C’era un’azienda che si occupava di manutenzione mezzi, servizi di manovra, linea e armamento chiamata Serfer divenuta poi un’altra “entità” denominata Mercitalia Shunting & Terminal S.r.l. che è una società a responsabilità limitata italiana a socio unico di proprietà Mercitalia Logistics che opera nel settore ferroviario. E’ un’azienda anche questa che si occupa prettamente di trasporto di merci su rotaia, manovre ferroviarie e, dopo la fusione per incorporazione di Mercitalia Terminal S.p.A., anche di trasporti intermodali. La società è organizzata su più divisioni operative che fanno capo alle sedi di Genova (uffici della direzione e aula di formazione) e Udine (principale officina di manutenzione sociale). I cantieri presso cui opera sono capillarmente sparsi in tutta Italia e le lavorazioni sono variegate, passando dal settore merci al settore viaggiatori, dal traghettamento di treni Alta Velocità fino ad arrivare alla realizzazione e manutenzione di raccordi. La sua competenza nel settore deriva da una pregressa esperienza come avvenuto per Serfer, il progetto partito nel 1991 che nessuno si aspettava arrivasse così lontano fino a diventare parte integrante del gruppo Ferrovie dello Stato. Tanti sono i chilometri su rotaia che questa azienda ha macinato e tanti sono i binari ancora da costruire per assicurarsi un futuro brillante. Una piccola azienda familiare che si è estesa a macchia d’olio, nascendo a Genova e arrivando fino al Sud, percorrendo trasversalmente tutta l’Italia.

Cuore pulsante di questa azienda sono sicuramente le risorse umane, circa 1.800 impiegati animati da un forte spirito di collaborazione, sacrificio e abnegazione per il proprio lavoro. Prepararsi alla missione è il primo insegnamento che ogni macchinista ferroviario riceve, lavorare per il raggiungimento dell’obiettivo, amare il proprio lavoro, produrre in maniera efficiente è il must che ha ogni manovratore di Mercitalia Shunting & Terminal. Gli impiegati di Mercitalia Shunting & Terminal sono sottoposti a continua attività formativa, tante nozioni specifiche tecniche, prove pratiche, ritorni di esperienza e test telematici. MIST vanta una vasta compagine di operatori polivalenti rappresentati da macchinisti, manovratori e/o verificatori, ma anche meccanici e addetti all’infrastruttura. Neanche la crisi pandemica è riuscita a fermare quest’azienda; grazie ad uno spirito di collaborazione con le O.O.S.S. sono state portate avanti nuove assunzioni e sono state messe in campo dall’azienda tutte le soluzioni adatte a non lasciare nessuno a casa, garantendo lavoro e remunerazione a tutti i lavoratori. Insomma, MIST può definirsi un vero e proprio treno, con i suoi ingranaggi, qualcuno arrugginito, qualcuno da aggiustare ma, tutto sommato, una macchina stabile ed affidabile.

La società si è ben inserita all’interno del gruppo Ferrovie dello Stato, ha omologato processi di selezione del personale e numerosi altri processi interni all’azienda. Eppure, sebbene sia una società di respiro nazionale con un forte sguardo verso il futuro, rimane ancora ancorata in parte al passato. Da qui l’insicurezza dei numerosi lavoratori che, nonostante gli elevati livelli di professionalità dimostrata in ogni momento, nonostante il duro lavoro, non vengono mai riconosciuti come Ferrovieri; sempre più spesso si verificano così fenomeni di dumping contrattuale che continuano a nuocere sicuramente per la crescita della qualità del lavoro, contratti “pirata”, che vengono sottoscritti al solo fine di contrattualizzare condizioni di lavoro peggiorative per i lavoratori, nel tentativo di giocare un’asta al ribasso delle retribuzioni. La società applica un contratto scaduto ormai da anni e i lavoratori, rappresentati dalle Sigle Sindacali di riferimento, chiedono ormai da tempo un contratto di secondo livello applicato dal gruppo, la CLC, il welfare aziendale, la polizza sanitaria e la verifica dei livelli professionali. Due sono stati gli scioperi indetti gli scorsi mesi per far sentire la voce dei lavoratori, ma l’azienda sembra essere sorda ad ascoltare le richieste della forza lavoro e si è mostrata resiliente alle esigenze dei Lavoratori e dei Sindacati. Molti sono gli anziani che rappresentano la vecchia guardia di questa azienda, coloro che hanno gettato le fondamenta per fare in modo che i giovani assunti possano costruirsi un proprio futuro, migliore del loro, che sia all’insegna di un lavoro dignitoso e rispettoso. A questo punto la domanda è quasi d’obbligo: ma l’azienda è davvero pronta ad entrare a pieno nel gruppo FS? I dubbi e le perplessità pare siano davvero tanti…
Mariano Moccia