Firmato il Protocollo di intenti tra Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile e le Organizzazioni Sindacali nazionali Filt-Cgil – Fit-Cisl – Uiltrasporti

Pochi giorni fa, i Segretari Generali di Uiltrasporti Claudio Tarlazzi, Filt-Cgil Stefano Malorgio e Fit-Cisl Salvatore Pellecchia affermavano: “Nonostante l’interlocuzione aperta con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile in merito alle nostre proposte, sui porti il Governo sta andando in direzione decisamente opposta alle nostre richieste, non favorendo affatto il settore”. In buona sostanza sui porti, così come sul trasporto aereo e sul trasporto pubblico locale, è in corso un dialogo con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile che, fino ad oggi, è apparso non ascoltare le richieste del Sindacato, presentando interventi normativi opposti a quanto sollecitato, con il rischio quindi di indebolire il sistema portuale italiano. I temi, al centro del dibattito politico, di fondamentale importanza per la realtà portuale dell’intero Paese sono:

  • la proposta di riscrittura dell’articolo 18 della legge 84/94 attraverso l’articolo 3 del Dl Concorrenza che rischia di pesare negativamente sulle autorità di sistema portuale;
  • un fondo di accompagnamento all’esodo per i lavoratori portuali, già richiesto dalle organizzazioni;
  • delle soluzioni al tema dell’autoproduzione che, dopo l’intervento normativo contenuto nell’articolo 199 bis della legge 77/2020, attende ancora oggi l’indispensabile decreto attuativo che non deve snaturare la norma primaria;
  • un intervento deciso sul tema della sicurezza sul lavoro;
  • una concreta risposta sulla necessità di far rientrare il lavoro portuale tra i lavori usuranti.

In particolare, riguardo alla proposta di riscrittura dell’art. 18 della L. 84/94, a destare particolare preoccupazione è il superamento del divieto di cumulo delle concessioni. Per i porti di interesse nazionale e internazionale, un tale intervento oltre a poter determinare un abuso di posizione dominante, rappresenterebbe un pericolo perché, di fondo, non vi è nessun disposto normativo che impedisca l’interscambio di personale e quindi di manodopera tra diverse aree in concessione. Questo approccio indebolirebbe gravemente l’assetto del mercato regolato portuale, altamente efficiente e flessibile anche attraverso il pool di manodopera in capo all’ articolo 17. Per tali motivazioni era stato indetto, per il giorno 17 dicembre scorso, uno sciopero generale di 24 ore dei Porti. Ebbene, dopo un lungo ed intenso confronto delle Segreterie nazionali con il MIMS, si è aperta una interlocuzione specifica sulle proposte sindacali, in particolare sui Porti, con la richiesta da parte delle Organizzazioni Sindacali di attivare tavoli tematici. Al termine si è giunti alla sottoscrizione di uno specifico verbale con relativo Protocollo di Intenti che conseguentemente ha portato alla sospensione dello sciopero nazionale programmato per il 17 dicembre u.s..

Il Protocollo, accogliendo le rivendicazioni delle Organizzazioni Sindacali, e a sostegno dell’intera comunità dei lavoratori dei porti, è stato sottoscritto con lo scopo di concordare con le parti sociali la trattazione delle specifiche tematiche di settore. Ciò “attraverso la costituzione di un tavolo permanente nel quale affrontare in modo organico le tematiche portuali – partendo dalla concreta attuazione della riforma della legge 84/1994 come modificata dal decreto legislativo 169/2016 – anche attraverso il coinvolgimento delle altre istituzioni di volta in volta interessate ed un confronto fattivo e partecipativo con le parti sociali e tutti gli stakeholder interessati”. In particolare, nel corso dei prossimi incontri ci si confronterà sull’esigenza di rafforzare la competitività del sistema portuale nazionale e sulle proposte normative, relative ai porti, inserite nel “Decreto Concorrenza”, anche al fine di produrre proposte di modifica, laddove necessario. Particolare attenzione verrà data anche alla necessità di favorire e sostenere ogni azione utile al riconoscimento del lavoro portuale tra i lavori gravosi ed usuranti. Da oggi, pertanto, sarà compito del Sindacato vigilare e monitorare costantemente sugli impegni che il Mims ha assunto affinché ai lavoratori dei porti possano arrivare le giuste risposte che da tanto, forse troppo, aspettano.