La Corte Costituzionale, con la sentenza 23 novembre 2021, n. 218, ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art.177 del Codice degli Appalti. La norma in questione prevedeva sostanzialmente la fine degli affidamenti “in house” da parte delle pubbliche amministrazioni, con l’obbligo di affidare a privati, entro il 31 dicembre 2022, almeno l’80% dei servizi erogati da società partecipate.

Dal controllo pubblico su attività strategiche si sarebbe passati ad affidamenti con gare al massimo ribasso, senza alcuna affidabile garanzia per la qualità dei servizi erogati al cittadino. Una liberalizzazione incontrollata che avrebbe aperto inquietanti scenari di instabilità occupazionale in settori strategici quali, ad esempio, la distribuzione di energia elettrica e gas.

Tra i comparti che sarebbero stati più colpiti da questa norma insensata c’era anche quello dell’igiene ambientale. Facile immaginare gli scenari, anche di infiltrazione da parte di capitali di oscura provenienza, che una liberalizzazione selvaggia avrebbe creato in un comparto così delicato, soprattutto nel Mezzogiorno. Scenari contro cui sono scesi in campo direttamente i lavoratori.

Non a caso il 30 giugno di quest’anno gli operatori dell’igiene ambientale, insieme ai lavoratori degli altri comparti interessati, parteciparono con altissime percentuali di adesione allo sciopero nazionale che la UilTrasporti ed altri Sindacati avevano proclamato proprio per chiedere l’abrogazione di quella norma.

La sentenza della Corte Costituzionale, quindi, rappresenta una vittoria per i lavoratori che vedono chiudersi positivamente una vertenza estremamente delicata. Un successo della mobilitazione che la UilTrasporti, insieme agli Sindacati di categoria, aveva attivato contro lo smantellamento del comparto igiene ambientale.

La battaglia vinta, però, non elimina del tutto i rischi di privatizzazioni selvagge nel mondo dei servizi pubblici. Nuove nubi all’orizzonte potrebbero nascondersi tra le righe del D.L. “Concorrenza”, con nuove forzature che potrebbero sacrificare all’utile d’impresa il controllo pubblico su servizi strategici, compresi quelli di igiene ambientale.

Come i lavoratori hanno dimostrato il 30 giugno, se sarà necessario aderiranno nuovamente agli appelli alla mobilitazione della UilTrasporti e degli altri Sindacati. Perché una cosa è certa. È finita la battaglia per l’abrogazione dell’art.177, ma non si è esaurita la determinazione del Sindacato a contrastare ogni tentativo di smantellare il comparto dell’igiene ambientale.