La fine dell’impero Romano d’Occidente e mille anni dopo quello d’Oriente hanno le stesse cause. I cittadini Romani, avendo raggiunto un livello di benessere impensabile fuori dai confini di Roma, pensarono bene di godersi l’agio raggiunto. Si evitava di combattere per la difesa dei confini, preferendo pagare mercenari che difendessero i limiti territoriali dell’Urbe, ma difenderli da chi? Chi era a minacciare l’Impero? Ma i barbari, di sicuro, i quali premevano sui confini affinché potessero godere del livello di benessere diffuso che era ”normale” nelle ricche provincie di Roma. Loro non volevano distruggere il giocattolo, ne volevano i benefici. Usufruire della rete stradale, della facilità di commercio, delle terme della scienza e della tecnologia, insomma dell’insieme di opportunità offerte dall’applicazione della ”concordia domi, faris pax” (unità dentro pace fuori). Erano i barbari ”profughi” dalla fame, dalla vita di stenti che si conduceva nelle steppe, sognavano una vita migliore all’interno della PAX ROMANA. Ma prima Roma e poi Bisanzio non trovarono più cittadini disposti a trattare i problemi dello stato. Essi decisero di ”pagare” incaricando altri di risolvere le proprie questioni. Attila, il re degli Unni, ne è un macroscopico esempio. Si può perciò affermare in modo storicamente valido che l’ordinamento Romano ”implose”, sotto la pressione di masse affamate di sbandati, in due fasi uguali distanti dieci secoli l’una dall’altra. Oggi sul fronte sud-est dei confini della UE premono moltitudini di persone che scappano, fuggono dalla guerra, alcune dalla fame e dalle malattie, altre, dove vanno? Vogliono entrare nella UE dove esistono regole democratiche e una qualità della vita invidiabile in confronto ai paesi d’origine dei (profughi) e cercano una vita miglio-re nelle terre della Unione. L’Europa non si occupa del problema ma pensa ad alzare muri di fil di ferro e comincia a pagare con tre miliardi di euro le assicurazioni della Turchia, che in cambio di denaro si candida a risolvere parzialmente il problema, almeno per quelli che scappano dalla guerra. Guerra che la Turchia ha visto crescere e pascere con benevolo occhio, giusto per usare un eufemismo. Poi ci vorranno sempre più soldi e sempre più ”concessioni”, così cominciò il mito di Attila. E quelli che fuggono dalla fame e dalle malattie? Chi pagheremo noi Europei per questi ultimi? Chi ci farà una proposta simile a quella turca? Si resta in attesa di candidati. Sono cinquant’anni che si va avanti così! Soldi in cambio di morte sicura, soldi per continuare a corrompere, soldi per fingere una solidarietà finalizzata ad a crescere profitti maledetti! A volte la storia si ripete… o no?

Xavier Ximene