Castellammare di Stabia, 15 e 16 novembre – In uno scenario incantevole immerso nel golfo di Napoli, al Towers Hotel Stabiae Sorrento Coast, si è svolto il Meeting Nazionale sugli Appalti, Servizi di Pulizia, Servizi Integrati e Multiservizi. Due giornate di intense riflessioni, con numerosi temi affrontati e proposte formulate. Un comparto questo di circa 600 mila lavoratori e lavoratrici addetti delle imprese di pulizia, servizi integrati/multiservizi che operano in regime di appalto e che, soprattutto durante la fase pandemica, si è contraddistinto per senso di responsabilità, per sacrifici profusi su un’attività così importante per il nostro Paese, in tutti i luoghi di lavoro. Uomini e donne poco considerati ma il cui lavoro è di estrema importanza. E sono proprio loro che invece meritano più attenzione, sono loro che hanno necessità di avere più risposte concrete, più garanzie, più tutele. È ciò che è emerso in questi giorni di discussione, ed è inutile negarlo, questo mondo è uno spaccato importante del nostro modello sociale italiano che va sicuramente riformato con condizioni di lavoro migliori, un modello sociale del Paese che va cambiato partendo proprio dal buon lavoro. Ciò che evidenzia, durante l’apertura dei lavori all’attivo sindacale il Segretario Nazionale, Marco Verzari, nella sua relazione, è la soddisfazione sull’intesa raggiunta per la definizione dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Nazionale, sottoscritta con le associazioni imprenditoriali di settore lo scorso 8 giugno, ad oltre 8 anni dalla precedente scadenza. Un nuovo contratto nazionale che decorre da luglio 2021 e che scadrà il 31 dicembre 2024, che prevede un aumento economico di 120 € a regime per il 2° livello, con prima trance di 40 € a luglio 2021 e ultima trance di 10 € a luglio 2025, per una massa salariale complessiva pari a 3.430 € nel periodo di vigenza contrattuale. In 20 anni si sono ottenuti solo 4 rinnovi contrattuali per una vigenza complessiva di 23 anni e mezzo, fatto molto grave, che evidenzia quanto questo settore viva in un panorama estremamente frammentato, fatto spesso di aziende evidentemente non ancora strutturate per offrire servizi professionalmente all’altezza, non in grado di offrire giuste garanzie ai propri dipendenti sia in termini qualitativi che economici. Lavoratori che operano in un costante clima di insicurezza, di precarietà, a volte senza nemmeno i dispositivi di protezione individuale, con contratti di lavoro di poche ore, guadagnando poche centinaia di euro al mese, con la triste consapevolezza di non poter garantire stabilità economica alle proprie famiglie.
“Stiamo lavorando per l’aggiornamento delle tabelle di costo orario del lavoro” incalza Verzari, “attraverso la bilateralità stiamo cercando di definire un documento che rappresenti il minimo comune denominatore per tutti i lavoratori su argomenti come salute e sicurezza nei luoghi di lavoro affinché siano garantiti migliori condizioni di lavoro con spesa minima economica. È necessario, nella stesura del ccnl, l’adeguamento dell’impianto normativo rispetto alle evoluzioni delle norme intervenute, in questi anni, con i dispositivi di legge. Questo quadro regolatorio si aggrava se si pensa ai numerosi contratti pirata che concorrono a determinare ed alimentare forme di dumping contrattuale”. Perché purtroppo ancora si continua a scegliere questi accordi negoziati e poi firmati da sindacati minori, privi di una reale rappresentatività, e da compiacenti associazioni imprenditoriali, con la mera finalità di costituire un’alternativa rispetto al contratto collettivo nazionale di lavoro.
“È arrivato il momento di costruire tutele maggiori per i lavoratori di questo comparto” dichiara la Vice Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Loredana Raia, intervenuta al meeting, “è necessario dare loro garanzie contrattuali, più stabilità, maggiore certezza economica. Come rappresentante istituzionale voglio essere al servizio di coloro che non sono il fanalino di coda della nostra società ma lavoratori che per la dignità che esprimono, l’impegno che mettono e la preziosità del lavoro che svolgono sono coloro che meritano l’attenzione del Sindacato e della Politica”. L’obiettivo è unico: ridare dignità a quei lavoratori che vivono di poche certezze in una precarietà quotidiana e che quindi hanno bisogno di maggiore attenzione da parte di tutte le Istituzioni locali e di un Sindacato che li accompagni e rappresenti durante le loro lotte. Lavoratori che sono legati al fenomeno dei passaggi di appalti fatti con gare al massimo ribasso, dove la discriminante per la scelta del fornitore è il prezzo. L’ente appaltante stabilisce una serie di requisiti tecnico/qualitativi, in assenza dei quali non è possibile partecipare alla gara. A parità di condizioni di accesso, i diversi competitor propongono dunque l’offerta economica che ha più probabilità di vincere, cioè la più bassa possibile, gare molto pericolose perché si rischia di avere offerte che possono inficiare la qualità del servizio. Le gare al massimo ribasso tolgono qualità ai servizi e diritti ai lavoratori: diritto ad avere una equa retribuzione e a lavorare in luoghi sicuri. E molto spesso, anche le aziende più virtuose ne sono tentate, per non incorrere nel rischio di uscire dal mercato. Nel nostro Paese si stanno verificando situazioni paradossali: non si appalta per logiche organizzative ma il più delle volte solo per risparmiare, si appaltano spesso i segmenti del core business delle aziende, piccole società che non investono sulla qualificazione del lavoro, sulla formazione, sull’efficientamento dei servizi, sulla sicurezza nel lavoro; partecipare ad una gara al massimo ribasso significa comprimere il costo del lavoro, per cui andare a ledere i diritti dei lavoratori. È necessario invece che nelle linee guida dei bandi di gara sia presente la clausola sociale, che si indichi il contratto di settore con il quale si partecipa alla gara, è necessario selezionare attentamente le imprese, inserire quei criteri di esclusione con il consequenziale rispetto della sicurezza sul lavoro, la regolarità contributiva, tutti parametri essenziali.
“Anche in Campania“, sottolinea il Segretario Generale della Uiltrasporti Campania Antonio Aiello, “è necessario vigilare sul sistema delle gare e soprattutto dei cambi di appalto. Il settore è caratterizzato, nella generalità dei casi, dalla produzione dei servizi tramite contratti di appalto, da questo conseguono frequenti cambi di gestione che incidono in maniera sempre negativa sui lavoratori, poiché le imprese subentranti con le gare a ribasso tendono a restringere i salari riducendo le ore di attività ed aumentando la produttivita’ anche a discapito del servizio reso. A pagarne le conseguenze, quindi, sono i lavoratori e l’utenza e ciò deve far aprire una riflessione, un salto culturale, iniziando a pensare ad internalizzare queste attività che sono veri e propri servizi essenziali. Inoltre, relativamente al fenomeno del dumping contrattuale, bisogna attivarsi affinché il protocollo del 2014 sulla rappresentanza e rappresentatività diventi esecutivo per coniugare finalmente, fino in fondo, l’articolo 39 della Costituzione che legittima la firma di contratti unici erga omnes, contratti quindi esclusivi che valgano per tutti i lavoratori del settore”.
Le condizioni del mercato di questo settore e le regole che lo governano devono assolutamente cambiare; occorrono strumenti che chiariscano queste regole e che consentano un approccio al mercato più corretto e consapevole. C’è bisogno di un cambiamento che deve rappresentare il tratto determinante di questo Paese, ed è proprio qui che il Sindacato deve giocare la sua partita. Le idee di sicuro non mancano e bisogna sfidare i problemi, basandoci su quello che siamo, su quello che siamo stati, sulla nostra storia. Paolo Carcassi racconta della sua storia sindacale iniziata nel 1974, operando nel Coordinamento Unitario CGIL CISL UIL Trasporto Merci del capoluogo ligure e della sua elezione come Segretario provinciale della Uiltatep (Unione Italiana Lavoratori Ausiliario del traffico e porti), di cui poi è diventato segretario nazionale e continua “facciamo parte di un Sindacato confederale, che abbraccia tutti i settori e che rappresenta diverse categorie di lavoratori, che nella loro tipicità sono unite da un filo tanto invisibile quanto forte: la situazione economica italiana. E’ necessario promuovere sviluppo, tornare ad investire, soprattutto nei servizi pubblici che sono un valore importante, sono il welfare dei cittadini. Solo andando in questa direzione si può contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone e delle famiglie che rappresentiamo, solo promuovendo il buon lavoro e la sua centralità si potrà arrivare allo sviluppo integrale dell’essere umano”. Un vero e proprio passaggio della concezione del lavoro da una valenza esclusivamente economico- produttiva alla valorizzazione di una più ampia dimensione etica.
Il Sindacato deve esercitare il ruolo per il quale è nato e la Uiltrasporti non ha timore a farlo: tutelare i diritti delle persone, esigendo il rispetto delle norme ma consapevoli che bisogna fare sempre di più per migliorare e cambiare un sistema intriso di sfruttamento delle persone. “Non ci potrà mai essere sviluppo economico se non ci sarà sviluppo sociale”, chiosa il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi: “la persona va sempre messa al centro delle iniziative politiche per cambiare questo Paese. Occorre un piano per creare nuove opportunità, di inclusione sociale, con riforme e regole. Dobbiamo vincere le battaglie facendo prevalere le nostre logiche, sempre a tutela dei lavoratori. Il mondo dei trasporti è un mondo complesso dal quale dipende la capacità di sviluppo dell’intero Paese. Se il mondo politico non comprende che il mondo del lavoro è imprescindibile per sviluppare il sistema Paese non andremo da nessuna parte. E noi abbiamo il dovere di farlo capire”.