Al termine dell’Esecutivo Sindacale Unitario che si è svolto il 26 giugno scorso, la Uiltrasporti, insieme alla Filt Cgil e Fit Cisl, ha indetto uno sciopero nazionale di 4 ore di tutti i lavoratori del trasporto aereo (eccetto l’Enav) programmato per martedì 26 luglio e di 24 ore per piloti e gli assistenti di volo. I lavoratori si fermeranno su tutto il territorio nazionale perché questo comparto, ed ormai questa è una realtà certa, ha bisogno di regole certe, di pianificazioni e programmazioni per poter andare avanti, così come ne ha bisogno l’intero nostro Paese. È arrivato il momento di dire basta all’immobilismo di questo Governo: è assurdo che le Organizzazioni Sindacali di categoria vengano convocate solo in quei momenti epocali in cui è necessario gestire un grave stato di crisi; è necessario aprire un tavolo di confronto continuo e duraturo per cercare di risolvere le numerosi questioni rimaste in sospeso da immemore tempo, molte delle quali porterebbero ad un miglioramento della situazione in cui si trova il comparto. I lavoratori vivono in un clima di incertezza ed è solo grazie alla loro dedizione e sacrificio che i passeggeri possono ancora essere trasportati in sicurezza ed è imprescindibile adesso mirare ad un reale rilancio del settore aereo. Ormai non si riesce a capitalizzare la ricchezza che produce il mercato del Trasporto Aereo e la naturale vocazione turistica del nostro Paese, sicuramente perché non esistono politiche ed azioni industriali di sistema capaci di fare rete, non esistono politiche istituzionali, industriali e finanziarie che siano in grado di capitalizzare le enormi potenzialità offerte dal nostro mercato. Gli aeroporti sono in concorrenza tra loro e le politiche regionali e locali hanno impedito uno sviluppo sistemico del Trasporto Aereo, con aziende del settore che risultano fallite o drasticamente ridimensionate nel corso degli ultimi quindici anni. Inoltre, l’art. 26 della legge 4/2019 prevede che per il 2019 al fondo di Solidarietà (fondo che eroga ai lavoratori del settore prestazioni integrative, come la tutela in caso di cessazione del rapporto di lavoro integrativa rispetto all’ASpI/ NASpI o indennità di mobilità) venga devoluto solo il 50% delle somme previste: un provvedimento che sicuramente non soddisferà le esigenze del settore soprattutto se si pensa che a partire dal 2020 il Fondo risulterà completamente privo di finanziamenti. A partire da quella data, come faranno i lavoratori del comparto?

È necessario nell’immediato avviare un confronto di merito che possa consentire al Fondo di essere alimentato in maniera strutturale, come è fondamentale garantire l’applicazione del CCNL verso tutti gli operatori del sistema del Trasporto Aereo con una specifica legislazione di sostegno. Un contratto per il futuro del settore, per la difesa dell’occupazione e dei salari, che definisca un’area contrattuale ampia e inclusiva, a tutela delle nuove attività derivanti dalle trasformazioni organizzative. L’applicazione del contratto nazionale rappresenterà l’unico riferimento normativo capace di governare, senza strappi, le ampie trasformazioni che stanno coinvolgendo il settore, unico e vero collante del comparto e riferimento identitario dell’intera categoria. Sarà necessario normalizzare la situazione della Compagnia di bandiera Alitalia attraverso una nuova politica aziendale su costi di servizi e forniture, politiche commerciali e network, aumentare i ricavi e le quote di mercato; bisognerà lavorare affinché questa compagnia possa diventare un punto di eccellenza per il nostro Paese, un vero asset strategico. Ormai è chiaro: servono strategie, servono investitori credibili, serve un piano industriale che dia prospettive percorribili attraverso iniziative capaci di recuperare sulla formazione del personale di volo, sulla competitività delle linee, sugli investimenti in mezzi. Il governo si è dimostrato incapace di costruire una politica volta al raggiungimento di questi obiettivi e i lavoratori sono stanchi di avere incertezza nelle loro vite. Stanchi di passare in implacabili riduzioni del personale, prosciugamento salariale, stanchi di garantire il pieno regime della compagnia in uno stato di tanta crisi con poco futuro. Una compagnia aerea per un Paese è fondamentale, sia perché decide il flusso del turismo sia perché è parte della ricchezza del Paese, non è possibile ignorare l’importanza di tutto questo.

E ancora una volta i lavoratori sono pronti a scioperare per quelle garanzie e diritti che spettano loro, perché il diritto di protestare non ce lo può togliere nessuno e, finché avremo voce, sarà nostro compito chiedere a chi di dovere delle soluzioni, positive e giuste sia per chi in questo mondo ci lavora sia per coloro che usufruiscono di questo servizio.