Giovedì 18 giugno. È mattina presto, mi sveglio dopo una notte insonne, non mi sento stanco. È una bellissima giornata di sole, perfetta per chi può andare al mare. Per me no, prima il dovere, il lavoro. Mi sento però entusiasta, soddisfatto, felice. Sembra quasi che l’emergenza Covid-19 e la crisi socio-economica non siano mai esistiti. Mi fermo un attimo, rifletto, mi interrogo, che succede?

Tutto impettito, il ricordo va a ieri sera. Il Napoli, la fede calcistica, la passione, l’identità, l’appartenenza. La conquista della Coppa Italia non è semplicemente legata al conseguimento del titolo, del trofeo ma, piuttosto, al rinvigorimento di quei valori propri di una città e del suo popolo che per un periodo si sono affievoliti. Allora Partenope esulta e i suo figli con lei!

Continuo a riflettere e analizzare, la vittoria del Napoli non può essere solamente figlia di questa terra, ha un valore sentimentale più ampio, rappresenta la rivincita del Sud, di quella parte del Paese che, in generale, viene a volte bistrattata dal sistema Italia. Ma ritorniamo all’aspetto strettamente emotivo, la passione, la maglia azzurra, il Napoli, il suo allenatore, Ringhio! Svestendo i panni del tifoso, provo per un attimo a fare qualche considerazione di cronaca, senza voler prendere alcuna paternità del caso, ma è doveroso ricordare che i fatti ci hanno dato ragione. Da queste pagine avevamo detto in tempi non sospetti che la gestione di Carlo Ancelotti era giunta al capolinea e che, molto tempo prima, si sarebbe dovuto procedere all’avvicendamento tecnico. Già allora, traendo valutazioni squisitamente tecniche-motivazionali e, tenuto conto del ventaglio di opzioni date dal contesto, avevamo intravisto, quale soggetto per risollevare la china, mister Gattuso come opzione utile alla causa. Dunque.. avevamo visto giusto. Il calabrese, terrone come noi, ha dato l’auspicata sterzata. A chi storceva il naso ha dato subito il ben servito, a chi diceva che fosse solo un “motivatore” dal carattere forte – aspetto tra l’altro fondamentale per “l’ambiente Napoli” – ha replicato sul campo, facendo giocare la squadra….“di squadra”, con compattezza, con reattività, con la “kazzimma” tutta napoletana che pure ci vuole. Il gruppo è ritornato saldo e inizia a far vedere anche sprazzi di bel gioco; ma la cosa che più gratifica il popolo partenopeo, a prescindere dai risultati, è vedere i loro idoli “sudare la maglia” e scendere in campo orgogliosi della casacca che indossano, identificandosi nella città. Allora avanti Napoli, avanti Ringhio, in questo momento rappresenti la riscossa del Sud e ci affidiamo a te per raccogliere altre soddisfazioni sportive. La prima l’abbiamo gustata alla grande, vincere un trofeo contro i “non colorati” ha sempre un sapore diverso!! Oltretutto, trionfare in un momento complesso per l’intero Paese ha restituito un po’ di allegria alla città anch’essa drammaticamente coinvolta dalla pandemia mondiale con tutte le conseguenze drastiche del caso. Avanti così!