Per capire come la nostra vita è totalmente cambiata, per comprendere quanto le nostre abitudini siano ormai del tutto stravolte.. non bisogna poi volgersi tanto altrove. In tempi di Coronavirus gli scenari non sono poi così diversi nelle varie città: strade vuote, negozi chiusi, traffico praticamente assente. Tanto silenzio che ammanta con un velo di tristezza ogni cosa. E se qualcosa di inusuale sembra accadere “per terra” , se si volgono gli occhi al cielo ci si renderà subito conto che anche lì qualcosa di strano c’è, di aerei non se ne vedono neanche l’ombra, pochi quelli in volo, molti quelli a terra. La maggior parte degli aeroporti sono totalmente chiusi e quelli che risultano ancora attivi si occupano esclusivamente del rimpatrio dei connazionali, dell’emergenza sanitaria e dei cargo. Se il trasporto pubblico ha subito una riduzione notevole del servizio, a causa del vertiginoso crollo dei passeggeri, la situazione del comparto aereo è ancora peggiore, con un trasporto aereo italiano azzerato che va oltre il 3% del Pil, con oltre 90 mila addetti e quasi il triplo di indotto. L’emergenza Covid 19 ha decimato il trasporto aereo di tutto il mondo anche se in Italia il settore era già segnato da una forte crisi con pesanti difficoltà da affrontare, come testimoniano le vicende di Air Italy ed Ernest Airlines. Necessitano quindi (e anche in tempi brevi) “riforme e investimenti atti a pianificare una ripartenza del settore che non sarà facile, ed uno sviluppo armonico di tutto il comparto per i prossimi anni, che sia anche rispettoso delle norme sanitarie”. La situazione non è diversa per gli aeroporti della Regione Campania, quello di Capodichino e di Pontecagnano. È fondamentale, in questo grave momento, attivare tutte le tutele per garantire salari e livelli occupazionali ai lavoratori del comparto, tutele soprattutto per quei lavoratori che non possono essere privati dell’integrazione del reddito. Mentre alcune aziende hanno potuto accedere alla CIGS, altre non lo hanno potuto fare, perché quest’ultima è stata già consumata nei tre anni del quinquennio mobile, cosicché le aziende hanno dovuto per forza ricorrere alla CIGD. È il caso di due aziende dei due scali campani, GH Napoli e Gesac Pontecagnano, che hanno aderito alla cassa integrazione in deroga e che dovranno attendere il pagamento diretto da parte dell’Inps (così come previsto per legge dalla cassa integrazione in deroga) ma purtroppo pare che l’Inps non abbia ritenuto la CIGD compatibile con l’aggancio al Fondo Speciale del Trasporto Aereo che dovrebbe garantire a tutti i lavoratori un’indennità pari all’80% della retribuzione che il dipendente avrebbe percepito per le ore di lavoro non prestate tra le zero ore ed il limite dell’orario contrattuale. Quindi per i lavoratori GH Napoli e Gesac Pontecagnano non potrà accadere ciò che invece succederà agli altri lavoratori del comparto, cioè aderire al trattamento di integrazione salariale straordinario e percepire un decoroso salario pari all’80% dello stipendio.

I lavoratori di GH Napoli e Gesac Pontecagnano non solo percepirebbero soltanto l’indennità della CIGD che corrisponde al 60% della retribuzione (e non l’80% come prevista dalla CIGS) ma non avrebbero neanche nessuna integrazione o anticipazione. Ma la Uiltrasporti proprio non ci sta e sta chiedendo a più riprese, a tutte le autorità competenti, di far diventare la CIGD compatibile con l’aggancio al Fondo Speciale del Trasporto Aereo e farà di tutto affinché i lavoratori possano aderire al Fondo Speciale, anche quei lavoratori che si trovano appunto in CIGD. Il Fondo Speciale per il Trasporto Aereo (FSTA) dovrebbe intervenire in casi di crisi di aziende del settore del trasporto aereo con l’erogazione di specifici trattamenti a favore di lavoratori interessati da riduzioni dell’orario di lavoro, da sospensioni temporanee dell’attività lavorativa o da processi di mobilità, assicurando la protezione del reddito dei lavoratori. Serve urgentemente l’attivazione di ammortizzatori sociali straordinari, a garanzia dell’occupazione e del reddito, non solo per i dipendenti  GH Napoli e Gesac Pontecagnano ma anche per i lavoratori stagionali del settore che necessitano di sostegno e tutele in un momento di stallo come questo, durante il quale non lavorano e non percepiscono più salario. La loro stagione è ormai finita o forse mai iniziata. È fondamentale che il Governo destini risorse adeguate a sostenere i vettori e le imprese italiane, che rinforzi gli ammortizzatori sociali anche attraverso il finanziamento strutturale del Fondo di Solidarietà del Trasporto Aereo, per la sostenibilità del settore, affinché nessuno sia lasciato indietro e vengano garantiti occupazione e reddito a tutti. È impensabile lasciare i lavoratori senza tutele, occorrono risorse e sostegno in attesa che riparta il mercato del traffico Aereo. Bisogna aiutare gli operatori ad affrontare il drastico calo del traffico aereo causato dalla crisi da Coronavirus e bisogna farlo subito, senza condannare allo sfascio un intero sistema. Tutto il settore aereo è coinvolto in questa fase di emergenza che non si sa quanto durerà. Un fattore cruciale saranno gli aiuti che i governi, in questo momento di crisi, saranno disposti a dare alle compagnie aeree. Che il nostro Governo ora faccia la sua parte e che si salvino e si tutelino soprattutto i lavoratori e le loro famiglie.