C’è bisogno di rivoluzioni. Di cambiamenti. Innovazioni. Di qualcosa che possa far bene all’ambiente e al territorio che abitiamo. Ci vogliono idee, belle idee, quelle che rendono il nostro mondo migliore, un mondo che fatica ad essere a colori e che negli ultimi tempi appare sempre più sbiadito. Disastri ambientali, cambiamenti climatici, calamità naturali e una pandemia devastante. Ma è proprio in questo momento così difficile che serve una rivoluzione sociale, economica e politica. Un cambio di passo, un salto culturale. E si potrebbe partire proprio da un nuovo modello, un trasporto pubblico gratuito, un free public transport che prevede l’abolizione piena della tariffa, la possibilità da parte dell’utente di usufruire dei mezzi pubblici senza biglietto, un progetto che già oggi esiste, in alcune città del mondo. Infatti sono ben novantotto le città in cui hanno abolito il biglietto; in Europa spicca l’esempio di Tallin, la capitale dell’Estonia con 440 mila abitanti che, grazie a questa scelta, ha guadagnato non solo in termini ambientali ma anche economicamente visto che dal 2012 al 2016 si è avuto un aumento dei residenti attratti dal servizio di trasporto gratuito in una città dall’aria respirabile. In questa direzione va anche la comunità europea che nell’ottica di una politica green, inizia a sollecitare l’applicazione di questo sistema anche alle città ad alto tasso di inquinamento atmosferico, come ad esempio sta avvenendo in Germania che, per evitare un’effrazione del tribunale europeo dovuto al superamento delle soglie consentite delle polveri sottili, sta studiando la possibilità di eliminare la tariffa del trasporto in cinque città anche di grosse dimensioni come Bonn. Uno studio in tal senso è stato avviato addirittura per la città di Parigi. In Italia, lo scorso anno, in piena crisi pandemica, in Valle d’Aosta, un decreto legge ha previsto il finanziamento delle agevolazioni tariffarie straordinarie relative all’emergenza Covid-19, garantendo a tutti i cittadini il libero accesso su bus e treni pur di riavvicinare l’utenza al trasporto pubblico ed incentivarne l’utilizzo, esperimento destinato a finire alla fine di Aprile di quest’anno poiché legato a dei finanziamenti ad hoc difficilmente ripetibili. Allora perché non pensare che questo modello possa diventare parte integrante del nostro servizio di trasporto pubblico? Perché non anticipare ciò che tra non molto ci sarà imposto nel segno di una transizione energetica che nel prossimo futuro dovrà in qualche modo abbattere l’utilizzo del veicolo privato? E quale miglior modo se non iniziando una sperimentazione in frammento ben definito della nostra nazione, facendola diventare una sorta di piccolo laboratorio dove testare la bontà di questa diversa idea di trasporto e perché non approfittare di un’occasione unica e irripetibile che si presenterà il prossimo anno come quella di Procida “Capitale della Cultura Italiana 2022”?
Su Procida infatti si sommano una serie di motivazioni che renderebbero possibile tale progetto: oltre ad essere una vetrina incredibile per la sua nomina a capitale della cultura, essa è un’isola piccola, con un’unica azienda di trasporto, un’unica casa comunale ed un’unica autostrada con la quale arrivarci, quella del mare. Questa piccola perla incastonata nel mediterraneo, scrigno di meraviglie naturali, artistiche e culturali, è abitata da circa diecimila persone ed affollata da quasi 8.000 auto circolanti, che nel periodo estivo aumentano portando i livelli di inquinamento verso tassi insostenibili. Pensare ad un trasporto pubblico gratuito, migliorando le condizioni del parco autobus attraverso l’utilizzo di mezzi elettrici o ibridi ad emissione zero, aumentando l’offerta di trasporto e disincentivando l’uso del mezzo privato, compensando le perdite inziali di introiti da biglietto con le risorse che potrebbero provenire da un leggero incremento della tassa di sbarco, inserita già da qualche tempo nel biglietto dei traghetti e degli aliscafi, potrebbe essere un’operazione che sembra complicata ma che invece è di facile applicazione. Chiaramente il progetto dovrebbe essere accompagnato dalla volontà politica del territorio, il Comune nell’attuazione di vaste zone pedonali e la Regione che, oltre ad essere la proprietaria dell’azienda di trasporto operante sull’isola, l’EAV, è anche la stazione appaltante dei servizi pubblici e, in quanto tale, dovrebbe farsi carico degli investimenti in termini di acquisto di nuovi autobus, riservando una quota maggiore di chilometri contribuiti per aumentare l’offerta di servizio. E se si considera che saranno stanziati fondi nell’ambito del Recovery Plan con l’intento di accelerare l’attuazione del Piano Strategico Nazionale per la Mobilità Sostenibile, in un programma che si concentrerà su aree strategiche che andranno verso la digitalizzazione, innovazione e competitività, la rivoluzione verde e la transizione ecologica, perché non immaginare che questo possa avvenire a Procida?
Una grande innovazione, un’isola air green, libera dall’inquinamento, dove le tariffe vengono cancellate, dove c’è un utilizzo maggiore del mezzo pubblico, dove i mezzi di trasporto (ibridi ed elettrici) sono a basso impatto ambientale e con maggiore velocità commerciale, dove non è necessario usare l’automobile, dove il trasporto è un diritto di tutti. Più trasporto sostenibile per i turisti e per gli stessi abitanti del luogo. Meno inquinamento acustico e ambientale. E se questo trasporto diventa efficiente e addirittura gratis su un territorio non estremamente vasto che permette una sperimentazione sicuramente più efficace rispetto ad una grande città, allora questo progetto possiamo già definirlo vincente. Le condizioni per far decollare l’ambiziosa idea ci sono tutte. È dalla mobilità che bisogna partire. È dalla mobilità che bisogna iniziare. Per avere un’isola smart, un’isola culturalmente green, un’isola scevra da inquinamento, piena di tecnologia, innovazione e transizione ecologica, in un progetto globale che mette insieme ciò di cui un territorio avrebbe bisogno, è necessario iniziare dal trasporto pubblico, che misura il vero indice di civiltà del nostro territorio, ago della bilancia per la sostenibilità della mobilità urbana e, attorno ad esso, potrebbero svilupparsi tutte le condizioni di contorno a favore di un trasporto pubblico rispettoso dell’ambiente e smart, con una pianificazione integrata dei mezzi di trasporto terrestri e marittimi, l’elettrificazione del territorio, un wifi pubblico, applicazioni e sistemi per l’infomobilità, individuazione di nuovi itinerari ciclabili, mobilità elettrica. Questa la nostra proposta, senza avere il timore di mettere in campo le nostre idee lanciando iniziative che possano rappresentare un sostegno al territorio nell’ottica di attrattività e rafforzamento delle risorse esistenti, in un interessante campo di sperimentazione e valutazione. Promuovere un trasporto gratuito per tutti, dare visibilità al Mezzogiorno, accrescere l’interesse verso un’isola come Procida, culla di cultura, arte e patrimonio di indiscusso valore è probabilmente, di questi tempi, un’intuizione coraggiosa su cui vale la pena insistere perché sono quelle, poi, le vere idee che fanno bene al nostro mondo. Il risultato finale potrebbe essere un’isola pedonale, con un’aria respirabile, con un’offerta di trasporto pubblico gratuito, ecosostenibile e smart e, scusate se è poco, un bel biglietto da visita per l’Isola di Arturo e per la Regione Campania.