eagleservices1Dal 15 giugno l’azienda cessa l’attività a causa della disdetta del servizio da parte di ANM
Posti di lavoro che se ne vanno. Lo spettro del licenziamento colpisce questa volta i lavoratori di un’azienda che opera nel settore della vigilanza privata non armata, la Eagle Services che ha deciso di cessare l’attività e di licenziare i suoi dipendenti. Tutto il personale ha ricevuto una lettera di licenziamento collettivo a causa della disdetta del servizio da parte dell’Azienda Napoletana Mobilità, azienda affidataria del servizio, presso cui lavorano 26 dipendenti, come vigilanti ai parcheggi.
Dal 15 giugno 2017 il servizio sarà disdetto. Tutto il personale sarà quindi licenziato a causa delle gravi difficoltà economiche che imperversano nella società, e come se non bastasse, da circa due anni esistono ritardi e mancati pagamenti da parte della clientela.

La riorganizzazione dell’Anm costerà quindi caro ai lavoratori della Eagle Services; nel piano di ricapitalizzazione del Comune per salvare l’azienda in profonda crisi ci sono varie misure, tra le quali anche il trasferimento dei depositi e dei parcheggi e il servizio di vigilanza sarà così gestito all’interno e le società che si occupano di vigilanza avranno i contratti rescissi, cosicché ai lavoratori non resterà da fare altro che andare a casa. Nel piano di riassetto societario di ANM ci sono eccedenze di lavoratori, ma il Comune assicura che non ci saranno licenziamenti, che il personale in eccesso sarà riconvertito e per quelli in prossimità alla pensione saranno previsti esodi incentivati: lo stesso discorso non varrà invece per le ditte esterne che perderanno gli appalti e che inevitabilmente saranno costrette a far fioccare lettere di licenziamento ai proprio dipendenti. L’organico totale della Eagle Services ammonta a 45 unità, 2 impiegati amministrativi e 43 operai con qualifica di addetti alla custodia e all’attività di portierato; la cessazione dell’attività rende impossibile l’eventuale adozione di misure alternative ai licenziamenti.

La società inoltre opera nel settore merceologico che non prevede la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali, in particolare alla cassa integrazione guadagni e ai contratti di solidarietà. Sembra quindi che per questi lavoratori ci sia ben poco da fare, nonostante il grido di appello alla difesa e alla tutela del lavoro si alzi fortissimo in questi giorni. È terribile vedere come le crisi aziendali siano all’ordine del giorno e come il dramma del licenziamento colpisca i lavoratori, il sacrosanto diritto al lavoro. Vedere i lavoratori dell’indotto finire nei dossier locali è veramente triste soprattutto quando non c’è il lieto fine. Ora la nebbia avvolge i lavoratori di questa azienda che vedono il proprio settore in ginocchio e che sperano in un miracolo. Queste storie non dovrebbero proprio esistere. Il lavoro è un sacrosanto diritto, inalienabile.