C’è una categoria di lavoratori che negli ultimi tempi non se la sta vedendo proprio bene; è un lavoro, il loro, non proprio semplice; guidano quotidianamente, si occupano del trasporto merci, macinano chilometri e chilometri ogni giorno lungo strade cittadine nonostante la stanchezza o il cattivo tempo, non si fermano quasi mai. La loro concentrazione deve essere sempre alta, sono consapevoli della gravità di distrazioni o comportamenti sbagliati alla guida e la loro qualità del lavoro non è proprio alta. Quando poi questi corrieri o driver lavorano per una delle aziende più importanti al mondo, per un colosso del commercio elettronico, le cose si fanno ancora più complicate. Gli autisti delle imprese di autotrasporto che lavorano per Amazon proprio non ce la fanno più a sostenere i carichi di lavoro aberranti a cui sono sottoposti e hanno deciso, lo scorso 25 febbraio, di fermarsi e manifestare contro l’aumento dei carichi di lavoro che sono diventati decisamente insostenibili. Nastri lavorativi prolungati, senza alcun rispetto dei tempi previsti dal contratto di lavoro, perché l’azienda chiede a questi lavoratori di aumentare le consegne, l’importante è farne ogni giorno sempre di più, senza preoccuparsi che questi lavoratori non rispettino il tempo di lavoro massino di 9 ore e un quarto, senza preoccuparsi che non rispettino nemmeno il codice della strada.
L’importante per l’azienda è aumentare i profitti, che questo accada a discapito e a danno dei lavoratori poca conta. Amazon dovrebbe capire che questi lavoratori sono l’immagine stessa della multinazionale, sono uomini e donne che hanno il diritto ad una vita lavorativa sicura, con salari adeguati e un’organizzazione del lavoro equa e dignitosa. La Uiltrasporti, insieme alla Filt Cgil e Fit Cisl, ritengono inaccettabile i ritmi a cui sono sottoposti questi lavoratori, ritmi sempre più estenuanti che mettono a rischio la loro sicurezza e la qualità del servizio offerto.
Le aziende in appalto, per assicurarsi qualche rotta in più, pressano sui propri dipendenti per consegnare tutto ciò che gli è stato assegnato, anche quando il furgone è stracolmo di merce ed è matematicamente impossibile portare a termine, entro la giornata, tutte le consegne previste. Più si consegna, meglio è. Ma ora basta gli autisti di questi mezzi hanno il diritto ad avere una qualità del lavoro alta, hanno il diritto di lavorare in sicurezza, hanno il diritto a rispettare i tempi previsti dal loro contratto di lavoro. È necessario aprire, quanto prima, una nuova stagione e un confronto serio con l’azienda, è indispensabile che Amazon riduca i carichi di lavoro, che programmi un orario di lavoro chiaro e concordato con i lavoratori, che non abbia più reticenze sulla retribuzione degli straordinari, che rispetti le regole, quelle tutti dovrebbero rispettare, soprattutto che si rispetti la sicurezza sul lavoro, valore imprescindibile per chi svolge questo mestiere. È vero, questi autisti dipendono da aziende autonome che lavorano con Amazon, in teoria Amazon non ha controllo sulle condizioni lavorative di questa categoria ma è importante che l’azienda si faccia carico di un intervento sulla filiera del trasporto con un programma serio sul carico di lavoro. Questo è un settore che sicuramente racchiude tante problematiche ma il rispetto delle regole è imprescindibile per chiunque svolga un mestiere e questi lavoratori non sono diversi dagli altri, hanno gli stessi doveri ma anche gli stessi diritti.