Riforma pensioni, pensione anticipata, di vecchiaia, di anzianità, totalizzazione, ape, quota 100, quota 41: difficile calcolare quando uscire dal lavoro. Difficile conoscere la data certa per andare in pensione, tanti sono i fattori da considerare, l’anzianità contributiva, l’età anagrafica, gestione previdenziale alla quale si è iscritti, periodi riscattati, riconoscimento dell’invalidità, presenza di maggiorazioni contributive e chi ne ha più ne metta. Ormai uno dei problemi più frequenti che negli ultimi tempi riguarda i lavoratori prossimi alla pensione è quello di sapere quando effettivamente “conviene” andarci in pensione, perché sono mille i dubbi che sorgono soprattutto per le continue e numerose novità annunciate dal Governo sulla riforma delle pensioni.

Dopo la nota di aggiornamento del DEF (Documento di Economia e Finanza), che è uno strumento di pianificazione economica, si introduce la quota 100 e si cancellano di fatto alcuni effetti della legge Fornero, cosicché per i lavoratori prossimi alla pensione sarà possibile, dal nuovo anno, uscire dal lavoro a 62 anni di età con 38 anni di contributi. Se uno dei due requisiti viene a mancare non si potrà accedere alla pensione quota 100. Questo tipo di uscita sarebbe accompagnata, come si apprende da alcune indiscrezioni che provengono dal Governo, da altre forme analoghe ma meno convenienti ai cittadini. Si parla di pensione anticipata con quota 101, 102, 103 e 104 che fanno riferimento all’uscita dal lavoro a 64, 65, 66, 67 anni con 38 anni di contributi. Ma per ora restano solo ipotesi, bisogna attendere che la riforma pensioni diventi definita. Fatto sta che questa riforma avrebbe una ricaduta dei costi che non dovrebbe gravare sui pensionati ma sulle casse dello stato che dovrebbe mettere in gioco poco meno di 9 miliardi di euro. Circa 400 mila lavoratori potrebbero così avere la possibilità di andare in quiescenza con largo anticipo con l’obiettivo, da parte del Governo, di favorire il ricambio generazionale.

Ma si attende la proposta definitiva con la speranza che sia una riforma a favore dei lavoratori, chiara, precisa e senza contraddizioni, certamente la quota 100 si spera non vada a sostituire l’ape sociale che è una misura che tutela i lavoratori che si trovano in condizioni di difficoltà, che la quota 100 con i suoi paletti non risulti penalizzante e non rischi di causare ritardi importanti a discapito del principio di flessibilità nel nostro sistema pensionistico. Per tutti i lavoratori che hanno necessità di informazioni dettagliate e che abbiano bisogno di aiuto nel calcolo della propria situazione pensionistica, lo sportello della Uilt’Assiste di assistenza fiscale e previdenziale della Uiltrasporti Campania è a disposizione tutti i giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
Rosario Bernardo