anmI  veri eroi sono loro. Quelli che la mattina scendono per strada nella speranza di raggiungere il loro lavoro, in attesa alla pensilina di un bus, oppure chi su una banchina aspetta invano un treno per andare a scuola, un treno che “chissà se passa” e quando passa chissà se giunge a destinazione visto che negli ultimi tempi di viaggi con limitazioni alla circolazione o di circolazione completamente ferma, i viaggiatori ne vivono quasi tutti i giorni. Quei pendolari che quotidianamente prendono i mezzi dell’ANM in condizioni sempre più complicate, costretti a spostamenti difficili, con pochi bus e treni e in convogli non più all’altezza.
Il risultato è evidente. Il trasporto ANM rischia di finire su un binario morto.

I veri eroi sono loro. Quelli che la mattina scendono chiedendosi che “fine faranno”, incerti sul futuro della loro azienda, con la preoccupazione che un giorno possano svegliarsi e leggere nel titolo del quotidiano locale le fatidiche angoscianti parole “l’azienda è fallita”. Il disastro ANM è un’assoluta e incontrovertibile verità, ma le ragioni a chi vanno ascritte? La vertenza ANM è semplicemente la conferma di una situazione di crisi strutturale dalla quale non si può uscire senza un piano industriale credibile e sostenuto da investimenti adeguati. Questo concordato preventivo è stato presentato come la soluzione più efficace oltre che obbligata per garantire la continuità dell’attività aziendale e del servizio di trasporto pubblico, per salvaguardare i livelli occupazionali ma rinvia il rischio altissimo della messa in mora. L’azienda di trasporto pubblico del capoluogo campano si è trovata così a seguire le orme di quella romana. E c’è chi ha addirittura definito questo concordato preventivo una vittoria dell’amministrazione comunale, dimenticando, o peggio non conoscendo che alla fine dei termini, i fatidici 120 giorni, se il piano non sarà soddisfacente, il giudice decreterà automaticamente il fallimento e se questo si concretizzerà, sarà pienamente ascrivibile alla mala gestione politica.

Era tanta la soddisfazione di qualcuno che avrebbe potuto affermare: victoria in manibus nostris est, come, tra l’altro,  ha lasciato intendere in tantissime dichiarazioni alla stampa, presentandosi come il salvatore della patria e presentando i lavoratori di ANM come la rovina dell’azienda, i veri responsabili del fallimento. Ma di vittorie non c’è traccia anzi, la storia ci insegna che tutti gli impegni presi dall’Amministrazione Comunale non sono stati onorati a danno e discapito di un’intera azienda e di tutti quei lavoratori che ci mettono quotidianamente la faccia quando scendono a lavorare.

I lavoratori di front line ormai sono presi di mira da un’utenza sempre più inviperita, da un’utenza che ha tutte le ragioni di questo mondo ma che non ancora ha capito che le vere colpe non sono attribuibili a questi lavoratori che hanno cercato di dare un servizio pubblico anche in condizioni disastrose; le vere colpe sono di coloro che sono stati incapaci a gestire i finanche più semplici processi gestionali in un’azienda così complessa, di coloro a cui interessa evidentemente solo apparire e fare poco, di coloro che amano i proclami, i grandi annunci, la visibilità e il consenso. Parte di quegli eroi, i cittadini pendolari, hanno puntato il dito e continuano a vessare parte di quegli altri eroi, i lavoratori, perché così ha voluto chi di questo dramma era invece il vero colpevole. Che la politica e l’azienda debbano rivedere i sistemi e le regole del gioco, al fine di evitare il tragico fallimento di questa azienda, lo condividiamo tutti, ma ora forse è il caso di passare ai fatti, quelli veri,  anche in previsione della scadenza dei fatidici 120 giorni. Tutto ciò non ha fatto altro che inasprire il clima aziendale, elevare il livello di tensione e il malcontento tra i lavoratori sempre più provati dalle ricadute delle difficoltà economiche di questa azienda che non è in grado di pagare più nulla. Ma dove è la presa di responsabilità del management aziendale e della proprietà, dove sono gli interventi necessari nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini, dove sono le grandi soluzioni che tanto si auspicano? Tireranno il coniglio dal cilindro? Siamo in un limbo. Un desolante e inesorabile limbo. Solo giudici e consulenti esterni che nel segreto delle loro stanze dicono di lavorare per la salvezza di ANM. Ma bisogna crederci nel sistema trasporto, bisognerebbe crederci nell’ANM e bisognerebbe infine distruggere quanto c’è dietro le inefficienze di questa grande azienda.

La Redazione