Nulla da fare. Quando non c’è accordo, quando non si raggiungono dei comuni obiettivi, quando gli interessi in campo non sono gli stessi e, soprattutto, quando si ledono i diritti dei Lavoratori, il Sindacato proprio non ci sta più e non resta altro da fare che prendere delle decisioni categoriche, a volte nell’immediato non proprio piacevoli. È quello che è successo nel comparto della Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni dove sono state interrotte le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale ormai scaduto da 14 mesi, a causa di una indecifrabile e incomprensibile posizione delle aziende che pare non abbiano intenzione di tutelare i diritti dei lavoratori ma che al tavolo della trattiva hanno sostenuto una posizione datata, unicamente rivolta alla ricerca della compressione dei costi aziendali e dei diritti del lavoro, disconoscendo la funzione strategica che il settore ha sempre avuto, soprattutto in questa fase pandemica. È grave l’abbandono del tavolo di trattativa? È gravissimo quanta poca importanza la parte datoriale abbia dato al comparto della logistica, a quei Lavoratori e a quelle Lavoratrici del settore, a quanti hanno garantito e continuano a garantire la gestione, il trasporto, la consegna dei beni primari, delle merci, delle materie prime, dei manufatti, salvaguardando il Paese anche in un momento di grande difficoltà. La Uiltrasporti, insieme alla FILT Cgil e FIT Cisl, ha sempre dimostrato disponibilità nel trovare soluzioni condivise alle esigenze delle aziende ma se le aziende, dal loro canto, dimostrano la volontà di perseguire un modello di impresa basato non sulla qualità del lavoro, sugli investimenti, sulla professionalità e sul benessere organizzativo, ma sulla riduzione dei costi e su una gestione unilaterale dell’organizzazione del lavoro, allora proprio non ci sta più perché a venire meno sono proprio i margini di trattativa.

Assurdo che le Associazioni datoriali chiedano la  riduzione dei diritti sindacali, la revisione dell’Art. 42 (clausola sociale), la decurtazione del trattamento economico di malattia, l’utilizzo dello staff leasing (lavoro in affitto) con pericoloso incremento del precariato, l’allargamento della stagionalità, l’ampliamento delle possibilità di utilizzo del lavoro a chiamata, l’ulteriore flessibilità per il personale non viaggiante (art.9), la regolamentazione del diritto di sciopero, il non riconoscimento degli accordi territoriali (Art. 38). Era inevitabile che le Segreterie Nazionali chiedessero l’immediato ritiro delle inaccettabili richieste datoriali e si dichiarassero pronte a mettere in campo ogni azione a sostegno di un rapido e positivo rinnovo contrattuale. I negoziati per la stesura del Ccnl erano iniziati a gennaio dello scorso anno ma a fine febbraio sono stati interrotti a causa dell’emergenza Covid 19. A settembre, con la ripresa delle attività, sono state riprese anche le trattative e la previsione dell’avvio di Tavoli tecnici sulla parte istituzionale per l’invio delle richieste condivise al Governo. Ma certamente nessuno si aspettava un atteggiamento simile, nessuno immaginava di dover aprire tavoli di concertazioni su argomenti ovvi, pretendere una maggiore qualificazione del settore dei trasporti e della logistica. Che il settore abbia rappresentato un elemento centrale per la tenuta dell’Italia questo è indubbio, che i lavoratori con la loro professionalità e la loro dedizione hanno sempre operato anche in situazioni di forte criticità è certo. Che si debba lottare per non far nuocere i loro diritti è davvero inconcepibile. Il contratto collettivo è scaduto da dicembre 2019 e di fronte a queste assurde posizioni aziendali, i Sindacati dovevano interrompere il confronto e ribadire che i principi del mantenimento dei diritti del lavoro (contratto nazionale e accordi aziendali) sono elementi irrinunciabili. È arrivato il momento di dare il giusto riconoscimento a questo comparto e a tutti i suoi Lavoratori: il Sindacato è pronto a proseguire il confronto su contenuti basati sulla volontà di rafforzare la Logistica senza mai calpestare i diritti di coloro che quotidianamente contribuiscono a rendere sempre più strategico questo settore che ha un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo economico del nostro Paese.