Sarà uno sciopero che interesserà l’intero territorio nazionale quello che è stato indetto unitariamente il 24 e il 26 luglio dalla Uiltrasporti Insieme alla Filt Cgil e Fit Cisl. Il settore trasporti sarà in agitazione e i lavoratori protesteranno per dare sostegno alla piattaforma unitaria di proposte con la quale la triplice ha presentato le proprie richieste al Governo. Una Legge di Bilancio che lascia ancora irrisolte questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese, taglia investimenti produttivi fondamentali per la crescita, non favorisce la creazione di lavoro stabile, non garantisce la coesione del Paese, non rafforza le infrastrutture sociali e riduce le risorse per il Mezzogiorno. Il Paese rischia così di non avere nessuna prospettiva di rilancio economico e sociale e questo proprio nessuno può accettarlo. Saranno due le giornate in cui i trasporti si fermeranno: il 24 luglio tutti i lavoratori del trasporto pubblico locale, ferroviario, merci e logistica, marittimo e porti, autostrade, taxi e autonoleggio. Il 26 luglio si fermeranno i lavoratori del trasporto aereo. “Rimettiamo in movimento il Paese” questo il grido che i lavoratori lanciano al Governo, un governo che pare si sia dimenticato di investire su una stabile e duratura politica dei trasporti, un governo che pare concentrato solo sui suoi annunci e proclami, sugli spot elettorali, sui grandi paroloni e sulle promesse fasulle che non mirano assolutamente alla salvaguardia del settore trasporti.
Un governo che non si è mai degnato di avere un serio confronto con le parti, non ha mai dato risposte adeguate, ha accelerato sin ad oggi il processo di disfacimento dell’intero comparto. E scusateci se è poco, scusateci se i lavoratoti del settore proprio non ci stanno più, scusateci se si è stanchi di lasciare a piedi la gente che di trasporto ci vive. Servono regole certe, serve arrivare alla sottoscrizione di un Patto per i Trasporti che parta dall’aggiornamento del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica e che tenga conto delle esigenze della mobilità di persone e merci. Regole, pianificazione e programmazione, questo è quello di cui il Paese e i lavoratori hanno bisogno. Ed è arrivato il momento di dire basta all’immobilismo di questo Governo perché senza un trasporto efficiente e moderno, senza la tutela dei lavoratori, il Paese non può ripartire. E nonostante migliaia di persone tenteranno di spostarsi da un parte all’altra del nostro Paese, da una parte all’altra di una città, nonostante saranno impossibilitati a prendere un aereo, un bus, un treno, le ragioni di questo sciopero sono evidenti e chiare a tutti e sarebbe forse più utile chiedersi come sia possibile giustificare ancora l’assenza di una seria politica dei trasporti in difesa dell’unico vero diritto che appartiene a tutti, il diritto alla mobilità. I lavoratori che il 24 e 26 luglio bloccheranno treni, aerei, autobus, metropolitane protesteranno per un diritto che è di Tutti, di ciascun abitante di questo Paese. Valorizzare l’Italia dell’efficienza dovrebbe essere la grande sfida a cui tutti dovremmo partecipare, la sfida dei lavoratori dell’Italia di oggi e dell’Italia politica di oggi e di domani. È arrivato il momento di denunciare il grave stato di sofferenza di tutto il mondo dei trasporti, di denunciare il doloroso elenco di criticità e sofferenze a cui sono sottoposti i lavoratori del comparto e per far ripartire il Paese è necessario che il Governo incominci a coltivare l’ascolto e il confronto come fattori strategici di crescita e sviluppo.