Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, tre porti molto diversi, accorpati dal 2018 in un’unica realtà governativa, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale. In questi anni, costantemente, sono state sempre più evidenti le differenti caratteristiche dei tre scali campani, per dimensione, tipologia di traffico, morfologia e rapporto con il waterfront cittadino. Ma non solo: le diversità si sono fatte sentire anche nell’applicazione dei canoni demaniali e dei diritti portuali nelle tre circoscrizioni. È per questo che l’Autorità di Sistema ha deciso di avviare un procedimento di revisione finalizzato a un riallineamento e un’armonizzazione delle tariffe in modo da renderle omogenee, ragionevoli e di facile applicazione. Un percorso per nulla semplice, vincolato dalla necessità di garantire l’equilibrio del bilancio dell’AdSP in termini di entrate ed uscite. Una scelta, quindi, da ponderare con cautela, e per riuscirci il Presidente dell’Authority campana, Andrea Annunziata, ha costituito un gruppo di lavoro in seno all’Organismo di partenariato della risorsa mare. Dopo un attento studio effettuato dal gruppo, coadiuvato dalla dirigenza dell’Ente, è stato redatto un “Documento di fattibilità del riallineamento tariffario nei sedimi di Napoli, Salerno e Castellammare” approvato nel Comitato di Gestione del 13 dicembre scorso. Nel documento è stata testata la fattibilità dell’operazione in termini di impatto di bilancio dell’AdSP simulando un modello di sviluppo delle tariffe (vecchie e nuove) applicate sui dati statistici del 2019, ultimo anno, pre-pandemia, da poter prendere come riferimento.

Dal modello sviluppato è risultato, in termini economici, un ribasso tendenziale per il Porto di Napoli e una sostanziale invarianza per quello di Salerno. Un onere, questo, apparentemente negativo che tuttavia sarà assorbito nel bilancio dell’AdSP. Ovviamente, l’Amministrazione portuale è cosciente che sarà necessario un costante monitoraggio dell’andamento delle entrate per poter adottare eventuali azioni correttive di ripristino, per far fronte ad eventuali andamenti negativi che compromettano l’equilibrio generale del bilancio dell’AdSP. È evidente che questo riallineamento tariffario, oltre ad incentivare maggiore integrazione e parità di trattamento per tutte le imprese operanti nei porti, rappresenta un sostegno alle aziende, legato soprattutto al momento di crisi economica post pandemica. Pertanto, il fine sotteso a questa operazione è senz’altro una maggiore competitività del sistema portuale con un conseguente rilancio economico. Ed è proprio in questo contesto che anche il Sindacato, con la presenza nel gruppo di lavoro del Segretario Generale della Uiltrasporti Campania, Antonio Aiello, ha fornito il giusto apporto volto a tutelare, come sempre, i lavoratori portuali e a garantirne la sicurezza. Proprio grazie all’intervento del Sindacato, relativamente alle nuove ipotesi tariffarie per i canoni di impresa, è stato possibile prevedere nel Documento, oltre ad un incentivo per il ricorso al lavoro temporaneo (ex art. 17 L. 84/94), un’ ipotesi di riduzione del canone, nella misura del 5%, applicabile solo alle Imprese che rispettano il protocollo su sicurezza ed ambiente e a cui non siano comminate sanzioni per inadempienze nell’applicazione del CCNL porti e nelle tutele previste dalla Legge n. 300/70 (Statuto dei Lavoratori). Una puntualizzazione, questa, che rappresenta un’importante garanzia della “dignità” dei lavoratori contro la prevaricazione dei datori di lavoro ed il mancato rispetto della normativa di settore.