C’è chi potrebbe pensare che Napoli abbia tanti primati negativi che offuscano la sua innata grandezza, a cominciare dalla disoccupazione, la criminalità, l’inefficienza dei mezzi pubblici, lo scarso senso civico, il mancato rispetto delle regole, problemi che attanagliano la bellissima polis e che le attribuiscono un velo torbido che sarebbe giusto sollevare sin da subito; si dovrebbe avere il coraggio e l’onestà intellettuale di poter smentire i soliti stereotipi. Napoli ha forse un unico e vero primato, quello di essere unica, in tutto quello che fa e in tutto quello che esprime. Napoli primeggia. Sempre e ovunque. E sebbene le partite che gioca non siano sempre vincenti, è la tattica della sua squadra che fa la vera differenza. C’è chi sostiene che nella città partenopea la regolarità è un evento raro, che dove finisce la normalità inizia poi questa città. Ma Napoli ha qualcosa che probabilmente le altre città non hanno e se lo hanno non è uguale a quello che c’è qui. “Napoli è bella, è una vera cartolina, sono i suoi pastori che andrebbero cambiati”. Invece no, non è proprio così. Sono proprio coloro che la vivono, che la abitano, che la popolano che fanno grandioso questo territorio che non ha assolutamente nulla da invidiare alle altre realtà della nostra penisola, con la sua cultura inimitabile e ineguagliabile, con l’università, lo spettacolo, lo sport, con quella inarrestabile voglia dell’arrangiarsi, con la pacienza, così come si dice dalle nostre parti.

‘A pacienza è la vera arte del popolo napoletano, il carattere distintivo dei cittadini partenopei che tentano di affrontare ogni vicissitudine quotidiana con uno spirito non remissivo ma di estremo coraggio. La pazienza di accettare tutte le cose assurde che accadono che è poi proporzionale alla grande forza di reagire, di risolvere, di sfidare. Perché i napoletani hanno la brillante capacità di inventare e reiventarsi, di guadagnare alla giornata, di essere felici soltanto guardando il mare, passeggiando tra le stradine, canticchiando canzoni e non dormendo la notte per pensare a cosa inventarsi da fare il giorno successivo. Solo a Napoli può capitarti di incrociare al semaforo qualcuno che per pochi spiccioli ti pulisce il tergicristallo in una giornata piovosa, solo a Napoli ti capita di entrare in un bar senza neanche un euro in tasca e poter bere il caffè sospeso della giornata, solo a Napoli può capitarti di essere accerchiato da una moltitudine di persone che fa a botte per accompagnarti in ospedale se inciampi per strada. Perché il cuore dei napoletani è grande quanto il golfo di Napoli, è immenso come il mare che circonda la città, è vero come i mille colori e i mille sapori che solo qui si trovano. Mare, poesia, teatro, veracità, arte, moda, gusto, qui è tutto un tripudio di vitalità e allegria. Un primato che nessuno può toglierci, l’immagine di una città sempre viva e cha ha la capacità e la forza di risollevarsi sempre e comunque.

Vivere e crescere in questa città è un privilegio che solo chi la vive può realmente comprendere. Non serve inneggiarla, non serve decantarla o descriverla. Ci hanno pensato a farlo i numerosi artisti, cantanti, attori, scrittori. L’hanno celebrata e resa ancora più bella in un racconto corale, dove il filo comune è dato dall’amore per questa terra, attraverso protagonisti e realtà di eccellenza che hanno dato vita alla vera cultura partenopea. A chi ha tentato di denigrarla, svilirla e offenderla viene spontaneo dire che non ci riuscirà mai. È complicato scrivere Napoli in poche righe, bisognerebbe addentrarsi nelle viscere labirintiche di una città e del suo popolo e avere la capacità di uscire nella solare e pittoresca terra. Napoli non è una città, è un mondo, un punto di riferimento culturale per l’intero Mediterraneo, culla della civiltà occidentale che ha un solo grande primato, quello di essere unica, straordinaria e fatta di abitanti con grande orgoglio identitario. Si dovrebbe augurare a chiunque di venire almeno una volta in questo luogo tracotante di immensa bellezza, basterebbe sedersi su uno scoglio a Mergellina, con un tarallo e una birra, guardare sua maestà il Vesuvio dall’alto della sua imponenza, chiudere gli occhi per un attimo, respirare l’odore del mare e avere la fortuna di ascoltare in lontananza il canto della sirena Partenope. “Napoli per me non è la città di Napoli ma solo una componente dell’animo umano che so di poter trovare in tutte le persone, siano esse napoletane o no. A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l’ultima speranza che resta alla razza umana”. – Luciano De Crescenzo, dal libro Così parlò Bellavista.