Erano tre giorni ch’era a bordo di quel fuoristrada. Un vecchio modello di fabbricazione russa, perfettamente revisionato dai fratelli. Più attenzione d’ogni cosa era stata data all’accensione e alla trazione. Le quattro ruote motrici avrebbero agevolmente permesso di superare senza problemi le aiuole e due cordoli ed il marciapiede che divideva quel parcheggio a pagamento dalla sede stradale. Il piano, nella sua lineare semplicità, sarebbe riuscito, proprio per questo si poteva definire ingenuo. Quando l’obiettivo si fosse avvicinato non ci sarebbe stato bisogno dell’urto, bastava accostarsi anche a dieci metri per essere certi del successo.

C’era tanto di quel sintex al bordo da distruggere tutto nel raggio di trecento metri dall’epicentro. Khaled-Al Aziz addentò l’ultimo panino ed ingoiò un sorso di aranciata ormai calda. Era sistemato sui sedili posteriori protetto dall’esterno dai vetri oscurati, ormai mancava poco. Tutto era cominciato dieci giorni prima alla Moschea, era stato avvicinato da WALID che gli aveva proposto il Martirio ed il conseguente premio, le Houri si sarebbero prese cura di lui per l’eternità, Khaled aveva accettato. Bersaglio dell’operazione definita pomposamente da Abdul, il fratello che aveva coordinato tutto ”mezza luna insanguinata” era il primo ministro Olandese. Recatosi in Romania il premier dopo aver siglato accordi commerciali si recava in visita a Timisoara, la seconda città della nazione per ricevere la cittadinanza onoraria.

Alla fine della cerimonia il corteo sarebbe stato davanti all’autobomba a non più di trenta metri per affrontare il rondò posto al centro di cale Buia, ed infine passando innanzi al centro commerciale Lidl avrebbe imboccato la via dell’aeroporto. A Khaled sarebbe bastato accendere il motore, ingranare la marcia ridotta avanzare di dieci metri oltre le aiuole, premere il telecomando e bummm, lui in Paradiso ed i miscredenti nemici di Allah, che bruciassero nel Loza, l’inferno. Quella lunga attesa si era resa necessaria affinché il vecchio fuoristrada con targa locale non attirasse l’attenzione. I poliziotti a forza di vederlo lì fermo ed apparentemente vuoto avevano cessato di ‘’vederlo”. Khaled aveva mangiato panini, bevuto acqua ed aranciata, fatto i propri bisogni in tre capaci pentole a pressione procurate dai fratelli, ma soprattutto si era annoiato.

Da prima aveva immaginato cala Buzias ridotta in un cumulo di macerie ricoperte dai cadaveri degli impuri, ma ben presto si era scocciato, un’altra fantasia lo aveva galvanizzato. Cominciò a vedersi accudito dalle Houri, le magnifiche fanciulle del Paradiso. Immaginava se stesso preso da un’infinita estasi, per l’eternità. Sicuro, i suoi venti anni non erano stati eclatanti, figlio del falegname Marwan-Al Aziz, atto in un villaggio senza nome nei pressi di Aleppo, giunto in Francia all’età di quattro anni seguendo la famiglia. In Francia niente studi per lui, fin da piccolo lavorava per aiutare la baracca, poi intorno agli otto anni grazie a sua madre prese la sera a frequentare la Moschea. Poi a dieci anni gli studi del ”Libro” in una madrasa semiclandestina in periferia.

Grazie a Mohammed-Al-Di-Al Razzi finalmente diventó Tal’ Brii’, discepolo della dottrina Mussulmana. Era stato fortunato ad essere scelto per il Martirio, avrebbe così riscattato un avvenire incerto, reso onore alla famiglia. Ma soprattutto sarebbe andato in Paradiso, accudito, coccolato dalle Houri, pronte docilmente a soddisfare ogni suo desiderio. Più ci pensava e più capiva quanto la sorte lo avesse favorito, tutti i suoi problemi risolti. Sarebbe stato molto difficile mettere da parte i soldi per potersi sposare ed avere una moglie, ma adesso, pensava con le Houri non gli serviva la moglie. E poi le Adirà, le vergini concesse ai Martiri non avrebbero creato i problemi che sollevano le mogli.

Al solo pensiero di quell’estasi eterna a Khaled veniva l’acquolina in bocca ed uno stato di agitazione che niente aveva a che fare con i pensieri di un santo Martire. Facevano ridere gli occidentali, credono che si abbia paura della morte, come tutti i miscredenti. Il mio cuore è puro come la mia fede in Allah, poi con quella ricompensa come si poteva evitare. In quel momento vide il corteo del primo ministro spuntare dal rondò, Khaled mise in moto e con le Houri negli occhi e nella mente ingranò la marcia.

Vi saluto e sono L’AUTOFERROAGRICOLO!