Era il 1990 quando il regista statunitense Robert Altman, durante un volo Roma/Los Angeles, lesse la raccolta di racconti di Raymond Carver “Da dove sto chiamando”. Solo tre anni dopo sarebbe
uscito nelle sale, ispirato da nove racconti ed una poesia di Carver , il film di Altman “Short Cuts”, conosciuto in Italia con il titolo “America oggi”, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia.

Raymond Carver (1938-1988) è stato definito lo scrittore del racconto, la sua narrativa breve descrive la realtà̀ della provincia del North East Coast americano degli anni ’60 e ’70, raffigurando scenari apparentemente comuni, storie di banale quotidianità̀, dai finali interlocutori, senza alcuna morale o lezione di vita da apprendere.

Robert Altman (1925-2006) nella sua carriera di sceneggiatore e regista ha sperimentato diverse soluzioni narrative e varie tecniche. La sua continua ricerca stilistica lo ha portato ad utilizzare spesso il piano sequenza, espressione di una visione della realtà̀ corale con la perdita della centralità̀ del singolo personaggio. Le sue opere sono caratterizzate da una narrazione frammentata in cui più storie parallele si incontrano e da una descrizione critica della società̀ americana.  Quando Altman incontra l’opera di Carver scopre di avere in comune lo stesso sguardo verso quelle storie, che diventano ai suoi occhi un tutt’uno, un’unica storia, costruita come un puzzle, un mosaico.

Short Cuts è il titolo originale del film di Robert Altman ispirato dai racconti di Carver, tagli brevi, scorciatoie, come quelle utilizzate nella narrativa di Carver e nella regia di Altman per portare il racconto da un punto all’altro.
In Italia il titolo fu adattato con “America oggi”. La traduzione non fedele del titolo è stata molto efficace, perché́ è proprio l’America di “quell’oggi” ciò̀ che si vede nel film, una vera e propria fotografia della società̀ americana di allora, da cui emerge il proprio malessere esistenziale e l’impossibilità di evolversi. Frammenti di vita quotidiana che diventano metafore sociali dell’America contemporanea.

Altman, insieme allo sceneggiatore Frank Barhydt, sposta l’ambientazione dall’alienata provincia del North East Coast ad una Los Angeles suburbana ed anonima. Con un’accurata opera di frammentazione, tipica nei lavori di Altman, si intrecciano le varie storie nel tempo e nello spazio. Un film corale e caratterizzato dall’ipertestualità̀, i ventidue personaggi di Short Cuts, interpretati da un cast eccezionale, intrecciano le loro vicende, si incrociano o sono tangenti tra loro grazie ad invenzioni nella sceneggiatura. La struttura è come quella di una catena in cui gli anelli si agganciano l’uno all’altro per una serie di casualità̀ che danno l’impressione di creare un intreccio tra le diverse storie. A tessere ulteriormente questa rete di ipertesti sono gli aneddoti e le storie raccontate dai personaggi del film, che sono spesso ispirati da altri racconti di Carver.

Il film inizia con una scena quasi apocalittica, uno stormo di elicotteri che sorvola Los Angeles spruzzando pesticida contro la mosca della frutta che minaccia la città. Sorvolando la città, gli elicotteri introducono allo spettatore i personaggi nella loro quotidianità e lasciano sottendere che le loro vite non saranno separate come nei testi di Carver.

Anche la fine del film è caratterizzata da un evento catastrofico, una forte scossa di terremoto che solo per pochi attimi tiene sospeso il fiato dei personaggi, come in un’attesa del “grande evento” che non arriva. I personaggi vengono di nuovo sorvolati dalla macchina da presa per mostrare allo spettatore le loro diverse reazioni.

Sono questi due eventi catastrofici che scandiscono l’arco temporale in cui si incrociano le vite dei diversi personaggi tratti dai racconti carveriani, che però non hanno nulla a che fare con la catastrofe aristotelica, non portano ad alcun mutamento, gli equilibri precari dei protagonisti resteranno inalterati.

Per Carver la vera catastrofe è quella del quotidiano, quella apparentemente insignificante, l’evento che capita alle persone comuni e che cambia loro la vita. Un tratto questo che accomuna il minimalismo poetico di Carver a quello cinematografico di Altman.

Sesso e morte sono tra i leitmotiv del cinema altmaniano ed anche qui troviamo storie di tradimenti, di perversione e perfino di “finto sesso”, come quello di Lois Kaiser, che mentre accudisce i propri bambini esegue il suo lavoro di telefonista erotica.
Il vero filo rosso di tutto il film è la morte. Il ritrovamento di un cadavere di una giovane donna nel fiume da tre pescatori che si recano a trascorrere una breve vacanza e, nonostante la macabra scoperta, non rinunciano a continuare a pescare; il piccolo Casey che, investito dall’auto di una cameriera, morirà poco dopo; la musicista Zoe che, dopo aver simulato diverse volte il suicidio per attirare l’attenzione della madre, si toglierà̀ la vita nel garage; una ragazza che viene uccisa a sassate da un uomo carico di frustrazioni e sarà̀ ricordata come l’unica vittima di un terremoto. Ma soprattutto è la morte esistenziale, la morte dei rapporti e delle relazioni che è la vera protagonista dell’opera.

Le storie sono collegate tra loro anche da due canali di comunicazione, la televisione e la musica.

Il mezzo televisivo è molto presente nelle scene del film fin dall’inizio, l’editoriale di Howard Finnigan, sulla minaccia della mosca della frutta trasmesso in TV fa da sottofondo alla vita degli altri personaggi. Il televisore acceso farà̀ compagnia al pilota di elicotteri mentre distrugge la casa dell’ex moglie. Sul finale la televisione informerà̀ sui danni causati dalla scossa di terremoto avvenuta poc’anzi: un solo morto, un ragazza, a causa di un caduta di massi (in realtà̀ uccisa a sassate).

La musica ha gran rilevanza, gli sceneggiatori creano ed inseriscono due personaggi, due musicisti, Tess e Zoe Trainer, una cantante jazz ed una violoncellista, una madre e una figlia che vivono in un continuo conflitto. Questi due personaggi hanno un’importanza fondamentale, in quanto forniscono il commento musicale alle sequenze più importanti del film. Altman opta per una colonna sonora diegetica, una musica che sta “dentro” la storia, quasi come uno dei tanti protagonisti, una musica che possa emozionare maggiormente. L’alternanza dei brani classici suonati da Zoe, quasi come una ribellione, uno sfogo, con il canto jazz di Tess, dal tono quasi rassegnato e distaccato, incorniciano le tessere di questo puzzle di storie e fanno loro da collante.

But it’s the unexpected And the uncertainty That keeps us going You know what I mean

Yesterday you own the world
The next day the world owns you One day everything’s a lie
The next day you swear it’s all true

That’s what happens when you’re a prisoner And I am prisoner
I’m a prisoner of life

Ma è l’inaspettato
e l’incertezza
che ci fa andare avanti Sai cosa intendo
Ieri possedevi il mondo
il giorno dopo il mondo possiede te Un giorno ogni cosa è una bugia
il giorno dopo giuri che è tutto vero
Questo è ciò che accade quando sei un prigioniero
ed io sono prigioniero
sono prigioniero della vita

Da “Prisoner of life” di Doc Pomus

“Prisoner of life”, il brano cantato dalla grandiosa Annie Ross che interpreta Tess, fa da incipit ed explicit di Short Cuts come a sottolineare quella condizione di prigioniero dell’esistenza che è comune ad ogni essere umano.