Carissimo, ormai non è solo una questione d’insonnia che mi spinge a scriverti, sicuramente anche la voglia di un confronto.
Sai, non sono una donnetta isterica che mangia le unghia durante le lunghe ore di veglia. Indubbiamente l’appartenenza a generi diversi dà spessore a questo nostro comunicare, come dire, desueto? Orbene, stavo leggendo una biografia riguardante la figura di Ildegarda Di Bingen, donna, suora e poi badessa che espresse il suo genio, nel dodicesimo secolo, nella diocesi di Magonza. Ti sto parlando (scrivendo) di una donna eccezionale, specialmente se si tiene conto del periodo in cui visse. La misoginia, a quei tempi, si spalmava come la neve d’inverno. Pensa, lei riuscì ad interessarsi di tutto, letteratura, scienze, teologia, le venne riconosciuto dai potenti dell’epoca la brillante intelligenza della sua mente. Riuscì a mantenere rapporti epistolari e personali con il Barbarossa, venne incoraggiata da Papa Eugenio terzo, ed ottenne lodi anche da quel bellicoso ed ardente personaggio che fu Bernardo di Chiaravalle.

Dopo tanti riconoscimenti per una questione di lana caprina, approfittando dell’assenza del vescovo che si trovava a Roma, alcuni prelati della vicina Magonza montarono un caso contro di lei. In verità non c’era nulla per cui accusare Ildegarda, se non darle la colpa di essere donna e per di più colta, intelligente ed istruita. Scrisse all’arcivescovo che le diede ragione e la cosa rientrò. Alla sua morte fu beatificata e divenne oggetto di culto locale. Ildegarda Di Bingen è stata proclamata santa da Benedetto XVI. A maggio 2012 e ad ottobre venne annoverata tra i dottori della Chiesa Universale. Oggi quante volte, donne colte, belle, intelligenti ancora scontano il fatto di non essere uomini. Non si tratta di fare del facile “femminismo”, ti ricordo i migliaia di piccoli episodi da dover sopportare, anche nel quotidiano in un rapporto di coppia. Sul lavoro si paga di meno a parità di prestazioni solo perché non abbiamo la perfezione di essere un uomo. Non stiamo a scomodare i grandi temi, come la riduzione in schiavitù, lo sfruttamento, i femminicidi. Non sono neanche a favore delle quote rosa imposte per legge. Chi è capace, chi è preparato che vada avanti. Gli uomini parlano sempre di rispetto che le donne devono avere nei loro confronti. Non sto qui a raccontare delle scarpe rosse. Non ho soluzioni miracolistiche, tanto meno una bacchetta magica. Eppure istintivamente ho l’impressione che tutto nasca da una errata interpretazione delle cose. Quando si capirà che il rispetto di noi donne verso gli uomini non deve essere individuato come sottomissione? La mia riconoscenza nei tuoi riguardi è infinita per questo tuo accogliere i miei pensieri in libertà. Sai, è più bello scriverti (parlarti) che vedere la Tv.
Salutami chi vuoi, Miramar!