Trenitalia è l’azienda leader del mercato ferroviario italiano, un colosso del trasporto su ferro, un’azienda in costante espansione commerciale tanto da essersi radicata ed estesa anche all’estero, presente su più mercati e guidata dalla tecnologia per ampliare la rete di servizi con un’idea di piattaforma aperta anche alla collaborazione con la concorrenza.
Poco alla volta l’azienda si sta inserendo in tutti i mercati ferroviari anche di Europa, cercando di competere e portare le sue eccellenze in altri Paesi, raggiungendo risultati importanti, basti pensare alla tratta Atene – Salonicco (Grecia), C2C (Inghilterra), Thellò (Francia), Netinera (Germania). Quanto potrà contare l’attività all’estero per Trenitalia? Si potrà raddoppiare l’incidenza attuale sul fatturato e l’azienda sarà dunque destinata a diventare sempre più forte, sempre più solida. Insomma, una grande azienda in cui tutti sognerebbero di far parte, soprattutto nel settore manutentivo, considerato il fatto che in Italia l’azienda sta chiudendo contratti di servizio con molte Regioni con durata di decine di anni a partire dalla stipula, una vera sicurezza per chi lavora in questo settore.
Chi vive in Trenitalia, soprattutto chi vive nel settore della manutenzione, sa di essere considerato un abitante di una isola felice ma sa anche, in cuor suo, che non è proprio così tutto “rose e fiori”.
Il costante espandersi dell’azienda fa considerare Trenitalia una preda succosa che cresce bene, che abbonda tanto al punto da straripare e poter essere catturata per soddisfare il banchetto di tutto il branco: cosicché accade l’impensabile, un lento spolpare una società attraverso le esternalizzazioni manutentive (anche delle attività più semplici e storiche di questa grande azienda). Con l’avvento delle nuove tecnologie applicate ai nuovi rotabili, Trenitalia non riesce ad investire sulle proprie giovani risorse e vira così su società esterne lasciando che le stesse si occupino di ciò che potrebbero fare tranquillamente i propri dipendenti. Quello a cui stiamo assistendo è un lento ma costante annullamento della qualità e della quantità di prodotto fornito da chi, per anni, ha fatto parte di questa “famiglia” e che si è sacrificato affinché Trenitalia fosse una delle aziende (se non l’azienda) più competitiva d’Europa, sia per fatturato che per risorse investite. L’ultimo investimento fatto ammonta ad un miliardo e ottocento milioni di euro e, se una società vanta la possibilità di poter investire tutto questo potenziale economico, non è perché i soldi sono stati trovati lungo i binari ma perché provengono dal sudore di molti lavoratori che per la propria azienda hanno dato tutto. Lavoro, senso di abnegazione, tempo e sacrificio.
Sembrerebbe che la manutenzione interna non sia più una priorità per questa grande azienda, sembrerebbe che Trenitalia abbia dimenticato quanto, negli anni, il settore della manutenzione sia stato considerato il fiore all’occhiello delle Ferrovie dello Stato. La storia insegna, però, che le privatizzazioni non hanno sempre portato a risultati positivi, anzi, spesso i risultati raggiunti sono stati, purtroppo, disastri conosciuti anche dalla cronaca nera. Occorrerebbe puntare ancora di più sulle risorse interne, investire sulle competenze e le professionalità che già esistono in azienda, valorizzare il lavoro di questa grande squadra di lavoratori che tanto hanno dato a questa azienda e continuano a dare ogni giorno con il loro attento lavoro. Se l’azienda nel tempo è diventata così forte e solida è anche grazie al lavoro di questa gente; che Trenitalia continui quindi ad investire su questi lavoratori, questo è l’auspicio, affinché si cresca sempre di più e si garantisca una sempre maggiore competitività sul mercato.
Luigi Dato
Antonio Savio Ranieri