12 settembre 2017. Bari. Una location importante, il Centro Congresso della Fiera del Levante. Oltre 300 delegati provenienti dal Sud Italia, quadri e rappresentanti della UIL di Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Il tema dell’assemblea : “Mezzogiorno e Pensioni. È’ ora di soluzioni”, soluzioni che urgono per l’occupazione, in particolare al lavoro femminile e giovanile, sul fisco, sui contratti, sui trattamenti previdenziali. Temi importanti che necessitano di soluzioni concrete e reali e a discuterne scendono in campo il Segretario Generale Carmelo Barbagallo, il Segretario Organizzativo Pierpaolo Bombardieri, i Segretari Confederali Proietti e Loy, il Segretario Generale Regionale Puglia Aldo Pugliese. A dare il via a questa piattaforma politica della UIL per il rilancio dell’economia nelle regioni meridionali è Aldo Pugliese che subito sottolinea i problemi occupazionali della regione Puglia dove i lavoratori e i pensionati risultano essere le categorie che più avvertono la morsa della crisi che imperversa. I giovani del Mezzogiorno sono costretti a scappare altrove alla ricerca di un lavoro; 2 milioni e 400 mila cittadini nati nel Mezzogiorno vivono ormai all’estero stabilmente, 19.000 giovani talenti pugliesi, i cosiddetti cervelli in fuga, hanno scelto la strada che porta al nord o all’estero. “Il futuro sta abbandonando queste terre” continua Pugliese, “è importante puntare sul credito d’imposta per chi investe, autoimprenditorialità per i giovani, valorizzazione dei terreni incolti che creino occasioni decisive per avviare un capovolgimento dell’insoddisfacente realtà. Siamo stanchi di aspettare risposte per il Mezzogiorno e per le pensioni, non è più tempo delle promesse, è tempo di soluzioni”.
Un intervento forte e stimolante quello di Guglielmo Loy che pone subito l’accento sulla questione del benessere derivante da una crescita dell’economia e da una politica che possa consentire una equa distribuzione della ricchezza. Ci sono segnali interessanti di crescita nel Mezzogiorno: nel 2015 e 2016 sono state immesse consistenti dosi di spesa pubblica ma questo ossigeno, nei prossimi anni, non sarà più consistente. Secondo Loy, nel Mezzogiorno occorrono più investimenti pubblici ed il ruolo del sindacato è decisivo attraverso la contrattazione nazionale che dà l’indirizzo di come sviluppare le relazioni industriali e di come promuovere quel fattore di crescita da assegnare alla contrattazione territoriale. Bisogna far crescere il livello di conoscenza e di competenza dei quadri sindacali, implementare il numero delle persone in grado di contrastare e contrattare i piani industriali delle imprese, contrattare gli investimenti e la stabile occupazione. Occupazione che va di pari passo con le politiche di crescita così come ricorda il sindaco di Bari Antonio Decaro, e il sindacato in questo deve fare la sua parte, proprio quel sindacato che è stato palestra per Decaro prima del suo inserimento nel mondo politico. “Devo ringraziare il sindacato, devo ringraziare la Uil per il lavoro che è stato fatto”. Mette la mano sul cuore quando racconta di un’automobile, la Tua Autoworks, una automobile barese costruita da 190 persone che avevano perso il posto di lavoro, i dipendenti dell’ex OM Carrelli Elevatori, il simbolo della sofferenza di uomini che hanno perso il loro sacrosanto posto di lavoro ma di una speranza che non deve mai essere abbandonata. Per dare risposte il mondo della politica ha necessità di fare sinergie con il sindacato, è importante per una amministrazione comunale avere un rapporto con i sindacati in un momento in cui qualcuno pensa solo a litigare con i sindacati.
Il tema previdenziale lo affronta con determinazione e grande chiarezza invece Domenico Proietti, Segretario Confederale, che subito sottolinea come la previdenza sia una delle componenti essenziali della vita delle persone. “La Uil ha lanciato una proposta al Governo, prevedere un mix tra pensione contributiva e un intervento che copra i buchi di contribuzione dovuti alla precarietà del lavoro di questi anni. Ed inoltre, ha chiesto di eliminare le disparità di genere che colpiscono e penalizzano le donne”. È importante abbassare l’età di accesso alle pensioni attraverso un riconoscimento, la maternità principalmente, e migliorare i loro trattamenti pensionistici futuri. In Italia abbiamo l’età più alta di accesso alla pensione di vecchiaia e nel 2019 è previsto un ulteriore adeguamento alla aspettativa di vita che, secondo Proietti, deve assolutamente essere congelata. Arrivano poi le dichiarazioni dei delegati, testimonianze forti, energiche e indicative del lavoro svolto con passione anche se tra infiniti problemi e una miriade di difficoltà. Francesco, Rsu della Honda dell’Abruzzo, racconta che è un metalmeccanico, un addetto al montaggio. Si chiede come faranno le nuove generazioni che non riescono a prendere il minimo contributivo ad avere una pensione ed è preoccupato per il suo futuro, del futuro dei giovani che sono costretti ad emigrare all’estero. Un lavoro, il suo, che lo ha usurato prematuramente perché all’interno delle fabbriche la vita è sempre più difficile e i ritmi di lavoro sempre più elevati. Vincenzo, Rsa della Uilca Calabria lavora al Monte dei Paschi di Siena e sottolinea il suo orgoglio di meridionalista e invita la platea a ricordare la storia del nostro territorio perché serve a riscoprire l’orgoglio della nostra identità. Vincenzo sa bene che l’attuale stato di sottosviluppo socio-economico del sud non è qualcosa a cui siamo antropologicamente destinati. Ricorda che siamo tutti italiani ed europei con pari dignità di qualsiasi altro cittadino. Bisogna chiedere una politica industriale e infrastrutturale di lungo periodo, con obiettivi chiari e concreti che riescano ad eliminare il gap tra le “due Italie”, per giungere ad una unificazione vera. Damiano, delegato che proviene da Lecce, descrive la preoccupante situazione sanitaria che imperversa in Puglia, lamenta confronti aleatori tra regione e organizzazioni sindacali, perché la politica non si confronta con le OO.SS., e nel mentre preoccupanti sono i tagli inflitti al settore senza pensare ad una progettazione condivisa con le forze sociali. E anche qui si evidenzia l’importanza di sostenere le pensioni dei lavoratori dipendenti che coprono l’85% del gettito Irpef, di eliminare il precariato, di rinnovare i contratti e sbloccare il turn over. Vito, Rsu della Uila Basilicata è un operaio forestale del comparto ambiente, ed evidenzia subito come sia importante rilanciare le iniziative del sindacato per garantire sicurezza per i lavoratori di questo settore. Dura è la condizione di salute degli operai che lavorano nei campi. Bisogna garantire ai lavoratori condizioni sicure sul posto di lavoro. Nonostante il grande potenziale agricolo del Mezzogiorno, il comparto produttivo non è sostenuto. Il settore agroalimentare deve rappresentare un’occasione per il Mezzogiorno.
È il turno poi di Ninetta, delegata della Uiltec Siracusa che lavora in una società che gestisce il servizio idrico. Evidenzia l’abbandono totale del territorio, sia da un punto di vista di manutenzione ordinaria che di progettualità e la necessità di mettere in sicurezza il nostro Paese, salvaguardare l’ambiente, la sicurezza dei cittadini attraverso investimenti che migliorino il servizio. Nicola è Rsu che lavora in cementeria, a ciclo continuo, sottoposto a turni. Fa il suo intervento proprio dopo un turno di lavoro notturno e tutti avvertono la sua stanchezza. Nicola ci racconta come sia assurdo per certe categorie di lavoratori svolgere le proprie mansioni fino a 70 anni. Si parla tanto di sicurezza, come può un operaio a quella età svolgere mansioni così pesanti, come può un giovane oggi trovare un lavoro stabile e non vivere nel precariato? Probabilmente, ci racconta Nicola, nel suo territorio, nonostante l’aria di crisi, la politica dorme. Mario invece è un ex lavoratore Gepin Contact, della Uilcom Campania e riporta la testimonianza di una battaglia intrapresa dopo il licenziamento collettivo di oltre 350 lavoratori. La Uilcom ha fatto sì che questa vertenza fosse a conoscenza di tutti, i lavoratori non hanno mai perso la speranza e hanno lottato contro tutto e tutti. Finalmente, dopo una serie di proteste e battaglie, nel giugno 2017, premiati dalla loro caparbietà, si raggiunge un’intesa con l’azienda e i lavoratori hanno così la possibilità di ritornare, dopo oltre due anni, nel mondo del lavoro. E Mario, così emozionato, ci confida che questo è stato possibile solo grazie alla caparbietà e all’ostinazione dei lavoratori Gepin e all’intervento dei Sindacati. Un esempio questo che ci dimostra che le battaglie nel nostro mondo si fanno e si vincono anche.
E sulla scia di quest’ultimo intervento così appassionato, Carmelo Barbagallo ci ricorda che “i diritti non si mantengono per sempre se non si lotta per mantenerli sempre”. E subito incalza: “Oggi i salari sono fermi. Se non aumentano i salari non cresce l’inflazione, l’economia e quindi l’intero Paese. È aumentato il Pil ma non il lavoro, aumentati i giovani disoccupati soprattutto nelle regioni meridionali. L’unica ricerca che un giovane oggi riesce a fare è ricercare un lavoro”. Il Governo, dichiara Barbagallo, racconta che i soldi non ci sono, ma in questi anni di spending review, di tagli lineari, di 300.000 dipendenti pubblici in meno, di tagli ai servizi, dove sono finiti i soldi visto che la spesa pubblica è aumentata così come il debito pubblico? Bisogna rilanciare la capacità di spesa dei pensionati, bisogna detassare le pensioni. Servono investimenti pubblici e privati, potere d’acquisto ai lavoratori, ai pensionati e un lavoro stabile per i giovani. Altrimenti l’economia non riprende: se i salari sono fermi e l’inflazione è stagnante la vera ripresa economica non parte. Per il Segretario Nazionale vanno date immediate risposte ai giovani, alle donne e ai pensionati di questo Paese, il sistema previdenziale deve essere giusto ed equo. Dal prossimo anno, Barbagallo auspica una vertenza fiscale seria, migliore, che smonti il sistema fiscale del nostro Paese e per farlo, bisogna insistere unitariamente: “salari pesanti, fisco leggero” è lo slogan con cui Carmelo saluta la platea, con il suo solito sorriso rassicurante. Nessuno in sala ha dubbi. Bisogna lavorare ancora di più, bisogna rimboccarsi le maniche e raggiungere i prossimi obiettivi, mettersi al fianco dei lavoratori tutti e vincere le battaglie nei loro interessi. Il sindacato è coscienza e la Uil la coscienza ce l’ha, un sindacato riformista, uno strumento di rinnovazione radicale della società. Di ritorno nella nostra regione, con una testa piena di nuove idee e nuovi propositi, le note di una famosa canzone della Mannoia hanno accompagnato il nostro ritorno nella città di Napoli : “è una regola che vale in tutto l’universo, chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso e anche se la paura fa tremare non ho mai smesso di lottare”. E a noi della Uil perdere non piace proprio.