E’ finalmente arrivata, nella giornata del 24 febbraio, l’approvazione definitiva del Senato al Disegno Legge di conversione del Decreto Milleproroghe, il Decreto – legge recante “disposizioni urgenti in materia di termini legislativi” che proroga al 2022 diverse scadenze originariamente previste per la fine dell’anno scorso e adotta alcune misure straordinarie di sostegno economico. La Camera aveva già confermato la fiducia la scorsa settimana e, quindi, il decreto ha positivamente concluso l’iter di conversione in legge.

Tra le disposizioni previste dal Milleproroghe c’è non solo l’estensione, fino a giugno 2022, delle misure di sostegno ai lavoratori portuali che a seguito dell’emergenza Covid hanno svolto meno giornate di lavoro ma, soprattutto, un primo e fondamentale stanziamento per la creazione di un fondo per il Pensionamento anticipato di tutti i lavoratori portuali, che sarà ricavato dall’1% delle entrate derivate da tasse di imbarco e sbarco delle Autorità di Sistema Portuali.

In particolare, come spiegato dal Segretario Generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, il fondo di accompagnamento all’esodo interesserà tutti i Lavoratori dei porti italiani, sia i dipendenti delle imprese e dei Terminal (ex articoli 16 e 18 della legge 84/94) sia quelli delle Autorità di Sistema Portuale. Tutti i lavoratori del comparto portuale avranno così pari dignità e diritti. Va infatti ricordato che con il riordino della legislazione portuale, al comma 15-bis dell’art. 17 della Legge 84/94, si prevedevano già delle misure di incentivazione al pensionamento degli addetti alla fornitura di lavoro temporaneo per l’esecuzione delle operazioni e dei servizi portuali.

Le Organizzazioni Sindacali, pertanto, hanno richiesto, da tempo e con insistenza, che il Governo colmasse questa iniquità rispetto ad altri settori produttivi del comparto consentendo così, a tutti i lavoratori dei porti, uguali diritti e pari dignità.

Visto il raggiungimento di questo rilevante traguardo, estrema soddisfazione è stata espressa dal mondo sindacale e anche dal presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, che ha sottolineato i due obiettivi importanti del fondo esodo per i porti:

  • accompagnare alla pensione i lavoratori fragili;
  • favorire un ricambio generazionale.

Proprio come ricordato dallo stesso Tarlazzi, questa misura “consente un ricambio generazionale nelle banchine, in considerazione delle caratteristiche usuranti del lavoro portuale ed in vista dei processi di automazione che interessano sempre più il settore”. Il turnover, in buona sostanza, consentirà di avviare il ricambio generazionale all’interno di una categoria di lavoratori che nei prossimi anni farà registrare una media anagrafica incompatibile con la gravosità del lavoro svolto nei porti e di offrire una protezione economica a chi è impegnato in un settore tra i più duramente colpiti dalla pandemia. Questo, infatti, è sicuramente un aiuto concreto per la ripartenza dei porti che, nonostante abbiano retto il colpo del calo dei traffici, devono comunque trovarsi nelle condizioni di affrontare la competitività connessa alla ripresa post-pandemica.

Tuttavia, in questa fase di profonda trasformazione e rilancio del comparto portuale, appare quanto mai necessario e urgente occuparsi anche di altre importanti questioni come quella del piano dell’organico del porto e prevedere un ulteriore sostegno per le vittime da amianto.