C’è un’azienda, la Na-Met, società partecipata al 60% di proprietà della Compagnia Trasporti Pubblici (CTP), che fino a qualche mese fa ha gestito la manutenzione della flotta di autobus, garantito il rifornimento di carburante metano ai mezzi Ctp, nonché quelle dell’erogazione metano presso stazione di servizio esterna alle vetture private. È questa un’azienda entrata in crisi per le passività di bilancio, al di la dei crediti che vanta nei confronti della stessa Ctp, società, quest’ultima, che ancora oggi, in condizioni economiche/finanziarie disastrose, vacilla fortemente non garantendo ai suoi dipendenti un futuro sereno.

Ritornando alla Na-Met, solo oggi, con un mese di ritardo, anche a seguito delle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali alla Ctp lo scorso 16 maggio, per l’attivazione immediata dell’intervento sostitutivo retributivo in favore dei dipendenti, ai sensi dell’art. 30 comma 6 Dlgs 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici), è stato corrisposto lo stipendio di aprile. Per quanto riguarda l’aspetto generale e, prioritariamente, la salvaguardia dei livelli occupazionali dei lavoratori per ora si registrano solo promesse e impegni disattesi. Solo parole andate a vuoto. Nel mentre, Città Metropolitana ha più volte proclamato che la situazione è in via di risoluzione grazie soprattutto allo sblocco delle indicizzazioni dei contratti di servizio in favore della Ctp, elemento che determinerebbe il riconoscimento alla stessa azienda di somme abbastanza consistenti (si parla di svariate decine di milioni di euro) da utilizzare per il rilancio della società e la composizione delle vertenza Na-Met. Intanto per i lavoratori della Na-Met la vicenda diventa sempre più complessa, va ricordato infatti che, lo scorso 20 marzo, vista la gravità della situazione economico finanziaria, la Na-Met, società già in liquidazione, ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per tutti i di 24 dipendenti, come previsto dalle legge n. 223 del 1991. Il prossimo 3 giugno, termine già prorogato con accordo sindacale rispetto a quello previsto dalla procedura in questione, è previsto un nuovo incontro, tra organizzazioni sindacali e azienda, per un confronto sulle azioni necessarie da intraprendere per risolvere questa difficile vertenza.

Una vertenza, per la quale, Città Metropolitana e Ctp  hanno il dovere di ricercare tutte le soluzioni atte a garantire la tutela di tutti i Lavoratori, ai quali, è bene evidenziarlo, viene applicato il CCNL degli autoferrotranvieri e, come per tutti i lavoratori del trasporto pubblico in Campania, nonostante le stringenti difficoltà del comparto, e pertanto soggetti alle stesse tutele occupazionali e salariali; le organizzazioni sindacali di categoria e tutti gli autoferrontranvieri della Regione Campania sono pronti a sostenere questa vertenza e a chiedere di restituire finalmente dignità al lavoro dei dipendenti Na-Met. Si lotterà tutti insieme per cercare le soluzioni più adatte per scongiurare il licenziamento dei lavoratori perché è arrivato il momento di dire basta ai soliti proclami del sindaco metropolitano, evidentemente molto impegnato su temi di politica internazionale e poco attento ai disastri che stanno accadendo nelle aziende di trasporto locale, e dei suoi consiglieri: si parla di salvaguardare i livelli occupazionali dei lavoratori ma i fatti concreti stentano ad arrivare. Si tratta di un evidente caso di irresponsabilità istituzionale consumato peraltro sulla pelle di 24 famiglie dei lavoratori che rischiano di finire in mezzo ad una strada. Ancora non si capisce che si sta parlando di un vero e proprio dramma sociale e ancora si gioca sul destino di coloro che tutti i giorni rivendicano il sacrosanto diritto di lavorare. Che si pensi a ritirare la procedura di licenziamento collettivo, che si pensi a pagare gli stipendi ai lavoratori, che si pensi a garantire un futuro lavorativo certo ai dipendenti Na-Met; è questo l’unico imperativo categorico che conta.