Appuntamento nella sede della Uiltrasporti di via Tagliamento ad Avellino. Un’occasione importante per i delegati irpini e sanniti che hanno preso parte all’ottavo incontro programmato nell’ambito del progetto “Oggi parliamo con”. E anche qui la “campagna di ascolto”, messa in piedi dalla Segreteria Regionale della Uiltrasporti Campania, riscuote successo e notevole partecipazione. Si inizia ad esporre le proprie esperienze sul campo, a confrontarsi, ad ampliare il proprio punto di vista rispetto alle questioni che, quotidianamente, le Rsu ed Rsa del territorio si trovano ad affrontare tra i lavoratori e nelle varie aziende. Numerose sono le vertenze avviate negli ultimi tempi nel territorio Beneventano. Vertenze ancora aperte nel settore rifiuti, nel settore del trasporto pubblico locale, nelle imprese di pulizie. Ed una delle più delicate e spinose questioni che probabilmente attanagliano il comparto dell’igiene ambientale è quella dello stir di Casalduni di Benevento, fermo da oltre un anno dopo il devastante incendio dell’agosto 2018. La situazione surreale che stanno vivendo i dipendenti della Samte, l’azienda della Provincia che nel Sannio si occupa principalmente della gestione dello stir di Casalduni, ha davvero dell’assurdo. Lavoratori al centro di una vertenza che sembra non avere fine, lavoratori che sperano di scongiurare il loro licenziamento e far ripartire l’impianto, lavoratori che chiedono solamente certezza sul loro futuro occupazionale perché sono consapevoli che i soldi, stanziati dalla Regione per far ripartire la filiera della lavorazione dei rifiuti, non bastano più. Solo promesse, piani e strategie che sembrano non risolvere questa grave situazione che riguarda ben 52 lavoratori e le loro rispettive famiglie.

L’unica azienda sana e più attiva nel territorio Beneventano, nel comparto dell’igiene ambientale, è Asia, municipalizzata del comune di Benevento che ha bandito di recente un concorso pubblico per l’assunzione di 53 lavoratori che saranno reperiti dal bacino dei Consorzi rifiuti, 30 autisti e 23 addetti allo spazzamento. Per il tpl sannita si è in attesa delle fatidiche gare, in uno scenario alquanto incerto, dove anche le piccole aziende private dichiarano di vivere in uno stato generale di crisi e di grave caos. In primis la questione legata alla inidoneità dei dipendenti Trotta Service e per la quale l’azienda aveva inizialmente deciso di procedere al licenziamento dei lavoratori: pare che ora provvederà invece alla ricollocazione degli stessi nelle mansioni presenti in azienda con parametro equivalente o inferiore. Il personale non sarà sospeso dal servizio in caso di prima inidoneità fino all’eventuale visita superiore presso l’Ispettorato Nazionale delle Ferrovie. È stata trovata finalmente una quadra anche per il piano industriale di Trotta. L’azienda, dopo aver sottoscritto un piano di ottimizzazione del trasporto pubblico cittadino, pur avendo recepito le richieste fatte dalle organizzazioni sindacali, ha poi deciso, in modo repentino ed unilaterale, di attivare ulteriori cambi di programma senza nessun confronto. Una vera assenza di corrette relazioni industriali quella dell’azienda Trotta Bus Service e di rispetto nei confronti di coloro, i lavoratori, che con grande senso di responsabilità, non hanno prodotto nessun disservizio a danno dell’utenza, pur avendo tutti i presupposti per farlo. L’importante è trovare soluzioni adeguate per rendere efficiente ed efficace il servizio da offrire alla cittadinanza, con un confronto corretto e leale tra le parti, che tenga al centro la produttività dell’azienda e i diritti dei lavoratori.

Anche nel territorio avellinese lo scenario non è diverso. Nel comparto dell’igiene ambientale esiste una società provinciale dei rifiuti, IrpiniAmbiente, che può essere considerata una società modello seppur con notevoli difficoltà, società con un attivo di 20 milioni di euro, ma che purtroppo non ha cassa, con crediti di 40 milioni di euro nei confronti degli enti e con 20 milioni di debiti. Un’azienda quindi sana, e lo dimostra il fatto che da anni è rispettata la puntualità nell’erogazione degli stipendi, ma che non garantisce sicurezza sui luoghi di lavoro e la manutenzione dei mezzi. Per le piccole società che si occupano dei rifiuti esiste invece un altro problema: tendono tutte a non applicare il contratto di settore, quello dei servizi o delle cooperative. Piccole aziende che non pagano i lavoratori e, se lo fanno, non erogano una giusta retribuzione. C’è purtroppo ancora una mentalità malata e contorta, la mentalità di chi crede che sul lavoro si può fregare chi produce. E non possiamo più consentire tutto questo. Abbiamo il dovere di vigilare sull’applicazione dei contratti collettivi nazionali e abbiamo il sacrosanto dovere di non far applicare contratti fasulli che non rispettino le garanzie dei lavoratori. Non diversa è la situazione nel settore dei servizi. Quando si parla di contratto di pulizie, a prescindere da quale sia il contratto, specie quello multiservice e coopertive, si parla di persone che lavorano circa tre ore al giorno,  per i più fortunati. Ancora non si riesce a trovare una soluzione per “costringere” le stazioni appaltanti a rispettare i contratti che stipulano con le aziende che appaltano, cosicché ci troviamo davanti ad una platea di lavoratori che non percepiscono lo stipendio e che rischiano, nella loro vita, un vero dramma sociale. Dovrebbe esistere anche qui una sorta di rischio di impresa: l’azienda dovrebbe avere un tesoretto da cui attingere somme in momenti di difficoltà, una quota di riserva per pagare i lavoratori. Perchè quando parliamo dei lavoratori del settore pulizie parliamo di lavoratori che hanno garanzie minime, lavoratori che percepiscono, quando tutto va bene, appena 300 euro al mese e non hanno più la dignità di portare avanti le proprie famiglie. Per non parlare dei lavoratori delle Scuole Belle, su 200 lavoratori ad Avellino, la Uiltrasporti ne rappresenta 110. Lavoratori che aspettano la stabilizzazione da venti anni e, se prima avevano la certezza che ciò sarebbe accaduto il 1 gennaio 2020, c’è chi poi ha ben pensato di giocare ancora con la vita di questa gente e rimandare tutto a marzo 2020. Le risorse, a conteggi fatti, sono sufficienti solo per 11.600 lavoratori e poiché la platea da soddisfare è di 16.000 lavoratori questo significa lasciare a casa parecchi di loro.

Per i lavoratori delle cooperative e delle aziende artigiane è invece importante verificare che le aziende versino i contributi che spettano loro: i contratti non si rinnovano da circa 8 anni e i lavoratori oggi percepiscono appena 7 euro all’ora, quando l’azienda decide di pagarglieli. Ma ad inizio del prossimo anno ci sarà una piattaforma unica dell’artigianato che si occuperà del sistema di walfare diretto ai lavoratori del settore. Sarà sempre importante verificare le aziende come si comportano nei confronti dei lavoratori all’interno del sistema della bilateralità, controllare se sono iscritte o meno, perché se non sono iscritte alla bilateralità dovranno versare somme ai lavoratori. A breve partirà uno sportello itinerante dedicato ai lavoratori dell’artigianato, che sarà in giro per tutta la Regione, con l’obiettivo di informare in maniera adeguata tutti gli addetti del comparto e per orientarli su quei diritti che nemmeno sanno di avere.

Per la principale azienda che invece gestisce il sistema di trasporto su strada del bacino di Avellino mettendo in collegamento il capoluogo irpino con 96 comuni della Provincia (con Napoli, Benevento, Salerno – Università di Fisciano, Caserta, Roma e Foggia), l’Air srl, i problemi non mancano. Una volta fiore all’occhiello del trasporto avellinese, questa azienda oggi ancora tarda a diventare una realtà sana ed efficiente: ancora si cerca di adeguare le condizioni di trattamento economico di tutti i lavoratori, di azzerare tutte le differenze esistenti tra i lavoratori Air e quelli provenienti dall’ex Eav di Napoli e che sono confluiti in questa azienda dopo il processo di fusione. Ancora troppe differenze, ancora indennizzi diversi, accordi di secondo livello diversi. Ma è preoccupante soprattutto come questa azienda non riesca a raggiungere dimensioni economiche tali da offrire garanzie per il servizio, per i cittadini e per i lavoratori. L’Air ancora deve capire che non esistono fortini da difendere, privilegi di pochi a danno di coloro che invece hanno a cuore le sorti della propria azienda, ma c’è tanta strada ancora da fare. Questa Provincie devono affrontare numerosi problemi strutturali nei servizi pubblici, dai trasporti all’ambiente, c’è bisogno di insistere sui problemi, di incidere sulle vertenze, aprire sbocchi positivi. Bisogna lavorare ancora e metterci sempre più impegno, confrontarsi e decidere insieme, in un sindacato a rete dove tutte le strutture possano lavorare in modo unitario. Questa è la Uiltrasporti, ovunque essa sia, in qualsiasi regione o provincia, questo è il sindacato che fa la differenza e, a noi della Uil, piace essere la differenza.