L’agonia è ancora lontana da avviarsi non diciamo a soluzione ma almeno a comprensione, tra annunci immaginifici caratteristici delle campagne elettorali e salti della quaglia si stanno consumando, dopo altri cinque anni, alleanze e riavvicinamenti senza guardare le pagine del libro, ma soffermandosi ancora alla copertina, magari sperando che i Napoletani non ricordino o semmai che qualche ritocchino di immagine possa convincerLi che il libro è appena uscito dalla stampa. Eppure se si guarda dentro si scopre che le intenzioni programmatiche del discorso di insediamento del sindaco nel 2011 sono assolutamente le stesse: “La prosperità alla pace; il Bilancio partecipativo; un Patto per lo sviluppo della città; lavoro come un diritto e non un privilegio per evitare che i nostri giovani se ne andassero da Napoli dopo essersi diplomati o laureati; creare le condizioni perché a Bagnoli si possa immediatamente ripartire non come è stato fatto nel passato; l’inceneritore a Napoli Est e in qualsiasi parte della città, almeno fino a quando io sarò Sindaco, non verrà mai realizzato; a Napoli Est noi dobbiamo realizzare il grande polo della green economy; accorpamento immediato delle società partecipate; chiuderemo gradatamente e gradualmente intere aree della città al traffico a cominciare dal centro storico; lavoreremo da subito per valorizzare al massimo la Polizia Municipale; impegno massimo per lo Stadio San Paolo; il Porto ed infine atti concreti di Napoli del centro e Napoli delle periferie. Napoli deve essere unita…”. Non v’è dubbio che bisogna cambiare solo la copertina e la data poi tutto si può sfacciatamente riproporre tale e quale, perché estremamente contemporaneo, solo con un lustro in più e con tante occasioni in meno. L’isolamento politico della città costa ogni giorno di più, la distanza dai fatti di palazzo San Giacomo non ha precedenti nella storia della città, le istituzioni pensate come una clava da agitare contro tutti, e la rivendicazione da record di 24 assessori nominati 12 iniziali, più 12 cambi transitati in Municipio, rappresentano un’esperienza nefasta che Napoli non può più permettersi. La dimensione metropolitana di Napoli impone una visione composita dell’assetto istituzionale che non è riconducibile alle velleità soggettive di nessuno, l’offerta dei servizi, la qualità dell’azione amministrativa non riguarda e non risponde ai soli suoi abitanti, ma investe e coinvolge più di tre milioni di cittadini, che vivono nei 91 comuni e nelle 10 municipalità della Città Metropolitana, che a Napoli guardano, a Napoli si riferiscono e da Napoli aspettano risposte. Napoli deve tornare nell’Agenda politica del Governo ed essere riposizionata al centro dell’azione amministrativa regionale, perché è solo a partire dalla sua centralità che può ripartire l’intera economia della Campania e con essa di una parte determinante del Mezzogiorno. Vanno ricercate maggiori attenzioni e i riscontri all’intero territorio regionale, ed in esso le aree interne e quelle costiere di Salerno devono essere viste in un’ottica complessa dello sviluppo regionale, ma non possono essere vissute in alternativa se non in concorrenza con l’AREA METROPOLITANA di Napoli che rappresenta 2/3 dell’intera popolazione campana con tutto quello che questo significa. Il sindaco di Napoli dovrà necessariamente recuperare questa dimensione istituzionale, senza la quale è destinata a perdere l’intera Campania, non tutto può essere ricondotto a scontro politico, l’azione amministrativa e la gestione della cosa pubblica ed in essa delle aziende di pubblico interesse, devono recuperare i connotati della solidità e della competenza, affrancandosi dalla contiguità politica figlia delle nomine che non sembra aver mai abbandonato le aziende comunali negli ultimi anni. Il livello dei servizi, la qualità e la quantità dell’offerta sono drammaticamente crollati senza che l’amministrazione comunale se ne occupasse, e nel mentre si cambiavano assessori e manager, con i servizi e i cittadini sempre più abbandonati a se stessi, si è determinata l’attuale imbarazzante condizione che nessuno potrà celare con qualche inaugurazione e qualche cercata rissa istituzionale che Napoli non merita.
Luigi Simeone