A sentire i dibattiti che animano il mondo politico occidentale, si ha l’impressione di un grande mosaico affidato a diversi artisti, ognuno di essi ne ha in carico un pezzo. L’idea sembra quella di una costruzione collettiva, che messa insieme l’opera dagli artisti designati dia ai cittadini il capolavoro compiuto in tutto il suo splendore! La realtà è ben diversa, si capisce benissimo che ogni leader operi ”motu proprio”, che le presunte radici comuni dell’occidente nulla hanno a che vedere col quadro complessivo che ne uscirà. Come si dice ”fratelli coltelli”.

In ognuno di questi ”pezzi” sembra ci sia da scegliere tra un futuro più nazionalista o più progressista, tra il trincerarti nel tuo castello attendendo passi la morte ”russa”, oppure aprirsi agli altri e combattere la peste ”nera”. Direbbe Cronin: “e le stelle stanno a guardare”, le vicende passate niente hanno insegnato all’umanità, così verrebbe da pensare. Come se due guerre mondiali non fossero servite a niente, senza contare tutte le guerre fredde e calde avvenute dal 1945 in poi. Non volendo parlare di ciò che accade in Siria, in Asia ed Africa, ed i fenomeni collaterali che le guerre generano: profughi, sfollati, morti, stupri e violenze. Badate bene non stiamo parlando di azioni armate tese a restituire libertà e dignità ad un popolo, non stiamo parlando di scontri armati che le grandi potenze militari o economiche combattono su territori altrui e spesso per interposta persona.

Anche questo è stato già visto, come per esempio le guerre combattute in Italia tra ”Francia e Spagna” o quelle del secolo scorso tra capitale e comunismo. Comunque sia le guerre sono ”regali”, le rivoluzioni no, non sono più d’attualità. Eppure c’è una cosa che i leader occidentali e non solo tacciono. Come faranno a prevenire la rivolta popolare nelle proprie nazioni e nell’occidente tutto? Già, perché anche se non più di moda il rischio è proprio quello di far tornare in auge la ”rivoluzione”. Bella forza si potrebbe dire; il ritorno delle cose fa parte dei ricorsi storici. Questo potrebbe anche essere pensiamoci bene; quando nel passato si sono create le condizioni per una rivolta? Semplice, quando le angherie hanno superato la sopportazione. Quale è  il limite massimo della sopportazione collettiva? È quando dopo la dignità ti viene a mancare anche il ”pane”. Il motivo di fondo è il progresso, non ho niente contro di esso, sono solo timoroso dell’uso che se ne potrebbe fare.

Questa innovazione digitale, questa quarta rivoluzione industriale, da qui a breve porterà a non poter garantire non dico l’obiettivo della piena occupazione ma nemmeno quella parziale. L’umanità si avvia con passi da gigante verso la possibilità di realizzare l’utopico obbiettivo di ”liberarsi” dalla ”schiavitù” del lavoro. Grazie allo sviluppo di computer e robot sempre più capaci, intelligenti, auto riparanti, la mano dell’uomo non servirà. Come verrà impiegato questo novello benessere? Da qui a due decenni quale sarà la scelta dei potenti, avremo un’umanità felice libera di dedicarsi all’arte dell’ozio inteso come il termine veniva usato nella Grecia di Pericle?

La parola ”ozio” solo da poco è stata demonizzata dal pensiero imperante giudaico-cristiano, l’ozio è il padre di tutti i vizi! Se avessimo usato lo stesso termine con Aristotele, egli avrebbe colto il significato originario della parola; ”ozio” ovvero il tempo dell’uomo libero! Se non fosse questo il prossimo futuro, cosa avremo? Centinaia di milioni di persone non più ”utili” alla produzione, che vivrebbero di stenti vagando errabonde per le terre del mondo come novelle locuste. Cosa ci dicono di questo incerto avvenire i leader d’Europa, d’America, della santa Russia ed i Cinesi? Nulla, domandiamolo agli Africani o agli Indiani, loro lo sanno come si sta già oggi.

Vi saluto e sono; L’autoferroagricolo!