Che ci fosse l’esigenza di comunicare fra gli iscritti, fra le realtà aziendali e tra i lavoratori è stato un bisogno che si è avvertito fin da subito, una volta varcata la soglia della sede della Uiltrasporti Campania.

Volantini sempre troppo corposi, fonogrammi sempre più asettici e talvolta relazioni per congressi o convegni eccessivamente lunghe, davano la cifra da un lato dell’indispensabilità di una efficace comunicazione interna e verso il mondo a cui ci si doveva rivolgere con immediatezza e comprensibilità, e dall’altro della necessità di costruire un sistema utile, moderno e capace di arrivare nei luoghi di lavoro, alle donne e agli uomini che in esso e con esso vivono.

Le prime iniziative di “giornalino” (termine poi cancellato dal lessico della Uiltrasporti Campania) si riferiscono a singole realtà aziendali, anche di uno stesso settore, narrano fatti particolari e specifici di un’azienda, di un’unità produttiva o anche di un singolo reparto e di un ufficio, mostrando sin da subito uno spaccato per certi aspetti insospettabile, sia per la quantità di persone che si cimentano nella loro produzione, sia per quanti quasi ne aspettano la stampa solo per vedere se si parla del proprio settore o magari della propria realtà lavorativa. Nel tempo cresce l’interesse, determinando finanche la concorrenza fra “le stampe”, per numero di pagine, per grafica o per i primi esperimenti di impaginazione, nel tentativo non sempre riuscito di evitare di produrre un insieme indistinto di volantini sindacali.

Il rischio di impaginare volantini è altissimo e quindi, un po’ per mettere insieme tutte le esperienze comunque maturate, un po’ per ottimizzare le risorse (si è arrivati a produrre anche quattro “ giornalini”) e non disperdere l’interesse sostanziatosi, bisogna prendere atto che quasi spontaneamente si è creata la condizione di un’efficace sintesi, per certi versi inaspettata, a cui bisognava offrire molta attenzione:

la Uiltrasporti Campania si poneva all’esterno attraverso scritti e elaborati su cui gli associati e i lavoratori potevano arrivare a determinazioni e convinzioni comuni, precedentemente riferite più al sentito che al riscontrato, determinando quindi l’esigenza di rendere compatibili gli scritti con le strategie messe in campo dal sindacato, ovvero i giornalini dovevano trovare una forma in cui tutti si potessero riconoscere: bisogna fare dei giornalini “un giornale” voce ufficiale della Uiltrasporti Campania: Nasce Articolo 16.

Sicuramente un giornale del sindacato non costituisce novità, numerose sono le pubblicazioni e diverse le articolazioni sia nazionali che territoriali che riportano scritti autografi di dirigenti e quadri sindacali, tanto da poter intravedere il livello di responsabilità ricoperto attraverso l’ordine cronologico della pubblicazione degli articoli, ma si aveva esatta la sensazione che non fosse questa l’idea che da qualche parte giaceva sopita ma ardente, di cui ancora non si aveva piena contezza ma che si avvertiva non fosse quella del classico giornale d’informazione sindacale. Per continuare il processo di crescita bisognava atterrare in uno spazio più ampio, se possibile meno autoreferenziale e sicuramente più rischioso, ma per far crescere nuove convinzioni e interessi, soprattutto nei giovani del e nel sindacato, vi era bisogno di altro e di diverso. Dare voce e scritto non tanto e solo ai dirigenti sindacali, ma alle strutture aziendali e agli iscritti era la sfida che avevamo di fronte, che ci eravamo cercati e a cui volevamo rispondere per vincerla.

L’interpretazione del lavoro dal lavoro, dal luogo di lavoro, dal Bus, dal Treno, dall’ufficio, dalla Nave, dall’Impianto di tritovagliatura come dal Camion della NU, dall’Aerostazione, dal casello autostradale, dal punto di osservazione del lavoratore così come dell’utente, poteva costituire la chiave di lettura delle difficoltà e delle realtà variegate a cui riferirsi ogni giorno nella quotidiana attività di lavoratore e di rappresentante sindacale. Quindi mettere insieme la forza e il disincanto di giovani slegati dalla formale attività sindacale, con la conoscenza e l’esperienza dei rappresentanti sindacali aziendali e territoriali, poteva creare la giusta miscela per una crescita complessa e comune, capace di generare le utili contaminazioni in grado di produrre più plurali in un mondo fatto di troppi singolari. Articolo 16 è un riferimento Costituzionale, oggi oggetto di scontro politico piuttosto che di amore istituzionale, ed anche se può sembrare azzardato 16 diventa “se dici” e se diciamo diventa 16amo … acronimo di ogni rubrica riferita ad aspetti più variegati, 16amo: treno, bus, nave, strada ecc. ecc.

Nasce la redazione che cresce con tutti quelli che si cimentano in scrittura, editing, impaginazione, foto, interviste ed altre forme di stampa o distribuzione, che imparano, studiano e si riconoscono mentre allestiscono bozze, menabò, che correggono e vengono corretti senza problemi (o quasi) alimentando così una straordinaria esperienza che porta anche la soddisfazione dell’iscrizione all’albo dei “giornalisti pubblicisti” di tutti i componenti che sono passati nella redazione di Articolo 16.

Una bella soddisfazione? Macché alla Uiltrasporti Campania non si può stare fermi e quieti! Le migliaia di copie attese nei luoghi di lavoro in tutta la regione sono oramai un consolidato, nei treni, nelle stazioni, nei capolinea dei bus e negli uffici sono un appuntamento, che quando registra qualche ritardo dà voce anche a qualche rimbrotto, ma i tempi cambiano e la notizia viaggia su nuovi mezzi e altri canali, più veloci e efficaci della stampa. Un avvenimento, un appuntamento, un accordo sindacale o una dichiarazione arriva in tempo reale tanto veloce da far apparire anche Articolo 16 un tantino datato, o quantomeno bisognevole di una rivisitazione in un mondo che da due punto zero è già arrivato a industria quattro punto zero.

Allora come quando si osservano i giovani e figli lasciare la riva di casa verso mari ed orizzonti ampi, tersi e sconfinati, anche se con un pizzico di rammarico, con preoccupazione e con la giusta inquietudine, per essere nel tempo che viviamo e soprattutto per provare ad immaginare per tempo in quello in cui i nostri giovani dovranno dispiegare le loro capacità, passiamo alla versione digitale di Articolo 16.

Una nuova sfida? Certo! Una nuova esperienza? Pure!

Convinti che ce la faremo, pur senza nasconderci da quelle difficoltà che, se non hanno frenato la vita di Articolo 16 per tanti anni, adesso costituiscono la straordinaria energia per la nuova esperienza, perché in tutti questi anni se c’è una cosa che abbiamo imparato sopra ogni altra è che “ se si vuole si può” perché anche l’aquilone si alza con il vento contrario, mai con quello a favore.