Il Napoli vive in questi giorni uno dei momenti più difficili dell’era De Laurentiis. La squadra, dopo la sfida di Champions League pareggiata in casa contro il Salisburgo, ha deciso, attraverso alcuni dei giocatori più rappresentativi, di non tornare in ritiro. Un ritiro imposto dalla società subito dopo la sconfitta in casa giallorossa. L’ammutinamento dei calciatori ha scatenato una serie di eventi culminati, poi, nei due comunicati della società e della contestazione da parte di alcuni tifosi durante gli allenamenti a porte aperte al San Paolo in programma oggi. Ci siamo messi in contatto con Gianluca Monti, giornalista della Gazzetta dello Sport, per fare il punto della situazione in casa Napoli e di come possa evolversi il tutto:

Oggi allenamento a porte aperte e contestazione da parte dei tifosi fuori al San Paolo. Quindi adesso la squadra è totalmente sola?

“È anche la normalità che i tifosi se la prendano con la squadra. Quello che poi è successo in questi giorni contribuisce. Non sono d’accordo con chi dice che Ancelotti sia schierato con De Laurentiis. La verità è che non è schierato con nessuno. Mi sembra un po’ la vecchia D.C., anche perché dal suo punto di vista questo è l’atteggiamento più opportuno. Bisogna anche dire che 200 tifosi che contestano sono rappresentativi, ma fino a un certo punto. È ovvio che ci sia una parte della tifoseria che non ha visto di buon’occhio quello che hanno fatto i calciatori, che vedono dei professionisti strapagati assumere certi atteggiamenti. Ma non credo che i calciatori abbiano “scioperato” perché avevano nostalgia delle proprie mogli, c’è sicuramente altro sotto. Il gruppo ha sbagliato perché per chi guadagna tanto certi gesti sono controproducenti, però non è da ricondurre al fatto che voleva tornarsene a casa”.

Ancelotti come vive questo momento in cui è stato messo tra due fuochi?

“Ma Ancelotti è il più sereno di tutti, perché in realtà la squadra l’ha portata praticamente agli ottavi di Champions, nella sua carriera ne ha viste di tutti i colori e sa perfettamente che De Laurentiis non può mandarlo via perché per quello che guadagna difficilmente può farlo. Carlo sa perfettamente di non poter lasciare un lavoro incompiuto perché non ti dimetti con la squadra agli ottavi e non lasci una polpetta così appetitosa nel piatto di un altro. Sa che lui inizialmente si è schierato dalla parte della squadra, e quindi non è andato contro gli interessi dei calciatori, pur sapendo che ci sono problemi con loro che, però, sono legati a questioni tecniche. Sa che certi problemi sono fisiologici dal momento in cui scegli di portarti un certo tipo di staff nel progetto. Quindi, in tutta questa situazione è il meno coinvolto. Quindi De Laurentiis può prendersela con i calciatori, ma non con lui. Il Presidente, tra l’altro, è andato da Grassani (legale della Ssc Napoli, ndr) per capire cosa potesse fare con calciatori e allenatore e ha scoperto che con Ancelotti non può fare nulla”

C’è ancora un futuro per Ancelotti a Napoli, al di là di quelli che saranno i risultati a fine anno?

“Il rapporto con De Laurentiis è logoro ormai da tempo, adesso si è scoperto. Ma a maggio il Presidente aveva contattato Gasperini, lo sa tutto il mondo che ci sono stati dei contatti. Rapporto finito quindi già da un po’. De Laurentiis ha scoperto il calcio di Ancelotti e non lo ha amato, e Ancelotti ha scoperto il carattere di De Laurentiis. La situazione non è ben evoluta, tutto qui”.

Potrebbero le recenti dichiarazioni di ADL su Callejon e Mertens aver aperto la ferita di questo momento?

“Questo è semplicemente il punto finale del rapporto tra De Laurentiis e i calciatori. È l’unico presidente che parla male di tutti i suoi calciatori più rappresentativi. Da Albiol a Cavani, passando per Hamsik. Nel momento in cui un calciatore viene osannato dai tifosi, in quel momento diventa il nemico pubblico di De Laurentiis. Il Napoli deve essere solo e soltanto lui. Come diventi un personaggio caro alla gente, la cosa infastidisce De Laurentiis”.

Napoli-Genoa in tal senso potrebbe essere un momento cruciale al contrario, ovvero portare di nuovo la serenità in casa Napoli? O la ferita è troppo profonda?

“No, tutto quello che sta accadendo ormai non ha più nessun legame con quello che succede da un punto di vista tecnico e di campo. Questi episodi ci sono sempre stati, ma in passato essendoci i risultati, passavano sotto traccia. Adesso vengono fuori perché si vive questo momento difficile anche da un punto di vista tecnico”.

Si può parlare di ciclo finito in casa Napoli?

“Il cambio di allenatore è altamente probabile che ci sia. Però ciclo finito lo metterei tra virgolette, perché in questo Giuntoli è stato bravissimo: poteva prendere l’intera squadra di Sarri e farne una totalmente nuova. Invece l’anno prossimo sarà un completamento di questo cambiamento. Anche perché dopo tre anni di Sarri molto intensi è fisiologico che il Napoli dovesse essere rinnovato. Però non è che poteva essere rivoluzionato da un momento all’altro. Quindi piano piano è andato in porto questo discorso di rinnovamento che si completerà l’anno prossimo”.

Il Napoli dove potrà finire questa stagione?

“Il Napoli farà una grande stagione anche quest’anno. Si può arrivare ai quarti di Champions e Ancelotti potrà dire di aver portato gli azzurri dove non sono mai stati. Per me il Napoli ha tutto per arrivare 2° o 3°, è nettamente più forte dell’Inter. Quindi, io non butto a mare tutto. Al di là di quanto accaduto, il Napoli è forte e non tutto quello che accade fuori dal campo te lo porti dentro al campo. Certamente non aiuta, ma ci sono casi di squadre con calciatori che fuori dal campo si sono odiati e poi hanno portato a casa titoli e trofei. Vedi la Lazio di Maestrelli. Quindi non è quello il problema, ma il doversi dotare di una struttura con una prospettiva lunga”.