In verità, su quest’ultimo evento sismico che ha colpito il ”cuore d’Italia” non so che dire. La sensazione pervadente è quella di vedere l’ennesima fotocopia, quella del Belice, le case crollate, i morti, chi perde tutto, la disperazione. La fotocopia del Friuli, case cadute, morti, smarrimento. La fotocopia della val Nerina, case cadute, decessi, avvilimento. La fotocopia dell’Irpinia, case cadute distruzione, morte, ruberie. La fotocopia dell’Aquila, palazzi accartocciati, vite spezzate, rabbia. La fotocopia dell’Emilia, capannoni distrutti, paesi sventrati, decessi. Migliaia di soccorritori, iniziative solidali, i volontari i veri eroi. Si assommano alle vittime l’elenco dei danni, le prevenzioni di spesa, i tempi di ricostruzione.

Le immagini tv mandano in visione cumuli di sassi, irte travi puntate verso il cielo, le tende, i container, gli occhi dei bambini enormi stravolti il pianto degli anziani, toccante. Le prime fotocopie in bianco e nero, con le immagini un po’ sbiadite come le copie dei vecchi ciclostile, poi quelle a colori come le copie della Canon. Ma a parte l’effetto cromatico i contenuti non cambiano, la stessa miseria, la stessa disperazione. Gli ”inviati” propongono immagini ”verità ‘‘, come orsetti di peluche, bambole di plastica che affiorano da sotto le macerie. Con questo non voglio essere cinico, ma le macerie mostrano resti di muratura fatti di calce e pietre di fiume, questa è la miseria del tempo in cui i nostri avi costruivano alloggi col materiale più economico. Poi ci hanno fatto vedere crollati anche i palazzi di cemento armato.

Questa è la miseria dei disonesti, veri e propri sciacalli che per comprare la maserati nuova, o la collana di perle alla ”favorita” del momento non esitano ad ammazzare i propri simili. In questo panorama degli eventi sismici più recenti l’unica differenza sono gli anni di ”servizio” degli edifici, case di pietra, materiali poveri dettati dalla necessità. Cemento armato crollato, disonestà dei costruttori e di tutto l’apparato di controllo. Assassini! Adesso non voglio pro o contro, bisognerebbe sempre discernere quali sono i buoni propositi e quali no. Non amo particolarmente chi sta al governo, però bisogna ammettere che l’ideuzza di monitorare e rendere a ”norma” i fabbricati pubblici e privati d’Italia non è male. La cosa risponderebbe a due necessità nazionali, la prima sarebbe quella della sicurezza, perciò stop alle ”fotocopie” che magari in futuro saranno in 3D.

Poi c’è sempre il discorso della ripresa economica, un piano del genere significa al meno due decenni di investimenti in un settore portante come l’edilizia, senza ”mangiare” altri boschi è campagne”. Ah certo bisognerà vigilare, ma se la paura dell’imbroglio, del ladrocinio, dell’infiltrazione, della malavita ci fa solo criticare come novelle Cassandre profetizziamo tutto questo e magari l’incapacità di un popolo a saper operare, sempre e comunque, beh, lasciamo perdere. Ogni cinque anni circa si ripeterà il dramma, così come lo conosciamo, le pietre tonde, il cemento armato, l’orsetto di peluche e così via. Ma non ci siamo stancati? Stancati di piangere i morti, stancati di piangerci addosso? Se la paura di qualsivoglia cambiamento, ingessa gli Italiani in Guelfi e Ghibellini ad ogni stornar di fronda lasciamo stare. Ma noi come popolo quando ci assumeremo la nostra responsabilità, invece di lasciarla ad altri?

Vi saluto e sono

 

L’AUTOFERROAGRICOLO!