Riflessioni di un impiegato EAV alle prese con il servizio civile di controlleria
Servizio civile di controlleria in EAV, ovvero: quando gli impiegati andarono in stazione per contribuire a risollevare le sorti dell’azienda. È un’iniziativa assai controversa, eppure ad oggi posso affermare che per molti “amministrativi” si è rivelata un’esperienza realmente interessante. Nata da una bizzarra idea partorita dal neo presidente del CdA lo scorso settembre, questa sorta di “controlleria extra” su base volontaria si è infine concretizzata lo scorso dicembre. E a quel punto, è toccato anche a me pensarci sul serio…A scatola chiusa, mi è stato chiesto di rendermi disponibile a questo esperimento, che avrebbe potuto fruttare qualcosa di buono all’azienda per cui lavoro… oppure no. Era un tentativo, quello che avremmo fatto, basato (immagino) sull’idea che quanto più folta appare agli occhi degli utenti la squadra di addetti alla controlleria, tanti più saranno i viaggiatori invogliati ad acquistare il titolo di viaggio. Insomma…ci stavo a farlo oppure no? Per mesi ne abbiamo discusso e ridiscusso, tra immancabili pro e contro… A qualcuno pareva che si offendesse il personale che svolge la mansione della controlleria. Ad altri pareva che si offendesse la dignità del nostro lavoro alla scrivania. E a me è venuto in mente questo: ogni volta che un viaggiatore “approfitta” del servizio di trasporto pubblico senza pagare il titolo di viaggio, è lì che dovrei sentirmi “offeso” e vilipeso, in quanto lavoratore almeno, ma anche in quanto cittadino, considerato che si tratta di un servizio collettivo e quindi destinato a tutti noi. E così, trattandosi di libera scelta, ho valutato se fosse il caso di cimentarmi in questa scommessa ed ho scelto di farlo. E non me ne pento affatto! Ho concordato di lasciare in sospeso per un giorno, questo mese, le mie attività usuali, sapendo che le avrei ritrovate il giorno successivo e sono andato alla volta della sede indicatami dal mio responsabile, per effettuare quello che mi era stato chiesto. Ed eccomi qua, dopo una sola giornata di “esperimento”, a sentirmi anche io parte attiva nel progetto di lotta all’evasione, che sta apportando un incremento delle vendite sui biglietti. Tutto questo mi ha messo di buonumore, perché negarlo? Anche in questo caso, naturalmente non mancano pecche a carico dell’Azienda: bisognerebbe scegliere con maggior cura le sedi dell’intervento di controlleria, ad esempio, evitando le stazioni già fornite di tornelli. Ma a margine di tutto ciò questa giornata è stata per me un reale arricchimento, senza alcun dubbio: uno scambio informativo e formativo con personale disparato, oltre che un’occasione per toccare con mano il fenomeno “culturale” dell’evasione a Napoli. Ho potuto osservare, in poche ore di servizio, quanta riluttanza esista tra i viaggiatori nell’intraprendere un gesto così comune come “acquistare il biglietto”! Ed è probabile che, a lungo andare, si possano raggiungere risultati ancora più incoraggianti di questa forma di “incentivo non violento” all’acquisto del biglietto.
Rossella Fornaro