Gli ultimi anni sono stati particolarmente difficili per i dipendenti dell’ASIA Napoli. Le vere e proprie crociate disciplinari di cui l’azienda si è resa protagonista, colpendo indiscriminatamente lavoratori onesti e fannulloni, hanno rappresentato la manifestazione più evidente di una chiara strategia aziendale. Si addossano ai lavoratori le peggiori responsabilità per coprire i limiti di un management che, nonostante i roboanti comunicati sull’ampliamento della raccolta differenziata, continua a produrre risultati di gran lunga inferiori alle attese della città. Volendo evitare la polemica di chi critica una raccolta differenziata che potrebbe attestarsi su uno striminzito 29%, irrisorio rispetto al 70% promesso da Luigi De Magistris durante la campagna elettorale che lo portò alla guida del Comune, preferiamo parlare di altro. Preferiamo denunciare lo strabismo di un’azienda che ha colpevolmente trascurato le periferie, abbandonando la raccolta differenziata a Scampia come ben descritto da Paolo Barbuto nell’articolo pubblicato da Il Mattino del 15 dicembre 2015. Lo spazzamento delle strade va ancora peggio. La pulizia delle strade dovrebbe essere la cartina tornasole dell’igiene cittadina, eppure il management di ASIA Napoli ha sostanzialmente abbandonato questa attività. Si è preferito, piuttosto che integrare gli organici con i lavoratori dei Consorzi di Bacino, come previsto da una Legge Regionale del 2014, eludere il problema di un’evidente mancanza di personale. I vertici di ASIA Napoli hanno preferito affidare il servizio a ditte private. Con buona pace della retorica demagistriana del “tutto pubblico” che sembra valida solo per la gestione dell’acquedotto. Non crediamo ai complottasti che vedono in queste esternalizzazioni la strategia di una parte politica a caccia di consensi per le ormai prossime elezioni comunali. Ci chiediamo soltanto se, prima di affidare al mercato tante attività, non fosse il caso di interrogarsi sulle reali capacità del management. Per contrastare questo lento decadimento dell’ASIA Napoli sarebbe servito un Sindacato forte, determinato come quello che nel 2010 impedì che il Comune frammentasse l’azienda rendendola più appetibile alle logiche di chi voleva fare affari a scapito dei cittadini e dei lavoratori. Dal 2013 in poi, invece, è stato tutto un susseguirsi di attacchi gravi quanto l’introduzione di un improduttivo e dequalificante lavoro a cottimo, spacciato dall’azienda come un innovativo sistema di sostegno alla produttività. Tutto questo è stato possibile grazie alla incredibile superficialità di alcune Segreterie sindacali ed alla subalternità della maggioranza della RSU, eletta per la prima volta nel 2013 tra grandi aspettative puntualmente deluse. Oggi, finalmente, il Sindacato ha ritrovato la sua unità. Il 14 dicembre 2015 la RSU e le Segreterie sindacali hanno rotto le relazioni con ASIA Napoli, dichiarando di voler ricontrattare tutti gli accordi sulla falsa produttività e sull’organizzazione del lavoro. Finalmente, dopo anni, si è fatta la cosa giusta. Resta da chiedersi soltanto se si riuscirà a recuperare la fiducia dei lavoratori, dispersa da un movimento sindacale che spesso si è mostrato troppo subalterno all’azienda per rappresentare efficacemente i lavoratori e le loro esigenze. Restituire ai lavoratori diritti e dignità è ancora possibile. Il 22 gennaio, nel corso del primo incontro della procedura di raffreddamento, abbiamo già dato un primo segnale ripristinando il premio di risultato che sarà pagato con la retribuzione di marzo. Noi della UilTrasporti siamo pronti a fare la nostra parte. Vogliamo credere che, finalmente, la faranno anche tutte le altre Segreterie sindacali e l’unanimità della RSU di ASIA Napoli.
Fabio Gigli