Sarò con te e tu non devi mollare…..queste sono le parole che mister Spalletti ha voluto che si riportassero sulle casacche di allenamento del team partenopeo ed è questo, evidentemente, lo spirito incarnato dalla squadra, quello di non mollare mai, avendo un intero popolo a sostegno! É evidente che fare un bilancio in questo momento è assolutamente facile, una stagione finora positiva, anzi straordinaria, primi in classifica in seria A assieme al Milan e primi in classifica nel girone di Europa League. Insomma, un inizio a dir poco scoppiettante.

Tuttavia diventa obbligo evitare di fare voli pindarici, la storia insegna, le dinamiche calcistiche sono molteplici e incalcolabili, dunque nessuna certezza va professata. Soprattutto perché, al tifoso napoletano, basta poco per passare dall’entusiasmo spasmodico attuale alla depressione acuta, naturalmente facendo tutti gli scongiuri del caso. Basta ricordare, in tal senso, anche per fare un po’ di ironia, alcune affermazioni di massima che si sentono echeggiare tra il popolo partenopeo nei momenti di massima esaltazione: “...quest’anno è la volta buona, …le vinciamo tutte, ….abbiamo una grande squadra, una grande società, un allenatore fenomenale, un mostro di direttore sportivo, ecc.”. Viceversa, nei momenti di abbattimento: “…se ne devono andare via tutti,De Laurentis via da Napoli, …l’allenatore è incapace, non sa mettere la squadra in campo, non sa fare i cambi, …la squadra è l’eterna incompiuta, Giuntoli non è da Napoli”. Una contrapposizione di sentimenti che mutano a seconda dell’esito delle gare, elemento distintivo, anche questo, della stravaganza del popolo nato all’ombra del Vesuvio. Allora calma e gesso!

Si ragioni con razionalità, sempre con passione ma con equilibrio e moderazione, solo così si raggiunge quel necessario livello di maturazione che può far solo bene a squadra e città. E con razionalità, comunque, che si possono fare delle considerazioni oggettive sul cammino finora realizzato dal calcio Napoli. Intanto, con dati di fatto, la squadra quest’anno davvero sembra completa in tutti i reparti, sicuramente in termini numerici, il famoso turnover funziona, la qualità dei ricambi è di altissimo livello in quasi tutti i reparti e si vede, per ogni ruolo c’è competizione e la lotta per una maglia da titolare mantiene sempre alto il livello di concentrazione dei calciatori. Un mix davvero importante, efficace, funzionale, per il quale va dato atto al buon lavoro svolto in sede di campagna acquisti da Giuntoli e da tutta la società. Non era affatto scontato confermare tutti i big, anche per le note difficoltà finanziarie causate dalla pandemia, così come, sono stati lampi di genio, l’acquisto del gladiatore Anguissa e la conferma in rosa dell’attaccane esterno Ounas, atleta completamente diverso rispetto alla precedente esperienza a Napoli. Se a questi si aggiungono il difensore Jesus preso a costo zero, Osimhen finalmente a pieno regime che sta dimostrando il suo vero valore e il resto del team le cui prestazioni sono migliorate ed in continua evoluzione, allora può darsi che davvero ci sono tutti gli ingredienti per provare a ragionare in grande senza lasciare nulla al caso. Rilevante, in tale contesto, il lavoro fatto da mister Spalletti, anche lui migliorato, amalgamare la squadra non era cosa semplice, creare un’armonia di gruppo neanche; il lavoro svolto finora è eccezionale, i calciatori sono tutti coinvolti, non ci sono mugugni, ognuno sa esattamente quello che deve fare in campo.

Più di tutto, ci preme sottolineare, la capacità tattica del tecnico toscano, un camaleonte straordinario capace di rimodellare l’assetto della squadra nel corso delle partite per più volte, una caratteristica riscontrabile in pochi che nel calcio moderno può davvero fare la differenza. Come si diceva gli ingredienti pare ci siano tutti, al netto della passione napoletana mai venuta meno; e su questo però vale la pena fare un’ulteriore riflessione: i dati relativi agli spettatori presenti allo stadio Maradona sono in controtendenza rispetto all’andamento della squadra, le motivazioni potrebbero essere diverse e tra queste, ad esempio, i prezzi dei biglietti poco “popolari”. In più si continua a registrare, fino ad oggi, l’assenza dagli spalti dei supporter delle due curve causata dalle norme relative ai posti assegnati che, secondo i gruppi organizzati, eviterebbe loro di predisporre le attività di tifo proprie degli stessi supporter. Probabilmente, per le fattispecie descritte, qualcosa va fatto, una politica societaria di riduzione dei costi sicuramente agevolerebbe una maggiore affluenza allo stadio, ugualmente uno sforzo va praticato per ricercare una soluzione utile a far ritornare sugli spalti, sempre nel rispetto delle regole, il tifo organizzato. Lo stadio S.Paolo, oggi Maradona, è famoso per il suo calore, la passione dei suoi tifosi è impareggiabile, bisogna fare in modo che quel “catino” diventi inespugnabile anche grazie al dodicesimo uomo in campo, quel ruolo che le due curve hanno sempre avuto indiscutibilmente. Allora che si chiuda il cerchio, si aggiunga tutto quanto è necessario alla causa, continuando nella razionalità e nella moderazione. Calma e gesso, tanto poi quel che sarà sarà !

amalgamare la squadra non era cosa semplice, creare un’armonia di gruppo neanche; il lavoro svolto finora è eccezionale, i calciatori sono tutti coinvolti, non ci sono mugugni, ognuno sa esattamente quello che deve fare in campo. Più di tutto, ci preme sottolineare, la capacità tattica del tecnico toscano, un camaleonte straordinario capace di rimodellare l’assetto della squadra nel corso delle partite per più volte, una caratteristica riscontrabile in pochi che nel calcio moderno può davvero fare la differenza. Come si diceva gli ingredienti pare ci siano tutti, al netto della passione napoletana mai venuta meno; e su questo però vale la pena fare un’ulteriore riflessione: i dati relativi agli spettatori presenti allo stadio Maradona sono in controtendenza rispetto all’andamento della squadra, le motivazioni potrebbero essere diverse e tra queste, ad esempio, i prezzi dei biglietti poco “popolari”. In più si continua a registrare, fino ad oggi, l’assenza dagli spalti dei supporter delle due curve causata dalle norme relative ai posti assegnati che, secondo i gruppi organizzati, viterebbe loro di predisporre le attività di tifo proprie degli stessi supporter. Probabilmente, per le fattispecie descritte, qualcosa va fatto, una politica societaria di riduzione dei costi sicuramente agevolerebbe una maggiore affluenza allo stadio, ugualmente uno sforzo va praticato per ricercare una soluzione utile a far ritornare sugli spalti, sempre nel rispetto delle regole, il tifo organizzato. Lo stadio S.Paolo, oggi Maradona, è famoso per il suo calore, la passione dei suoi tifosi è impareggiabile, bisogna fare in modo che quel “catino” diventi inespugnabile anche grazie al dodicesimo uomo in campo, quel ruolo che le due curve hanno sempre avuto indiscutibilmente. Allora che si chiuda il cerchio, si aggiunga tutto quanto è necessario alla causa, continuando nella razionalità e nella moderazione. Calma e gesso, tanto poi quel che sarà sarà !