A cosa può portare un’incredibile sovrapposizione di fatture non pagate o non pagate per intero, di ricalcolo al ribasso delle prestazioni previste da un contratto di servizio, di crediti finiti al centro di un contenzioso legale, di bilanci chiusi in passivo ed altre simili vicissitudini? Alla situazione attuale di Napoli Servizi.

La partecipata del Comune di Napoli che eroga servizi di facility management, gestione del patrimonio immobiliare del Comune, pulizia delle scuole, assistenza agli alunni con disabilità a tanti altri servizi, alla fine di gennaio ha comunicato che non era in condizione di pagare gli stipendi. I lavoratori hanno ricevuto un anticipo di appena cinquecento euro, perché la Società non aveva ancora ricevuto dall’Amministrazione Comunale le risorse necessarie al saldo complessivo. Nei mesi scorsi è successo già altre volte, a conferma di difficoltà sempre più aspre.

La UilTrasporti, insieme ad altri Sindacati, ha immediatamente proclamato lo Stato di Agitazione. Nella mattinata del 29 gennaio una delegazione di sindacalisti, ristretta nel rispetto delle norme anti Covid, ha tenuto un presidio davanti alla casa comunale di Palazzo San Giacomo. Presidio concluso dopo molte ore quando, a margine di un incontro ottenuto con il Vicesindaco, l’Assessore alle Attività Produttive ed il Capo Di Gabinetto, si è appreso che il Comune aveva appena liquidato una serie crediti vantati dalla Napoli Servizi. Crediti bloccati per mesi dalle rigidissime valutazioni di diversi dirigenti dello stesso Comune di Napoli. Sì, perché il Contratto di Servizio che lega l’azienda alla sua proprietà è suddiviso in ben diciotto disciplinari, ciascuno dei quali è sottoposto al controllo e alla gestione di un diverso dirigente del Comune. Un vero e proprio ginepraio che genera ogni mese un complicatissimo intreccio di fatture emesse dall’azienda, contestate dai dirigenti, riviste dall’azienda e poi riesaminate dai dirigenti solo per ricominciare daccapo, come spesso accade, un defatigante giro di contestazioni e osservazioni. È questo il girone infernale in cui sono rimaste bloccate risorse economiche importanti. I soldi che mancano alla Napoli Servizi per pagare gli stipendi.

Ai crediti che i dirigenti comunali contestano ormai da anni, ma non solo, è legato il futuro della Napoli Servizi. L’esasperante confronto tra dirigenti comunali e funzionari della Napoli Servizi va avanti, in alcuni casi, sin dal 2018. Entrando più nel dettaglio, Napoli Servizi ha già prodotto decreti ingiuntivi per oltre un milione mezzo di euro, relativi a fatture non saldate per l’anno 2018. E’ ancora in corso, inoltre, l’iter amministrativo per il riconoscimento di fatture emesse per circa tredici milioni nel 2019 e per circa otto milioni nel 2020. Cifre da far tremare i polsi in qualunque società, ancor più pesanti per una società di partecipata che è tenuta al rispetto di rigidi vincoli di bilancio.

Come se non bastasse, secondo i dirigenti del Comune una parte delle attività dovrebbe essere fortemente ridimensionata. Il fatturato della Società si ridurrebbe ancora di più, creando un vulnus che potrebbe mettere in discussione la sopravvivenza stessa della Napoli Servizi. Con gli ultimi due bilanci approvati in perdita, il mancato riconoscimento dei crediti vantati ed una ulteriore riduzione del fatturato potrebbero determinare il terzo bilancio in passivo. Una situazione che, secondo il Codice Civile, sarebbe assolutamente insostenibile per una società di proprietà pubblica.

A questo arzigogolo di fatture e rendicontazioni se ne aggiunge un altro, quello dell’ormai famigerato Contributo in Conto Esercizio. Poco più di otto milioni di euro che il Comune avrebbe dovuto versare alla Napoli Servizi nell’arco di dieci anni, in tranches da circa ottocentocinquantamila euro l’anno. Dal 2018 il Comune non ha più erogato quelle somme, inducendo la Società ad aprire un contenzioso legale ancora in corso. Su quel contenzioso, in cui sono entrate anche una serie di crediti bloccati dalle contestazioni dei dirigenti comunali, i giudici si esprimeranno il prossimo 8 marzo. Il Capo di Gabinetto del Comune, incontrando i Sindacati il 29 gennaio, si è detto convinto che è possibile trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti in causa. C’è da sperare che i fatti gli diano ragione. Se così non fosse, le perdite per Napoli Servizi sarebbero tanto rilevanti da costringere la Società ad attingere dal capitale sociale, fino al punto da mettere in discussione la continuità dell’azienda. Le norme del Codice civile per le Società di proprietà pubblica, infatti, su questo punto sono molto chiare.

In attesa dell’8 marzo ci sarà tempo e modo per riflettere sui tanti impegni disattesi dal Comune di Napoli. A partire dalle attività aggiuntive che secondo il Sindaco in persona, alla fine dell’anno scorso, si sarebbero potute affidare alla Napoli Servizi. Di quelle attività non c’è traccia. Intanto i dirigenti comunali, agendo in senso opposto agli annunci del Sindaco, respingono anche il piano presentato dalla Società per rimodulare e rendere sostenibili i servizi da erogare nel 2021.

Una situazione piena di incertezze e di timori per il futuro, da cui emerge un solo dato certo. Il prezzo di tanti errori, lungaggini e complicazioni burocratiche, fino ad oggi è stato pagato solo dai lavoratori. Su di loro pende una doppia minaccia. La più immediata è quella del ricorso agli ammortizzatori sociali, già annunciati dall’azienda, se dovessero permanere o aggravarsi le difficoltà economiche e finanziarie degli ultimi mesi. La seconda è la mancata sostenibilità per Napoli Servizi, se i mancati introiti dovessero trasformarsi in passività di bilancio e nella definitiva erosione del capitale sociale. Tutto questo mentre, in un clima sempre più caldo in vista delle prossime elezioni amministrative, si moltiplicano le strumentalizzazioni di chi non si fa scrupoli a fare compagna elettorale sulla pelle dei lavoratori.

Il tempo per mettere in sicurezza la Società partecipata dal Comune si riduce di giorno in giorno. La tempesta in cui naviga la Napoli Servizi non è ancora perfetta, ma potrebbe diventarlo molto presto.