L’appuntamento è previsto per il 9 febbraio in piazza San Giovanni in Laterano, una delle piazze più famose e storiche della capitale, tra il rione Monti, il Celio e l’Esquilino, davanti alla famosa Basilica di San Giovanni in Laterano. Una data importante, un appuntamento a cui non si potrà mancare: la Uil, insieme alla Cgil e alla Cisl, ha deciso di scendere in piazza ed organizzare una grande manifestazione nazionale unitaria, preceduta da un corteo che partirà in piazza della Repubblica dove si darà il via ad una manifestazione, #FuturoalLavoro, che impegnerà tutte le strutture confederali e di categoria, ad ogni livello, per rilanciare le giuste rivendicazioni contro un Governo che con le sue scelte sta compromettendo il futuro di questo Paese ed è ormai sordo a qualsiasi tipo di richiesta. Un’iniziativa che farà della partecipazione attiva e responsabile di lavoratori, giovani, uomini, donne, pensionati ed immigrati il suo messaggio più significativo.
Tutte queste persone, il vero motore primo della nostra Penisola, si uniranno per far sentire la loro voce, “per sostenere le proposte unitarie contenute nella piattaforma sottoposta ai lavoratori, per cambiare le scelte dell’Esecutivo e per aprire un confronto serio e di merito”. Si scenderà in piazza per cambiare le scelte del Governo, per rappresentare gli interessi dei lavoratori, delle fasce più svantaggiate, dei più deboli, si griderà a voce alta per chiedere la dignità che spetta a questo Paese e alle persone che lo vivono. In questi mesi sono state organizzate centinaia di assemblee con i lavoratori iscritti alle organizzazioni sindacali, in tutte le Regioni, ed è emersa chiara e lampante l’insoddisfazione per le misure contenute nella legge di stabilità finanziaria presentata e approvata dal Governo. È stato un primo importante momento di confronto e discussione delle proposte sindacali con i lavoratori e i pensionati italiani su un documento che è stato poi consegnato al Presidente del Consiglio che si era impegnato a dare continuità al confronto, mai avvenuto, su alcuni capitoli indicati dal Sindacato.
La triplice ha rappresentato nelle sedi opportune le proprie richieste, presenti nella piattaforma unitaria, in cui si rilancia una visione diversa del Paese basata sul lavoro, sugli investimenti pubblici e privati, su un fisco equo, sulla rivalutazione delle pensioni, sulla valorizzazione degli assi strategici per la tenuta sociale del Paese a partire dal welfare, dalla sanità, dall’istruzione, dalla Pubblica Amministrazione e dal rinnovo dei contratti pubblici. E se le posizioni sindacali non hanno trovato ascolto nelle sedi di approvazione della manovra, l’unica soluzione era quella di organizzare una manifestazione che sostenesse l’iniziativa confederale e che ricordasse al Governo quali sono gli assi portanti per la forza del nostro Paese, assi completamente assenti in questa manovra. Perché non possiamo permetterci di lasciare irrisolte molte questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese, a partire dai temi del lavoro, delle pensioni, del fisco, degli investimenti per le infrastrutture, delle politiche per i giovani, per le donne e per il Mezzogiorno. Perché abbiamo il dovere di ascoltare il grido di sofferenza del nostro mondo e di manifestarlo con forza e determinazione.
Perché non possiamo permettere che delle scelte sbagliate possano incidere negativamente sulla crescita del nostro Paese e sul lavoro di milioni di giovani che ancora credono in un futuro migliore, perché bisogna avere il coraggio di gridare e lottare per cambiare. Se i provvedimenti sociali ed economici di questo Governo rischiano di arrestare lo sviluppo di questo Paese, questa mobilitazione darà uno scossone a questo indirizzo intrapreso e si chiederà di cambiare linea sui temi importanti. La Uiltrasporti Campania il 9 febbraio sarà in piazza, dietro al suo striscione, insieme alla sua gente e a quanti credono che qualcosa adesso debba per forza cambiare.
Noi del Sud siamo ancora più consapevoli della scelta di manifestare, perché i problemi maggiori sono proprio nel Mezzogiorno d’Italia, in quella terra dimenticata e bistrattata, in quella terra dove esistono le disuguaglianze sociali rispetto al resto del Paese. Soprattutto noi saremo presenti, perché noi abbiamo il diritto di gridare la nostra sofferenza e la sofferenza della nostra gente. Il Sindacato sino ad ieri è stato il corpo intermedio tra la politica e le persone, oggi, con i nuovi modelli di comunicazione questa funzione è venuta meno e quindi dobbiamo cambiare il nostro modo di essere attrezzandoci per ricevere gli insoddisfatti, gli scontenti di questo Paese, coloro i quali non si ritroveranno in nessun colore politico e chiederanno asilo al sindacato. Questo dovrà essere il nostro lavoro ed è per questo che bisogna dare al Governo una risposta forte e visibile, chiedere decisioni nette, più eque, concrete. Abbiamo la responsabilità di farlo, abbiamo il dovere di rappresentare ancora una volta i nostri lavoratori, la nostra gente, il nostro popolo e lo faremo nella maniera a noi più consona, scendendo in piazza. Mai come oggi serve lottare per riappropriarsi della dignità che stanno tentando di toglierci e con orgoglio manifesteremo il nostro dissenso, lo faremo per noi stessi, per i nostri figli, per coloro che verranno dopo di noi. Noi valiamo, le nostre idee valgono, la nostra gente vale, il Sud vale e il 9 febbraio lo dimostreremo.