Con la fine della primavera comincia il sogno d’estate. I sogni sono indispensabili alla vita, ma ve la immaginate un’esistenza senza sogni? Come guardare un prato senza erba, come una canzone senza note, eguale ad un amore senza sentimento, ma i sogni vanno ”difesi”.  Tutto ciò non basta, essi vanno attesi, si potrebbe dire che sono esplosioni di vita, capaci di rischiarare le zone buie dell’esistenza. Ve ne vorrei portare un esempio, con molta umiltà senza presunzioni, non per insegnare ma per cercare di esprimermi al meglio.

Ricordo che quel giorno dissi ad Adamo: “non so cosa tu abbia intenzione di fare, ma io oramai sono troppo vecchio per queste cose!” No, stavo scherzando, non sono poi così avanti negli anni, scusate l’infelice battuta. Quella sera mi attardai davanti alla tv, feci uno strappo per vedere il film intitolato “Profumo di donna”, quello originale interpretato dal Mattatore nazionale Vittorio Gassman. Ero curioso, la pellicola non era nuova ma non avevo mai  avuto modo di visionarla se non a spezzoni. Non so chi di voi conosce la storia che si narra, mi limito ad accennarla.  È la storia   di un non vedente, questa sua deficienza visiva lo porta a sviluppare una particolare forma di olfatto che rende impossibile la presenza di una donna in qualsiasi luogo egli si trovi, senza che ne percepisca la vicinanza. Non ho mai rimpianto il sonno perso per quella pellicola, in essa non c’era niente di volgare, anzi era un inno all’esistenza.

Il giorno dopo mi alzai dal letto, non per incontrare Adamo, ma per andare a prendere servizio nel deposito di appartenenza, con un turno di riserva dalle cinque alle undici e trenta. Giunto mi sbracai sull’unica poltrona comoda, tra le altre che arredavano lo stanzone, nella speranza di fare un sonnellino. Con la mente a “folle” ripensai al film, mi ritrovai ad invidiare la capacità olfattiva del personaggio portato sullo schermo da Gassman. Certo, mi dicevo, i profumi sono una gradevole sensazione, ti salgono su per il naso, ti arrivano direttamente al cervello provocano ricordi, belli o brutti, i ricordi fanno sognare. Chi non ha mai “sospirato” al profumo di un fiore? Sonetti, canzoni, drammi, grandi amori, tutti dovuti o imputabili agli odori. Il profumo di un bimbo, di una madre, della donna amata, del fiore preferito. Anche un buon pasto, un ottimo vino, di un prato bagnato dalla pioggia, gli esempi sarebbero infiniti. Questo mi girava per la mente, fin qui tutto bene. Ma ecco che la coda di Lucifero si intromette; la coda aveva le sembianze del capo servizio. Egli mi spedì nella vicina università per una corsa bis.

A causa di uno sciopero all’interno dell’ateneo, la richiesta per le prime corse di rientro era cresciuta a dismisura. Viaggiai veloce, la corsa era a “vuoto”, appena giunto aprii le porte riempiendo il pullman al massimo e poi ripartii. A metà del tragitto di circa trenta minuti, guardando lo specchio interno mi resi conto che erano tutte giovani donne a riempire gli spazzi. Giunto al capolinea, nel far defluire le studentesse capii quel che Gassman interpretava nel   film.  Un intenso ”profumo” aleggiava nel bus e mi avvolse soave come quello di un prato immenso, di un grande roseto, quello fu un bel “sogno”. Scusate se vi parlo di cose “futili”, ma scrivere sempre di califfati, presidenti e politici bugiardi, credenti più o meno sinceri o di cronache politico- cannibalesche oramai mi intristisce, magari ne parliamo in autunno col cielo plumbeo.

Vi saluto e sono L’autoferroagricolo!