Lo sciopero non è solo una protesta, è una richiesta democratica di ascolto, di confronto, di rispetto e di futuro. Ed è per questo che se pur consapevoli del disagio che avrebbero arrecato all’utenza e a tutta la cittadinanza, migliaia di Lavoratrici e di Lavoratori di tutto il comparto ferroviario, lo scorso 6 maggio, hanno deciso di incrociare le braccia. Si è scioperato per la mancanza di risposte su temi molto importanti e sentiti come “riconoscimento economico, orario di lavoro, normativa e sicurezza, prospettive future”.
Su queste basi è nata la mobilitazione per il rinnovo del contratto nazionale delle attività ferroviarie, un contratto atteso da circa 18 mesi, che arranca ad arrivare e che oggi più che mai è necessario per tutelare la dignità e i diritti di chi ogni giorno garantisce la sicurezza, l’efficienza, i servizi e la continuità del trasporto pubblico su rotaia. In un contesto economico segnato da un’inflazione che ha toccato punte del 16%, il potere d’acquisto delle Lavoratrici e dei Lavoratori del settore ferroviario ha subito un drastico ridimensionamento.
Le richieste sono chiare e fondate.
Al centro dello sciopero vi è la rivendicazione di un aumento salariale reale, non simbolico, che tenga conto della forte perdita di potere d’acquisto che in questi anni ha colpito tutte le categorie del Paese. Contestualmente è diventato assurdo che, a fronte degli obiettivi raggiunti e dichiarati dal Gruppo FSI, i Lavoratori non abbiano ancora percepito il dovuto riconoscimento economico. Le performance aziendali non possono essere decantate e festeggiate solo nelle conferenze stampa: devono tradursi in diritti e retribuzioni dignitose per chi quelle performance le rende possibili.
Altro tema fondamentale è la questione dell’orario di lavoro. C’è la necessità di condizioni più favorevoli per la conciliazione tra vita privata e lavoro, un’organizzazione dei turni che rispetti il benessere psico-fisico e sociale dell’intera collettività. Serve un cambio di passo che ponga al centro la persona, con tempi di lavoro meno pressanti, flessibilità vera e non solo sulla carta, e maggiore attenzione alla fatica e allo stress accumulato, spesso sottovalutati in settori ad alta responsabilità. Ma non si può parlare di contratto senza affrontare il tema della sicurezza. È urgente una maggiore chiarezza ed una più ampia attenzione sulla parte normativa. In un settore dove la sicurezza è vitale, non sono più accettabili ambiguità e interpretazioni. Soprattutto se l’unico traguardo sembrano essere gli indici di produttività. Una particolare attenzione va inoltre riservata al mondo degli appalti ferroviari. Un settore strategico troppo spesso dimenticato, fatto di Lavoratrici e Lavoratori che svolgono funzioni essenziali ma che sono ancora oggi scarsamente tutelati. Chiediamo che anche per loro ci siano standard adeguati in termini di diritti, come ad esempio il welfare oltre che ad una rivalutazione del salario ed una maggior sicurezza, e che si ponga fine alla logica del massimo ribasso che penalizza solo chi lavora.
Infine, chiediamo trasparenza e confronto vero sul piano industriale del Gruppo FSI e delle varie società ad esso collegate. I Lavoratori hanno il diritto di conoscere e discutere le linee guida strategiche e gli investimenti futuri. Non si può pensare di parlare di sviluppo, innovazione o riorganizzazione aziendale senza coinvolgere chi, con professionalità e sacrificio, manda avanti ogni giorno i servizi. Tanti e delicati sono i temi e gli elementi su cui confrontarsi e di certo non sarà semplice e noi della Uiltrasporti Campania faremo come sempre la nostra parte. Un primo segnale positivo alla grande adesione è arrivato già dalle prime ore successive allo sciopero con la consequenziale urgente convocazione di tutte le parti sociali che quotidianamente stanno affrontando queste delicate questioni.
Rosario Musella