La preoccupazione c’è. Ed è anche forte. Bisogna rilanciare la Nuova Compagnia Alitalia-Ita creata per rilanciare l’aviolinea tricolore e bisogna farlo al più presto; c’è apprensione sulla sorte di moltissimi lavoratori di Alitalia in amministrazione straordinaria che, attraverso l’ennesimo piano industriale lacrime e sangue, corrono il rischio di vedere il loro destino sempre più compromesso. Se non arriveranno i 73 milioni previsti dal Decreto Rilancio, un indennizzo nell’ambito del pacchetto di aiuti alle imprese in difficoltà per il Coronavirus, nessuno percepirà lo stipendio, nessuno avrà certezza sul proprio futuro e a pagare saranno sempre e solo loro, i Lavoratori. Il nuovo piano industriale è stato presentato il 18 dicembre scorso ma non è stato ancora assegnato alle commissioni competenti, dovrebbe partire ad aprile 2021 con 52 aerei in attivo rispetto ai 114 di adesso, un numero esiguo e inadeguato che configura, in tutta evidenza, l’assenza di qualsiasi prospettiva reale di rilancio. Per non parlare della scelta di abbandonare Malpensa ed il mercato del nord Italia, per non parlare della mancanza di investimenti sul cargo. Scelte del tutto discutibili. Anzi, a dirla tutta, questo piano appare solo un’operazione di preparazione alla vendita degli asset appetibili a qualche compagnia straniera che è intenzionata ad impossessarsi del ricco mercato italiano. Un piano industriale debole e senza alcun presupposto per lo sviluppo della Compagnia nel momento in cui il mercato potrà ripartire. Non si ha alcuna certezza sui tempi utili al raggiungimento di una situazione sicuramente più favorevole di quella che si presenta adesso. Nel mentre sarebbe auspicabile che la società possa conservare la sua natura pubblica essendo un asset strategico per il nostro Paese, sarebbe importante rifinanziare il fondo FSTA e prevedere soprattutto ammortizzatori sociali adeguati.

È vero, le molte difficoltà delle questioni in ballo e gli interessi in campo, la pandemia causata dal Covid e i problemi strutturali del settore rendono ancora più arduo il quadro ma bisogna purtroppo ammetterlo: quando si parla di Newco Ita si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad una realtà senza alcuna strategia e priva di indirizzi chiari e unitari. Scrivendo di Alitalia prima della pandemia si era soliti sottolineare come, a fronte di un traffico aereo mondiale in crescita, la posizione dell’azienda sembrava già molto precaria, con la drammatica riduzione delle quote di mercato, considerando inoltre gli spazi per un rilancio già molto risicati. La pandemia ha poi peggiorato tutto, ha martoriato e svilito un settore già di per sé problematico, ha influito in maniera negativa su un mercato che ha visto tagliare giorno dopo giorno i voli di linea e mandare a casa una miriade di dipendenti. E tutti ora vorrebbero credere in quel sogno di una nuova compagnia che funga da volano per lo sviluppo del trasporto merci e persone e che valorizzi la filiera del turismo, che non preveda soprattutto riduzioni di personale, né drammatici spezzatini. Ma più che di un rilancio della Compagnia sembrerebbe appunto intravedere l’ombra proprio dell’ennesimo piano spezzatino senza nessuna visione lungimirante: per non parlare poi degli ultimi anni di gestione che hanno visto la mancata applicazione di azioni risolutive circa le soluzioni tecniche da intraprendere per far tornare in auge la Compagnia di bandiera in maniera dignitosa e competitiva, rilanciarla sul mercato nazionale e internazionale.

Così proprio nei giorni scorsi la Uiltrasporti, insieme alla Filt Cgil e Fit Cisl, ha chiesto insieme a ETF (il Sindacato Europeo dei Trasporti) un incontro alla eurocommissaria alla concorrenza per chiedere di accelerare il percorso di autorizzazione da parte dell’UE per la partenza della nuova Alitalia, cercando di far sbloccare la procedura di vendita e il trasferimento di tutte le attività, handling e manutenzione. Alla domanda di chi possano essere gli shareholder arriva la risposta secca: unico azionista, al momento, è il Ministero dell’Economia, avendo il Governo deciso di creare la newco con la mission di perseguire interessi industriali e commerciali sul mercato. Successivamente si aprirà il capitale a investitori privati. Sul tema del personale la stima di Ita è molto chiara, nel suo primo anno di vita, sarà incentrato solo su quello strettamente necessario. E solo questo fa presagire innumerevoli problemi. Certo è che per gli asset Alitalia serve un nuovo bando di gara: i punti chiave del bando dovranno essere discussi nei prossimi giorni con la Commissione europea e sicuro verrà aperta una nuova procedura per tutti i lotti interessati e non cominciando dalla sola aviation. La precedente gara fu sospesa per l’emergenza Covid, secondo il Mise, dopo il decreto legge 18/2000 che ha avviato il percorso per la nuova Ita, la vecchia procedura di vendita va considerata chiusa e la nuova gara dovrà consentire la partecipazione anche a società a partecipazione pubblica.

Sul dossier di Italia Trasporto Aereo va sicuramente acceso urgentemente un riflettore: è necessario attivare subito una cabina di regia per la newco Alitalia-Ita e un tavolo di crisi per tutto il settore del Trasporto Aereo. “Già dal mese di aprile risultano a rischio immediato di sussistenza decine di migliaia di lavoratori. Dopo la chiusura di AirItaly ed Ernest Airlines anche Norwegian Airlines ha chiuso in Italia lasciando senza lavoro oltre 400 dipendenti”, dichiarano il Segretario Generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi e Ivan Viglietti, Segretario Nazionale per il Trasporto Aereo e continuano, “anche per Alitalia occorre fare presto per definire il piano industriale e sbloccare le interlocuzioni con l’Unione Europea, in coerenza con i presupposti di strategicità ricoperti da una compagnia di bandiera e per i quali sono stati previsti ingenti finanziamenti pubblici. È urgente ed indispensabile l’attivazione di una cabina di regia che coordini la transizione verso la nuova società senza lasciare a terra nessun dipendente e che valorizzi realmente le linee di business fondamentali per il rilancio della compagnia”. Il lancio della newco dipenderà sicuramente da come evolverà la pandemia e dall’andamento delle campagne vaccinali ma una cosa è certa: è necessario, sin da subito, che la compagnia di bandiera sia messa nelle condizioni di essere all’altezza delle funzioni strategiche che è chiamata a svolgere, di essere una compagnia competitiva e attrattiva sul mercato, senza mai penalizzare i veri attori principali di questa storia, i Lavoratori.