E’ stato sottorscritto dalle Segreterie Nazionali di Uiltrasporti, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uglfna e Faisa-Cisal e le Associazioni datoriali di settore, un accordo che riconosce ai lavoratori del trasporto pubblico locale un importo economico a copertura del triennio 2018-2020. Una svolta decisamente importante nell’ambito di una vertenza che iniziava ad essere logorante tenuto conto delle azioni di sciopero già consumate per una rivendicazione sacrosanta e legittima.

L’accordo in questione prevede l’erogazione in due tranche, a titolo di una tantum, di 680 euro complessivi al parametro medio di riferimento (175) e, precisamente, 300 euro con la retribuzione di luglio e 380 euro con quella di dicembre. Inoltre è stata stabilita, a partire dal prossimo 21 giugno, la ripresa del confronto per il rinnovo del contratto che dovrà terminare, secondo quanto concordato, entro il 30 novembre di quest’anno. Altro elemento apprezzabile dell’accordo è l’argomento legato alla regolamentazione del trattamento ferie per le quali, viste anche le sentenze di Cassazione, vanno calcolati tutti gli elementi personali e professionali della retribuzione del lavoratore; così come, assolutamente rilevante, risulta essere l’adeguamento economico da destinare al fondo di assistenza sanitaria TPL salute, principi, entrambi, che saranno affrontati e definiti prioritariamente entro il 16 luglio p.v.  Le aspettative, per quel che riguarda la parte economica, erano chiaramente altre, le migliaia di lavoratori autoferrotranviari, naturalmente, si attendevano importi più alti per il triennio scaduto ma questa era una “partita” da chiudere, a tutti costi, anche con qualche sacrifico. 

Le associazioni datoriali avevano assunto posizioni rigide per lo più strumentali, le motivazioni di crisi economica, legate all’emergenza epidemiologica e alle conseguenze nefaste prodotte in generale e in particolare per il tpl, sono state fin dall’inizio della trattativa utilizzate dalle tre organizzazioni come ostacolo alla risoluzione della vertenza. Solamente grazie a tutte le iniziative messe in campo, agli scioperi praticati, ed alla capacità concertativa delle Segreterie Nazionali delle cinque federazioni sindacali dei trasporti, si è raggiunto un primo indispensabile obiettivo. Insomma, un buon accordo, considerato come si diceva il contesto di crisi economica ancora in atto, con il quale, da un lato si ripristina il regolare confronto tra le parti secondo le corrette relazioni sindacali e dall’altro si iniziano a dare le prime risposte ai lavoratori del comparto.

Il risultato ottenuto, per nulla scontato, al riguardo basta ricordare che per l’ultimo contratto firmato nel 2015 si è dovuto attendere ben sette anni, lascia ben sperare per il prosieguo della trattativa sulla nuova piattaforma contrattuale. Un percorso, quest’ultimo, molto più complesso di quello che si possa immaginare; il prossimo CCNL degli autoferrotranviari dovrà contemplare una riforma di sistema ormai essenziale, dovrà tenere conto necessariamente del mutamento di contesto e delle condizioni normative di lavoro da attualizzare, a partire da quelle sulla sicurezza su cui non bastano più gli annunci ad effetto ma misure vere e praticabili per garantire realmente la tutela dei lavoratori. La parte normativa avrà, probabilmente, il peso più importante, è necessario rimodellare una scala parametrale oramai vetusta e non adeguata ai tempi, sia per quel che riguarda le esigenze delle aziende che per le attività svolte dai lavoratori. I profili professionali vanno aggiornati, soprattutto va ridotta la forbice, troppo larga, tra il parametro più basso e quello più alto, indispensabile poi giungere ad una riflessione seria sui giovani, penalizzati da retribuzioni di ingresso che segnano una differenza sostanziale tra vecchie e nuove generazioni. Dunque tantissimi elementi di discussione per un confronto che dovrà determinare il prossimo testo contrattuale, rispondere alle logiche di settore e soddisfare le attese economiche e normative dei lavoratori.

La storia insegna che dalle grandi crisi nascono opportunità, la prima è stata colta con una buona sintesi di partenza, ora bisogna proseguire nel solco tracciato, agli autoferrotranviari va garantito ciò che meritano, un contratto dignitoso nel rispetto e nel riconoscimento del diritto costituzionale che assicurano quotidianamente a tutti i cittadini del paese.