Nell’anno 1095 Papa Urbano II invitò tutti i principii della cristianità occidentale a riunirsi nella città di Piacenza, dove si sarebbe svolto il primo Concilio del suo pontificato. Circa venticinque anni prima i Turchi avevano vinto una grande battaglia contro le truppe di Bisanzio, conseguenza di ciò fu che la Palestina cadde in mano ai nuovi padroni mussulmani.  Con essa la città di Gerusalemme, il Santo sepolcro e tutti i luoghi santi al Cristianesimo.  Fino ad allora gli imperatori di Bisanzio per secoli si erano considerati i protettori di Gerusalemme e della Terra Santa, non era più così. Papa Urbano II, uomo colto ed intelligente con il proclamare la prima crociata (sotto la protezione della Santa Croce) oltre a rispondere al desiderio di spiritualità dell’Europa, pensava bene di convogliare verso Oriente le energie mal gestite che dilaniavano il Continente. Bisogna ricordare che in quel contesto storico, XI secolo, gli eredi di Carlo Magno avevano diviso il Sacro Romano Impero. Senza un forte potere come quello di Re Carlo, si assisteva ad una miriade di guerre locali, razzie ad opera di duchi, conti, vassalli vari, tutti signori locali che il potere regio non riusciva a controllare. Queste distruzioni non risparmiavano monasteri ed abazie, per non parlare degli agricoltori e degli allevatori. Oggi diremo che nel Concilio di Piacenza si cercò di cogliere due piccioni con una fava.  L’iniziativa di Papa Urbano ebbe un successo che andò ben al di là delle più rosee aspettative, nobiltà minore, ma anche signori di prima grandezza, popolo e clero si organizzarono da tutta Europa per questa spedizione in armi atta a liberare la Terra Santa dall’infedele (che non dimentichiamo l’aveva sottratta ad altri cristiani, i Bizantini).  Coloro i quali partivano per quella che poi   fu chiamata prima crociata, facevano solenne promessa (voto) di ottemperare all’impegno preso davanti a Dio e agli uomini. Ed ecco la Chiesa Latina garantire   ai partecipanti   la remissione dei peccati con l’indulgenza.  Si formò così l’idea del mondarsi in vita dalle colpe, di partecipare all’epica impresa voluta dal Domino. Poiché non era una guerra ‘mondana’ di   conquista, ma di liberazione, si pensò bene tra le altre cose di ornare le ‘vesti dei sacri militi’ col simbolo della Santa Croce.  Da ciò il nome ‘crociati’, partecipanti alla crociata, ovvero portatori della Croce.  Qui mi fermo con i cenni storici, non servirebbero ad  esternare il disgusto, la nausea, la repulsione che mi ha fatto apprendere la notizia della strage avvenuta nell’UK, rivendicata dall’Isis. Quel che mi   lascia   disarmato è ancora una volta la  palese ignoranza di chi non sa e parla, allo scopo di una strumentalizzazione scopertamente pacchiana, senza stile, senza classe, l’orda di sangue innocente.  Nell comunicato di rivendicazione stilato dai seguaci   di   Abu Bakr Al Baghdadi, con toni altisonanti si recita “abbiamo colpito   i   crociati…”, onnipotente Domino salvaci dalle ”bestie”.  Ora mi dico, i crociati erano pezzi d’uomini rivestiti  di ferro, cavalcavano  su enormi cavalli da guerra pesantemente bordati di metallo, sotto le gualdrappe.  Maneggiavano enormi spadoni, scuri e lunghissime lance, sicuramente dovevano  procurare terrore già nel vederli, tutto ciò nell’undicesimo secolo.   Nel secolo ventunesimo si è fatto  esplodere un ordigno ad   un   concerto in Inghilterra, dove ‘crociati   minorenni’ accompagnati da madri, zie e sorelle maggiori erano lì convenuti ad ascoltare  musica, un massacro.  Sicuramente la strage aumenta la gloria dei  seguaci del profeta, pensate quanta baldanza e quanto coraggio siano   stati necessari per uccidere un così alto numero di ‘crociati’. Una cosa è  certa, sono  d’accordo nel costruire ponti ed abbattere i muri, ma come si fa con chi non si rende conto di essere ‘umano’!

Vi saluto e sono l’Autoferroagricolo!