Riapriamo. Dopo 2 mesi riapriamo, anche se in verità le nostre attività non si sono mai fermate, forse, paradossalmente, si sono moltiplicate. Videoconferenze per tutto, per le casse integrazioni, ben 1.350 le richieste pervenute, per i comitati di sicurezza relativi all’emergenza, per le riunioni, per le riorganizzazioni aziendali dei servizi, per le riunioni di segreteria tenute a ritmo settimanale, per le riunioni con la Segreteria Nazionale (anch’esse a cadenza settimanale). Insomma un’attività forse più intensa del passato, alla quale, chiaramente, nessuno di noi era abituato. Tutto ciò nel mentre si veniva sommersi dalle numerose e giustificate telefonate, dagli innumerevoli messaggi whatsapp, con la responsabilità di rispondere a tutti in un momento così complicato della vita sociale, che ci hanno costretto a ricaricare il cellulare già a metà mattinata. Insomma, non abbiamo avuto il tempo di annoiarci, ma di stancarci si, e non mi riferisco alla stanchezza da lavoro, da “smart working”, ma a quella di condividere tutti i nostri rapporti attraverso il freddo schermo di un computer o di un cellulare. E quindi, con l’enfasi che sfocia dalla felicità diciamo: “Riapriamo”. Certo, lo faremo con tutte le tutele del caso, ci attrezzeremo con un termoscanner ed una colonnina per l’amuchina all’entrata della nostra sede, sanificheremo continuamente gli ambienti attraverso gli interventi di una ditta certificata, ci copriremo il viso e manterremo le distanze di sicurezza, non potremo più, almeno per il momento, stringerci la mano o scambiarci quei bacetti sulle guance come noi, donne ed uomini del Sud, usiamo fare per dire a tutti che siamo amici e non solo conoscenti, ma finalmente torneremo a guardarci negli occhi, torneremo ad ascoltarci e a parlarci attraverso il nostro gesticolare, il nostro sospirare, il nostro interromperci, cosa assolutamente vietata nelle videoconferenze (non capisco il perchè), ed è proprio da queste piccole scontate azioni, che abbiamo imparato in questi giorni scontate non sono, che ci sembrerà di iniziare a tornare alla normalità. Iniziare appunto, ma non verso la normalità che conoscevamo, perché niente sarà più come prima, neanche quando sarà scoperto il vaccino del virus; spero che la normalità alla quale tendere possa essere quella di assumere la consapevolezza che dobbiamo cambiare tutti, nessuno escluso, dovremo rivedere la nostra attenzione verso il rispetto delle norme igieniche, dovremo rivalutare il nostro rapporto con l’ambiente sopratutto in termini ecologici e dovremmo insegnarlo ai nostri figli ed ai nostri nipoti. Insomma, questa batosta deve lasciarci un segno che serve a ricostruire un mondo migliore all’insegna della salute e dell’ambiente che devono assumere un ruolo prioritario nelle agende politiche, accompagnandole verso quel giusto equilibrio con l’economia, affinché mai più si ponga la scelta … se morire di inquinamento, di virus o di fame.
E noi vogliamo contribuire affinché ciò avvenga attraverso il nostro impegno di forza sociale e vogliamo farlo continuando nella nostra funzione di proposta e di denuncia, senza mai dimenticare quella di rappresentanza del mondo del lavoro e proprio per questo, domani 4 maggio 2020, inizieremo un nuovo capitolo del nostro libro non solo riaprendo ma soprattutto ricominciando, attraverso il nostro ennesimo cambiamento, nel solco del nostro immutabile, quello si, riformismo, una nuova stagione che porti certezze e serenità nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Buona vita a tutti.