Il tempo si sa, fa stemperare tutto, ricordi e sensazioni, le immagini sfocano e sbiadiscono, poi d’improvviso accade un evento, come d’incanto tutto torna alla mente. In questo caso ho toccato con mano, compreso fino in fondo il messaggio racchiuso in quel proverbio che recita; “u perucchio ‘inta farina crere i’ esse molinaro”. Sicuro non è bello gioire delle disgrazie altrui, ma altrettanto poco bello è vivere provocando disgrazie agli altri. Il Re è caduto e guarda era nudo. “Come mai” , ci si potrebbe chiedere, nessuno si era accorto prima della nudità del Re? Semplice, egli nascondeva la pudenda con una “veste fatta di pavidità dei sudditi”. Il tutto ricoperto da un mantello di subcultura pseudo-camorristica, col capo cinto da uno strato di solida arroganza, quella doc, quella degli “ignoranti”.  Tale ormai il delirio di onnipotenza da non rendersi conto che era stato fatto Re non per “regnare” ma per governare al posto di…. Quando ha cercato di “elevarsi nella scala del potere”, nella classifica dei tornacontisti chi l’ha fatto Re sentendosi offeso da tanto ardire, come lo ha messo lo ha detronizzato.  C’è poco da fare, esiste sempre un “mugnaio” che ti permette di stare “in farina”, ma se non paghi pegno magari col consenso riconoscente, ti verrà subito ricordata la tua condizione di Re- vassallo, magari con un “tu respiri finché ti do’ l’aria”.

Quando un vassallo cade c’è tutta una rete di valvassini e valvassori, cortigiani, sudditi osannanti e le plebee giulive. “Che fine faranno tutti questi pianeti  orbitanti intorno al sole, quando, si renderanno conto che l’astro non brillava di luce propria”? Mannaggia, era una “luna”, ed essi l’avevano scambiata per un “sole”. A pensarci bene è un dramma umano, scompaiono con la bugiarda luce un’ingannevole sicurezza, vanificati anni di genuflessioni, di rinuncia alla dignità, di mortificazioni anche cocenti, nella filosofia del Franta in Spagna purché se magna. A che son valse le artigiane abilità della “corte”; pavimentisti, falegnami, giardinieri, fruttivendoli e portieri, chauffeur, camerieri e maggiordomi, ciambellani e buffoni, per un “tozzo” di pane in più? La disponibilità di tante “conoscenze manuali e linguali” per entrare nelle grazie del Re, sole falso, ed adesso tutti lì a chiedere la “grazia alla Madonna” affinché mandi un nuovo sole che riscaldi la loro ignavia. Qualcuno berrà per festeggiare, altri per consolarsi della perdita, sicuro è che per liberare dall’ingombro, è triste pensare ci sia voluto un intervento esterno. Ormai c’erano più cortigiani che sudditi. Un doveroso pensiero anche ai “tribuni della plebe”, da loro è stato scelto sempre e comunque di non disturbare il monarca. Se mai qualche tentativo si è fatto essi, i tribuni, primi pompieri, “custodi dello status quo” guai a rompere gli equilibri, ma qual era la causa? Anche loro influivano sui destini del popolo in modo minimalista, ma pur sempre utile a  giustificare il proprio ruolo sia pure per gestire un miserando potere, sia pure miserabili pavidi. Ed ora tutto è finito, non più ”riunioni politiche” in vista delle comunali, non più strusci sulla strada principale nel far della sera ossequiato da postulanti.

Certamente tutto ciò mancherà all’ex Re, gli mancheranno anche i più petulanti, quelli a cui apparire suscitavano nel monarca un moto di  stizza, sia  pur coreografica rientrante nel ruolo. Il fatto più angosciante per lui  sarà la consapevolezza di sentirsi ‘‘solo”, non basta caduto, non nudo, ma solo. Tutti quei ”manichini” che ora mordono la mano, coloro che erano più vicini rinnegano, color che la umettavano baciandola sono scomparsi, “dove sono”?  Ma è chiaro, a cercare altre mani da baciare, quella di prima non vale più la pena neanche di morderla ancora! Eppure, qualcuno al Tirannosauro Rex lo avevo detto; “guarda che i primi a morderti la mano saranno proprio i tuoi familiari che oggi te la sbavano, baciandola”!  Ma quell’essere appartenente alla famiglia dei Dinosauri non voleva e non sapeva ascoltare.
Vi saluto e sono L’autoferroagricolo!