomia differenziata che rischia di minare dalle fondamenta l’unità e la coesione nazionale; il Governo, in tal modo, potrebbe spaccare in due il nostro Paese. Prima di parlare di autonomia differenziata bisogna garantire su tutto il territorio nazionale gli stessi diritti e le stesse condizioni di vita: non è possibile accettare divergenze a livello di scuola, di sanità, di infrastrutture, di politiche energetiche e di contratti di lavoro.

Eppure, come ricordato da Aiello: “già con la riforma del Titolo V della nostra Costituzione del 2001 furono istituiti i LEP, ovvero i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che dovevano essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale”. Purtroppo sono ancora molti i settori in cui i LEP non sono stati definiti e ciò rappresenta una questione istituzionale di primaria importanza, perché significa che il dettato costituzionale resta inattuato su un punto dirimente. Se i LEP, e quindi gli stessi diritti e le stesse condizioni di vita, venissero garantiti uniformemente su tutto il territorio nazionale potremmo parlare di autonomia differenziata. Tutti hanno il diritto di vivere la stessa qualità della vita e non è il momento di aumentare le diseguaglianze ma di colmarle, è il momento di recuperare tutti i ritardi perché ad essere in ritardo non è solo il Mezzogiorno ma l’Italia. Anche i finanziamenti stanziati per il PNRR dovevano servire per recuperare il gap tra Nord e Sud ma, purtroppo, la direzione intrapresa è stata tutt’altra. Per il Sindacato, ora più che mai, è importante intervenire anche sul blocco delle cessioni dei crediti derivanti dai bonus edilizi che, altrimenti, rischia di danneggiare fortemente non solo un comparto, ma un’intera politica, sia economica che ambientale, con danni ingenti sia all’occupazione che alla crescita. Con il blocco totale della cessione del credito, infatti, molte imprese rischieranno il fallimento e molti Lavoratori il licenziamento. Occorre, altresì, lottare per aumentare il potere di acquisto dei Lavoratori attraverso l’abbattimento del cuneo fiscale e attraverso i rinnovi contrattuali e garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, valore imprescindibile per una società moderna.

Come ribadito con forza dal Segretario Generale Aiello “Abbiamo il dovere di vigilare sulla sicurezza affinché le norme vengano applicate e rispettate; occorrerebbe istituire un nuovo reato, quello di omicidio sul lavoro”. Siamo in una fase, purtroppo, in cui vengono messi in discussione il destino dei giovani e del nostro paese, in cui si negano i diritti civili. E proprio per questo è il momento di costruire una grande opposizione non politica ma sociale, una grande mobilitazione fatta dai sentimenti e dai valori delle Persone e dei Lavoratori.